Puntata quasi monografica: a partire dalla recente entrata in vigore di una legge che permette il riutilizzo di rifiuti elettronici, parliamo non solo della legge e dei regolamenti che prescrive, ma anche del modo in cui questi ed altri regolamenti vengono creati, degli enti che scrivono i testi e di quali settori economici e sociali vengono da essi rappresentati.
Per concludere, una singola notiziola: gli ultimi iPhone sono più riparabili, sì, ma solo per Apple stessa. Tutto merito del parts-pairing.
Principale organizzazione di interesse degli industriali, Confindustria ha avuto un ruolo essenziale nel determinare le forme della Ricostruzione e, successivamente, della modernizzazione in Italia. È difficile affermare che la sua azione si sia limitata alla sola difesa sindacale degli associati; altrettanto spesso infatti essa ha agito di fronte a minacce reali o percepite, condizionando gli equilibri della nostra fragile democrazia. Utilizzando documenti in parte inediti insieme a quanto emerso a più riprese in processi e inchieste giornalistiche, il libro Confindustria nella Repubblica (1946-1975) edito da Mimesis, riannoda i fili di un discorso finora rimasto privo di un focus specifico: la storia politica dell’organizzazione industriale e di alcuni dei suoi più importanti membri, ricostruendone la trama coperta accanto a quella ufficiale e seguendo come un “filo rosso” i rapporti con il blocco civico-militare che, nato nella declinazione della Guerra fredda in Italia, manifestò appieno i suoi propositi nel “quinquennio nero” 1969-1974.
Corrispondenza realizzata nel pomeriggio, nell'ambito de L'ora di buco, con una compagna di Sapienza Clandestina che riepiloga la mattinata di lotta all'università.
Segue il comunicato di studenti e studentesse:
Oggi 14 marzo l'università degli studenti ha detto no all'università dei ministri e delle loro scorte armate. Infatti questa mattina nell'università de la Sapienza si è svolta l'ennesima sfilata di personaggi come l'attuale ministra dell'istruzione Fedeli, Confindustria e i presidenti di Anvur e Crui, che hanno determinato dalle riforme del 2008 a oggi, la distruzione dell'università pubblica. Era attesa anche l'ex ministra dell'istruzione Gelmini, che però si è tirata indietro di fronte alle pressioni del corpo vivo dell'Ateneo che con coraggio ha espresso la sua idea di università libera contro la loro università delle macerie. Agli studenti è stato impedito di prendere parola dalla celere che è stata fatta entrare ancora una volta dal Rettore alla Sapienza a difendere gli interessi dei ministri e a prendere a calci e pugni chi l'università la vive. Ci sembra importante sottolineare come oggi venga lasciato spazio politico e di espressione a personaggi come Salvini, mentre la voce di un'intera generazione di studenti, lavoratori precari, giovani viene avvertita con paura. Ma i loro tentativi di soffocarci ancora una volta alla Sapienza, come a Napoli e a Bologna, sono stati vani. Domani quindi saremo ancora una volta al Pratone della città universitaria alle 12 a chiedere una presa di parola pubblica al Rettore Gaudio e a rilanciare verso la costruzione dell'università e del futuro che vogliamo.
Due i cortei che si sono svolti a napoli pe rlo sciopero sociale. Sentiamo un compagno che ha partecipato a quello partito da Piazza del Gesù e ha cercato di arrivare sotto la Confindustria. Imponente lo sbarramento delle forze dell'ordine.
L'intesa raggiunta tra sindacati e confindustria ha l'effetto di una ulteriore blindatura nei posti di lavoro. Per avere ufficiale rappresentatività occorrerà d'ora in avanti, impegnarsi a non contrastare gli accordi dopo la loro sottoscrizione. é il criterio dell'esigibilità dei contratti che, guarda caso, soddisfa pienamente le esigenze del padronato nostrano.