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pinkwashing

Palestina: su storture narrative e disinformazione

Data di trasmissione
Durata 1h 4m 17s

Lunga chiacchierata in studio con Cecilia Dalla Negra, giornalista indipendente e responsabile di Orient XXI - Italia; parliamo delle storture narrative e della disinformazione del giornalismo mainstream, dei/delle 151 giornalisti e giornaliste palestinesi uccisi/e a Gaza dal 7 ottobre ad oggi, del colonialismo di insediamento e delle sue relazioni con il sistema patriarcale, del pinkwashing di Israele, della presenza femminile nella lotta di liberazione e delle prospettive aperte dall'ultima generazione della resistenza palestinese.

No Pride in Genocide

Data di trasmissione
Durata 1h 9m 39s

Nel giorno del Romapride (ore 15 piazza della Repubblica) affrontiamo il tema del sostegno lgbtiq+ alla lotta della popolazione palestione e contro il genocidio, interpellando cordinamenti pride che si sono schierati in merito: anzitutto il Bergamo pride che sfilerà oggi e che in questi giorno è stato sulle cronache nazionali per aver chiesto di non portare in piazza bandiere israeliane, il Palermo pride, indetto per sabato 22 giugno, che ha dichiarato il proprio posizionamento a finco della popolazione palestinese e contro il pinkwashing come il Liguria pride che ha gridato il suo freepalestine già sabato scorso.

Per quanto riguarda Roma il coordinamento pride ha fatto nel proprio documento solo un accennato e discutibile riferimento alla questione ma un appello chiede a tutte/i/* coloro che sfileranno di non restare in silenzio portando nel corteo del Pride le bandiere e i colori della Palestina, cocomeri, i cartelli in solidarietà alla Palestina e contro il genocidio!. Segue il testo dell'appello

#NoPrideInGenocide
Non c’è orgoglio nel genocidio.
Da mesi assistiamo all’escalation genocida contro la popolazione palestinese.
Giugno è per noi persone LGBTIQA+ il mese dei Pride
Ma siamo furios3 perché è sempre più pesante la contraddizione di una festa in cui balliamo accanto alle compagnie che fanno affari con Israele;
alle istituzioni che supportano politicamente bombe, colonialismo e occupazione;
al Coordinamento Roma Pride che in questo momento non dice una parola di solidarietà per
le\i\l3 palestinesi.
Ci sono momenti in cui non si può restare in silenzio.
Per questo vogliamo invitare tutte le persone che parteciperanno il 15
giugno al Roma Pride

A PRENDERE PAROLA, a non restare in silenzio portando nel corteo del Pride le bandiere e i colori della Palestina, cocomeri, i cartelli in solidarietà alla Palestina e contro il genocidio!
Non permettiamo che sia un Pride egoista, vigliacco, fuori dalla storia.
Prendiamo parola, non c'è orgoglio in un genocidio!

#NOPRIDEINGENOCIDE #FREEPALESTINE

Palestina: intervista di ROR a Judith Butler

Data di trasmissione

La prima parte dell'intervista che abbiamo fatto lo scorso 11 maggio alla filosofa Judith Butler: la necessità di schierarsi come femministe, transfemministe, queer, lgbtiqa+ al fianco della resistenza palestinese. A seguire la seconda parte sulla campagna BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) e sulla repressione delle mobilitazioni in solidarietà alla palestina e sullo specifico della Germania.

Di questi temi parleremo all'incontro "Nessun pinkwashing sui nostri corpi" 8 giugno ore 19 al csoat Auto e Marco Viale dei Caduti Nella Guerra di Liberazione, 268 a Spinaceto 

No al pinkwashing di Israele

Data di trasmissione
Durata 1h 16m 40s

"Il pinkwashing fa riferimento a quando uno Stato o un'organizzazione si appella ai diritti lgbtiq+ per sviare l'attenzione dalle proprie pratiche nocive": questa è la definizione di pinkwashing che possiamo leggere su "Decolonizzare la Palestina. La Palestina attraverso la storia e il rainbow washing di Israele", un'autoproduzione di Anarcoqueer Edizioni. Da questa pubblicazione partiamo per parlare di delle politiche e delle retoriche di Israele che tentano di usare le persone lgbtiq per giustificare l'occupazione, il colonialismo, l'apartheid e il genocidio in atto.

Nel redazionale voci di Radio Ondarossa, Cecilia Dalla Negra e compagn* di Queer for Palestine e Laboratorio Smaschieramenti di Bologna.

L'appello letto in apertura lo trovate al seguente indirizzo: https://queersinpalestine.noblogs.org/italiano/

Dal PINKwashing al PINKwatching

Data di trasmissione
Durata 28m 34s

Una serata per capire come il femminismo queer agisce nella lotta per la giustizia e la libertà in Palestina.

h 19:30 Incontro con un'attivista di ASWAT (Centro femminista palestinese per le libertà sessuali e di genere)
https://www.aswatgroup.org/
Segue aperitivo preparato dalla Casa delle donne Lucha y Siesta

Israele usa il PINKwashing per dare un'immagine di paese aperto e democratico quando in realtà non permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha un alto tasso di aggressioni e attentati omotransfobici oltre a una costante discriminazione contro le minoranze di genere e orientamento sessuale ed etniche soprattutto rispetto alla popolazione palestinese originaria.

