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controllo sociale

La Parentesi dell'8/04/2015 "Controllo cosciente"

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http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/04/09/la-parentesi-di-elisabetta-dell8042015/ “Controllo cosciente”

Immagine rimossa.
Il patriarcato intimidisce, esige, vieta, minaccia, coltiva la rassegnazione, offusca la coscienza e i desideri delle donne.

La lotta, oggi, poggia sulla capacità e possibilità di rigettare il controllo che il patriarcato esercita sui codici, sui canali di comunicazione, sulle modalità di decodificazione e interpretazione della storia.

La sfera globale della lettura della storia è necessaria per l’esistenza del femminismo

La donna merce è anche una forma della coscienza , anzi la sua forma inconscia per eccellenza, la sua forma automatica. Programmare la coscienza della donna-merce è un lavoro fondamentale della formazione semiotico ideologica borghese. E’ il suo strumento principe e il racconto, il ricordo, la storia e le gambe con cui cammina sono le socialdemocratiche. La coscienza del patriarcato opera per il loro tramite e i loro racconti e la loro storia hanno un carattere di feticcio, in essa si riflette l’apparenza della realtà, il carattere del mondo patriarcale. Dominio reale del patriarcato, nella metropoli imperialista , nella stagione neoliberista, vuol dire questo: assoggettamento della coscienza individuale delle donne ai programmi di comportamento della borghesia per ciascun rapporto sociale.

Viviamo in una comunità illusoria che produce una coscienza illusoria di sé, una catena che si può spezzare solo ponendo le proprie pratiche sociali in rapporto antagonistico assoluto con l’intera società capitalista patriarcale.

Da qui la necessità di smascherare la lettura socialdemocratica della nostra storia che opera censura e rimozione sullo spirito e la pratica femminista. Per questo si segregano, si omettono, si manipolano le motivazioni della trasgressione femminista dei codici di comportamento patriarcali, generate dai rapporti sociali antagonistici propri del femminismo, tentando attraverso il censurato ed il rimosso, la trasposizione, per via semiotica, dentro la donna.

Si vuole, in definitiva, che ogni donna assimili rappresentazioni e concetti elaborati dal patriarcato e si spaccia questa per coscienza spontanea e propria.

Ma la manipolazione borghese delle singole individualità è, sì, reale, ma è altrettanto instabile e mai definitiva, dal momento che è contraddetta, giorno dopo giorno, nel nostro vissuto quotidiano.

Le ideologie non sono finite e non hanno tutte lo stesso segno. Accanto a quelle che sposano la causa del dominio, di tipo tradizionale o verniciate a nuovo, ce ne sono altre che non sono rivolte al passato o alla sua conservazione, ma sono rivolte al futuro. Magari non hanno forme compiute, ma sicuramente abbozzi di motivazioni altre che si basano su un processo incessante di presa di coscienza delle stesse leggi di formazione della coscienza. La conquista di un tale obiettivo è frutto di una prassi sociale, di una lotta di classe e di genere per scrollarsi di dosso le incrostazioni accumulate in anni di complicità con l’ideologia e la pratica borghese e patriarcale.

Il controllo cosciente del proprio comportamento è una possibilità tutta da conquistare. Coscienza di genere è avere consapevolezza dei complessi meccanismi delle leggi e dei processi di interiorizzazione delle ideologie ufficiali, vecchie e nuove, significa capacità di progettazione consapevole del nostro futuro, significa pratica sociale orientata alla realizzazione delle nostre aspirazioni e alla liberazione di noi tutte.

La coscienza personale non si annulla nella coscienza sociale, ma in questa prende linfa e si arricchisce e si sviluppa e si consolida nel corso della rivoluzione sociale contro tutte le manifestazioni del dominio reale del capitale e del patriarcato.

