Michele Giorgio, storico corrispondente de Il Manifesto da Gerusalemme, informa sugli attacchi sempre più brutali in Cisgiordania collegandoli al progetto di annessione della Cisgiordania che con l'elezione di Trump torna in auge.
Si dà conto poi della ripresa delle demolizioni nella città di Silwan, nella Gerusalemme occupata e della situazione nella Striscia di Gaza, in particolare nel nord che viene completamente svuotato dalla popolazione palestinese.
L'audio si chiude con il resoconto dell'udienza per Tiziano che rimanda ancora al 2 dicembre.
Michele Giorgio, storico inviato de Il Manifesto in Palestina contestualizza il 57 anno della Naksa - l'occupazione da parte di Israele di Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza, così come le Alture del Golan siriane e la penisola egiziana del Sinai in conclusione della guerra dei sei giorni nel giugno 1967 - nella drammatica attualità: la situazione al confine con il Libano dopo le dichiarazioni di ieri di Netanyahu che ha dichiarato la volontà di un attacco al paese confinante, l'ennesima strage dell'Idf nella notte a Nuseirat, la giornata di ieri a Gerusalemme dove centinaia di Israeliani di destra hanno invaso la parte vecchia della città in quella che chiamano il "giorno di Gerusalemme", guidati dal ministro Itamar Ben-Gvir che ha rivendicato tutta la città come israeliana.
Michele Giorgio, storico corrispondente del manifesto e responsabile della testata Pagine Esteri, ci aggiorna sulla situazione dopo la risoluzione Onu che chiede un cessate il fuco nella Striscia dove niente è cambiato: continuano i bombardamenti, sempre più grave la situazione alimentare e sanitaria.
Anche in Cisgiordania continua la guerra a bassa intensità e a Gerusalemme si attende con apprensione la Pasqua.
Aggiornamenti anche dal confine libanese dove la situazione è sempre più vicina alla guerra e dall'interno dello stato israeliano dove la questione della proposta di coscrizione militare degli ultraortodossi sembra un reale pericolo per il governo Netanyahu.
Con Meri Calvelli da Gerusalemme in aggiornamento sulla situazione sempre più drammatica della striscia di Gaza e su quanto accade in Cisgiordania e Gerusalemme.
Con una compagna appena tornata dalla Palestina parliamo della situazione in Cisgiordania dopo l’attacco al campo profughi di Jenin, della colonizzazione che avanza in tutta la Cisgiordania ed a Gerusalemme, dell’impunità dei coloni ed il loro diritto di uccidere e di come saranno I palestinesi a pagare il prezzo della crisi israeliana sulle riforme giudiziarie.
Ancora alcune riflessioni sull'aggravarsi della situazione in Palestina, ne parliamo con una compagna che ci ricorda che sabato 15 aprile saranno 12 anni dall'assassinio di Vittorio Arrigoni e che Gaza si prepara a ricordarlo.
Presidio per rompere il silenzio sulla Palestina Venerdì 6 Maggio 2022 a Piazza dell' Esquilino h 18.00
Ne parliamo con Bassan,giornalista palestinese, di seguito l’appello:
GERUSALEMME TI CHIAMA!
Anche quest’anno, si è ripetuto il solito copione, con ancor più atrocità: durante il mese del Ramadan, gli oppressori israeliani hanno intensificato le violenze e i saccheggi ai danni della popolazione palestinese. Approfittando della distrazione generale, focalizzata sulla guerra in Ucraina, i sionisti hanno devastato la Moschea Al-Aqsa a Gerusalemme, sito sacro ai musulmani di tutto il mondo, invadendola e lasciandola allo scempio dei coloni ebraici, scortati da un gran numero di soldati che non hanno esitato ad esplodere granate stordenti e gas lacrimogeni. I fedeli musulmani, sono stati allontanati con proiettili di gomma e manganellate, senza distinzione alcuna tra uomini, donne, anziani, bambini, giornalisti, paramedici. Allo stesso modo, ai Palestinesi cristiani è stato impedito di raggiungere i propri luoghi di culto in città. Solo dall’inizio del Ramadan, sono stati uccisi decine di Palestinesi, e Gaza è stata nuovamente bombardata. In questo modo, lo scopo dei sionisti è quello di esacerbare gli animi, devastare il morale civile, radicalizzare la popolazione e strumentalizzare le questioni religiose, trasformando agli occhi del mondo che per loro conta l’Occidente la vittima in estremista. Rispetto alla consuetudine cui ormai siamo costretti ogni anno da molto tempo, oggi tutto questo è reso ancor più insopportabile dalla doppia morale dei nostri governi: le “vesti strappate” per le vittime innocenti in Ucraina, non sono minimamente riproposte per un’identica guerra d’invasione che si consuma da decenni, quella israeliana ai danni dei Palestinesi, tra il silenzio-assenso della stampa nostrana. Non intendiamo avallare un silenzio complice, e diciamo NO a questa scia interminabile di violenza e sopruso! Il cuore della Palestina, Gerusalemme, è ferito e non possiamo permetterci di restare in silenzio!
Vi invitiamo a rompere questo silenzio assordante e di partecipare al PRESIDIO il 6 MAGGIO 2022 A PIAZZA DELL'ESQUILINO dalle 18.00 alle 19.00 "La Resistenza di un oppresso è lotta di tutti!"
Con Michele Giorgio del Il manifesto commentiamo la nuova alleanza governativa e le proteste che continuano nel quartiere di Sheik Jarrah e Silwan per la difesa delle abitazioni palestinesi.