Quello che Israele cerca di nascondere dietro queste campagne di costruzione di un'immagine democratica e avanzata è la vulnerazione costante del diritto internazionale delle colonie israeliane in palestina, il mancato rispetto di decine di sentenze della ONU, del consiglio di sicurezza e del tribunale internazionale di giustizia dell'Aia. È uno stato militarizzato che punisce con il carcere chi ((refuzniks) rifiuta di arruolarsi nel suo esercito di occupazione.

Israele mantiene la popolazione palestinese incluse tutte le soggettività LGTBQI+ imprigionata tra muri, torri di controllo, checkpoint, frontiere invalicabili.

Israele ha fatto della Palestina nel silenzio e nella complicità internazionali uno dei più grandi carceri a cielo aperto della storia dell'umanità

Incontro organizzato da ASWAT, casa delle donne Lucha y Siesta, Non Una di meno, Cultura è Libertà, Rete romana di solidarietà con la Palestina, Terra Corpi Territori Spazi Urbani, DWF, BDS Roma

Durante la serata si avvierà la campagna di crowdfounding a sostegno della traduzione e pubblicazione da parte di DWF di un libro di racconti palestinesi a cura del collettivo ASWAT

Brand israel: Vegan washing e propaganda

Data di trasmissione
Durata 49m 1s

Dopo l'approfondimento su pinkwashing e purplewashing (che trovate qui) proseguiamo nell'analisi della propaganda dello stato israeliano concentrandoci sul veganwashing, e l'assimilazione capitalista della lotta antispecista e vegana tra israele e l'europa.

Per approfondire:

Liberazioni

http://www.liberazioni.org/israele-la-prima-nazione-al-mondo-ad-applicare-il-vegan-washing/

Palestinian Animal League

https://pal.ps/en/

Eurovision festival: musica leggera e propaganda pesante. Pinkwashing, purplewashing e Brand Israel

Data di trasmissione
Durata 1h 1m 1s

A partire dalla vittoria di una cantante israeliana con una canzone di empowerment femminista all'edizione 2018 dell'Eurovision contest, analizziamo le strategie di propaganda del Brand Israel attraverso l'uso del pinkwashing e del purplewashing, ossia la strumentalizzazione e assimilazione delle rivendicazioni femministe e lgbtiq utilizzata per coprire le politiche di oppressione ed esclusione delle soggettività e popolazioni 'minorizzate', nella costruzione dell'identità nazionale, del neo colonialismo occidentale e della retorica dei diritti umani garantiti dai paesi dell'occidente progressista a capitalismo avanzato. La canzone della artista israeliana (nonché in servizio nella Marina israeliana durante l'attacco del 2014 a Gaza, e volontaria dell'esercito) è stata ispirata dal movimento MeToo. Secondo le sue stesse parole, la canzone parla de "Il risveglio del potere femminile, della giustizia sociale, tutto questo avvolto da un sentimento colorato, felice".

L'Eurovision contest è il più longevo e visto evento culturale internazionale, esiste dalla fine della seconda guerra mondiale ed è sempre stato uno strumento di creazione di una cultura e retorica del sentimento europeista 'nelle differenze' e di costruzione degli orgogli nazionali. Ad esempio fondamentale è stato il ruolo assunto alla fine della guerra fredda, utilizzato come strumento di assimilazione all'occidente dei paesi dell'ex blocco sovietico. Negli anni 2000 l'uguaglianza LGBT è iniziata ad essere fondamentale nella retorica dei diritti umani dell'unione europea e simbolo della sua identità, e il palco dell'Eurovision ha garantito visibilità a soggettività lgbtiq garantendo questa espressione di 'modernità' quasi sempre solo rappresentata e in netta contrapposizione con le reali condizioni di vita delle soggettività in questione nei singoli paesi. La costruzione di questa "democrazia dei diritti sessuali" è carica della retorica della civiltà europea in contrapposizione alla barbarie islamica e non a caso prende piede nel post 11 settembre 2001: la promozione dei diritti umani (a partire dai diritti LGBTIQ, in particolare il matrimonio negli ultimi anni) caratteristica dell' Eurovision contest, invisibilizza e rimuove completamente il colonialismo e l'imperialismo europei e quelle popolazioni, e soggettività LGBTIQ, non incluse - ma oppresse da - la modernità occidentale, di cui anche Israele fa parte.

 

Pinkwashing: http://www.sardegnapalestina.org/il-governo-israeliano-e-il-pinkwashing…

Purplewashing: https://www.elconfidencial.com/cultura/2016-04-03/del-pornoburka-al-pur…