Domenica 25 Febbraio circa 15.000 persone sono scese in piazza a Bruxelles nell’ambito della campagna “Human Wave for solidarity and Humanity”, in solidarietà con i sans papiers e per protestare contro le politiche securitarie del governo belga (qui un articolo da Infoaut.org).
È l'occasione per parlare con un nostro redattore che risiede a Bruxelles per parlare delle politiche securitarie della Fortezza Europa in materia d'immigrazione.
Seconda corrispondenza dei compagni romani in Kurdistan della delegazione di Infoaut. Testimonianza che racconta la situazione odierna di Kobane e del Rojava a seguito della liberazione completa della città di Raqqa.
Questa, per chi se lo fosse persa, è la prima corrispondenza della settimana scorsa -> Racconti dal Nord della Siria - Corrispondenza dei compagni romani in Kurdistan.
Venti giorni fa due compagni di Progetto Degage e Sapienza Clandestina sono partiti per il Nord della Siria, insieme ad altre venti persone come parte della delegazione di Infoaut che in queste settimane sta conoscendo il popolo curdo e imparando dall'esperienza rivoluzionaria del Kurdistan
I compagni hanno mandato una corrispondenza per Radio Onda Rossa che abbiamo mandato in diretta e proponiamo anche qui.
"Da militanti autonomi siamo qua perché vogliamo toccare con mano questo esperimento politico di trasformazione radicale della società, vogliamo comprendere il metodo e l'approccio alla formazione continua sia dei militanti che della società tutta. Questa rivoluzione ha qualcosa da insegnare anche a noi? Sicuramente. In quali termini? Quanto determinanti sono le differenze della società italiana e del nostro modo di pensare? Questo ancora non lo sappiamo. Non inseguiamo il fascino esotico per una rivoluzione in mancanza di alternative praticabili nei nostri paesi. Al contrario siamo qui per accorciare le distanze tra una rivoluzione in atto e quella che ci impegniamo a costruire nel nostro paese."
Abbiamo contattato un compagno del Lab Crash di Bologna per discutere assieme della crisi della globalizzazione atlantica partendo dagli e-book usciti su Infoaut e dal dibattito tenutosi a via Zamboni martedì pomeriggio.
Riportiamo una parte della presentazione dell'evento:
La Brexit e l'elezione di Trump hanno segnato in maniera fortissima il 2016, cristallizzando in maniera decisiva il momento di crisi vissuto dalle istituzioni politiche ed economiche dell'Occidente.
L'Unione Europea, aldilà delle passerelle celebrative dello scorso 25 marzo, è sempre più segnata da conflitti interni e vicina ad una crisi irreversibile in caso di vittoria di Marine Le Pen alle elezioni francesi.
Gli Stati Uniti sono attraversati da forti conflitti interni e sempre più in crisi nel gestire le dinamiche della politica internazionale di fronte all'attivismo di Russia e Cina.
La crisi economica è sempre più profonda, la disoccupazione e l'automazione approfondiscono la crisi del lavoro e dell'economia globale.
I costi di questa situazione vengono scaricati, attraverso il veicolo classista e razzista, sulle vite di migranti e fasce impoverite della società.
In un mondo attraversato da cosi tante linee di tensione, diventa difficile fare previsioni su quanto accadrà nei prossimi tempi.
Possibile è soltanto ricostruire per frammenti quello che ci circonda, partendo dal ripercorrere le genealogie che hanno condotto ad oggi e segnalando quali linee di faglia possono condurci a nuovi terremoti e nuovi riassestamenti.
Insieme ad un compagno della redazione di Infoaut, che ha pubblicato un ebook dal titolo "Gli USA di Trump: il crepuscolo della seconda globalizzazione?", approfondiamo dopo tre mesi dalle elezioni americane lo scenario socio-economico e politico che ha portato il candidato repubblicano alla casa bianca, le sue prime mosse e le proteste diffuse che in queste settimane stanno rispondendo alle politiche promesse da Trump.
Riproponiamo le corrispondenze di un compagno da Kobane [via Radio Onda d'Urto]
I carri armati della Turchia, ottenuto il beneplacito di Usa e Russia, sono entrati in Rojava, il territorio nel Nord della Siria strappato agli jihadisti di Daesh dalla resistenza popolare di Ypg e Ypj, le milizie a maggioranza curda (ma non solo curde, vista la presenza di milizie arabe e di altre componenti, riunite nelle Forse Democratiche Siriane capaci di dare vita, nel dramma della guerra siriana, a un progetto politico rivoluzionario come quello del confederalismo democratico.
L’obiettivo ufficioso dell’operazione turca “Scudo dell’Eufrate” lanciata mercoledì 24 agosto nel giro di poche ore è diventato quello ufficiale: impedire l’unificazione delle due aree liberate dalla resistenza curda, ricacciando YPG e YPJ a est del fiume Eufrate, come richiesto anche dal vicepresidente Usa Joe Biden, volato a Istanbul per siglare la rinnovata intesa con la Turchia, sulla testa dei curdi: “Abbiamo detto chiaramente alle Forze siriane democratiche e al Pyd (curdi siriani) che dopo l’operazione di Manbij devono tornare al di là del fiume (a est dell’Eufrate, ndr) e, se non lo faranno, non avranno il supporto degli Stati Uniti”, ha detto Biden incontrando a Istanbul il premier turco, Binali Yildirim.
Da Kobane, nella Siria liberata da compagne e compagni curdi (e non solo), abbiamo raggiunto l’inviato di Radio Onda d’Urto (clicca qui per l’archivio con tutti gli audio) e Infoaut, che nel corso dell’ultimo fine settimana di agosto ci ha mandato diversi aggiornamenti audio sia per quanto riguarda la situazione sul terreno che alcune prime analisi di carattere politico.