Trasmissione dell'11/02/2015 "Contro la guerra del Capitale, contro l'ordine patriarcale"

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Puntata dell’ 11/02/2015

“Contro la guerra del Capitale, contro l’ordine patriarcale”

Immagine rimossa.” Non ho voluto essere razione di carne per l’uomo né dare schiavi ai Cesari” Louise Michel/ < La  Coordinamenta verso l’8 marzo… >
NO ALLA GUERRA!
Contro la guerra del Capitale/Contro l’ordine patriarcale/ Fronte esterno e fronte interno/ Distruggi l’immagine mercificata dell’amor borghese”

 

 

La Parentesi di Elisabetta del 4/02/2015 "Giallo e rosso"

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“Giallo e rosso”

Immagine rimossa. Immagine rimossa.A Roma, la scalinata di Viale Glorioso che porta da Trastevere al Gianicolo era stata dipinte con i colori giallo e rosso per festeggiare la vittoria del secondo scudetto della Roma dell’ 82/83.

Questa presenza storica nel panorama della città è stata nei giorni scorso sbiancata su disposizione dell’ineffabile sindaco Marino che bisogna sempre ricordare che è dirigente del PD nonché noto medico trapiantista.

La vicenda va ben al di là del tema strettamente contingente perché denota una mentalità per cui non contano ideali, sogni, speranze e passioni, ma un presunto decoro.

Chiarito che dipingere una scalinata in giallo e rosso non deturpa niente, è necessaria una ulteriore e ben più importante precisazione: chi ha sollecitato l’iniziativa e chi materialmente l’ha eseguita ( non si nasconda dietro il ditino di formulazioni tanto accattivanti quanto fuorvianti) con la stessa logica avrebbe cancellato anche “W l’Italia” durante il Risorgimento e “Via i tedeschi” durante l’occupazione nazista di Roma.

E’ la stessa mentalità per cui un altro dirigente del Pd, ex segretario della CGIL, che ogni tanto viene riproposto, bontà sua, come leader di una fantomatica sinistra che dovrebbe rinascere, Cofferati, sanzionava le scritte fatte durante i cortei a Bologna perché violavano la proprietà privata dei palazzi e la bellezza della città e voleva far pagare ai manifestanti stessi, sempre bontà sua, e agli organizzatori le spese per la pulizia delle strade dopo la manifestazione.

Per non parlare dell’ex segretario del PD, ex direttore dell’Unità, Walter Veltroni, che quando era sindaco di Roma ha fatto affiggere manifesti per tutta la città, questi sì con spreco di denaro pubblico e deturpamento dell’ambiente urbano, che invitavano, con tanto di numero telefonico, la cittadinanza a denunciare chi osava scrivere sui muri. Non solo, ma aveva tentato di istituire un repertorio di chi acquistava bombolette spray e/o vernice nei negozi di ferramenta e affini con l’obbligo per i commercianti di tenere aggiornato l’elenco trasformandoli in poliziotti ausiliari.

In definitiva il culto della delazione da instillare nei cittadini/e, la mentalità poliziesca in cui imbrigliare commercianti e commessi/e.

Tutti questi avvenimenti, però, non sono fatti isolati, ma pezzi del mosaico che fa sì che il ministero degli interni e la polizia si costituiscano parte civile nei processi contro i manifestanti, magari, guarda caso, contro i/le Notav e fiocchino le condanne amministrative con relativi risarcimenti danni che sono veri e propri macigni contro ogni forma di dissenso. Vorrebbero farci protestare solo e soltanto con processioni dove chiedere, sapendo in anticipo che non otterremo nulla, una qualche grazia all’autorità costituita che ha sostituito dio , la madonna e i santi.

Un’ubriacatura , un’onnipotenza di potere che per potersi esercitare deve arrivare in ogni anfratto dei territori, delle città, dei quartieri e delle vite personali.

Noi siamo femministe e scriveremo sempre e comunque in ogni dove e su qualunque scalinata che non c’è proprietà privata, autorità civile, simbolo religioso rispetto a cui ci fermeremo con ossequioso rispetto. La nostra vita, la nostra libertà di scelta vale molto di più di qualsiasi muro pulito.

Non dimentichiamo che quando ci fu l’aggressione alla Jugoslavia, con la violazione della costituzione e senza l’approvazione del parlamento, apparvero a Roma tante scritte sui muri contro i bombardamenti delle fabbriche di Belgrado e contro D’Alema, allora presidente del consiglio, scritte che furono cancellate in una notte, sindaco Francesco Rutelli, dal solito ineffabile ufficio al decoro urbano.

Sindaci e servizio che sono stati, invece, latitanti quando, sempre a Roma, in via Angelo Emo apparve una scritta che diceva “partigiani vermi”. In quell’occasione hanno voltato gli occhi da un’altra parte: la proprietà privata e il decoro urbano non erano più così importanti.

La scritta è stata corretta da una mano sensibile che ha sostituito la parola vermi con “viva i partigiani” E nessuno l’ha vista, per fortuna, questa mano, perché altrimenti sarebbe incorsa nei rigori della legge.

Tutto questo è controllo sociale e fa parte di un unico progetto insieme ai lampioni intelligenti , alle ZTL, alle telecamere, alle cimici ambientali nei locali pubblici…..naturalmente veicolato con nobili motivazioni, tanto che girano per la città zelanti volontari che sotto l’egida del comune e a titolo gratuito, si prestano a cancellare scritte e staccare adesivi senza rendersi conto che sono parte di un sistema di repressione, che si prestano al controllo poliziesco del sociale, che fanno passare il principio che si possono far lavorare gratis le persone.

Il neoliberismo è un progetto scellerato e nazista e in Italia lo naturalizza il PD.

 

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/02/05/la-parentesi-di-elisabetta-del-4022015/

Trasmissione del 10/12/2014 "Tecnologia e controllo"

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Puntata del 10/12/2014

 ” La tendenza è quella di far diventare ognuna/o guardiana/o di se stessa/o e delatrice/tore nei confronti delle altre/i” 

Immagine rimossa.

” Tecnologia e controllo/ Emancipazione, liberazione, libertà/Il corpo”

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/12/12/podcast-della-trasmissione-del-10122014/

 

Riprendiamo le trasmissioni!

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A partire dal 6 ottobre iniziano le trasmissioni di “silenzio assordante”, ogni lunedì dalle ore 16 su radio onda rossa, 87.9 FM. 
Il programma indagherà su quanto accade all'interno di tutti i luoghi di internamento per immigrati.
Cercheremo di dare voce alla parte più esclusa della popolazione, consci del fatto che l'esclusione sociale si sta allargando. Viviamo in un mondo sempre più polarizzato, in cui vi sono pochi molto ricchi e molti sempre più poveri, divisi gli uni dagli altri da confini tutt'altro che simbolici, fatti di mura eserciti e polizia.
Ricominciamo, dopo un periodo di sospensione, anche in considerazione del fatto che in città si sta riattivando un percorso di lotta in appoggio alle lotte degli immigrati rinchiusi all'interno del C.I.E. di Ponte Galeria. 
Parleremo di guerra ai poveri, di dispositivi di controllo, di quelle pratiche di repressione che stanno diventando un pilastro fondante del mondo in cui viviamo.
Ma parleremo anche di chi lotta e si organizza contro questo sistema oppressivo,  di forme di vita che sfuggono alla disciplina del potere, dello spirito sovvertitore che ribolle nel ventre della metropoli.

Vi proponiamo due corrispondenze che rappresentano i contenuti principali di questa prima puntata.

Il primo audio è con un compagno lampedusano di Askavusa, pochi giorni dopo le contestazioni durante l'anniversario della strage del 3 ottobre nel Mar Mediterraneo. Con lui discutiamo sulle motivazioni che hanno portato molte persone a partecipare alla giornata di lotta e riguardo l'imminente riapertura del campo d'internamento etnico dell'isola, un lager che non è mai stato realmente chiuso, nonostante le dichiarazioni del Governo.

La seconda corrispondenza è con una redattrice del programma "Macerie su Macerie" di Radio Blackout, riguardo la richiesta del Questore di Torino, d'imporre la sorveglianza speciale contro 3 compagni, redattori di "Macerie / Storie di Torino". Con lei facciamo il punto sulle trasformazioni che vorrebbero imporre ad alcune zone della città, sulle lotte contro il CIE e gli sfratti, sulla repressione e nello specifico riguardo la sorveglianza speciale.

Concludiamo invitando a scaricare, stampare e diffondere questo avviso riguardo un'operazione repressiva che si svolgerà in tutta Europa dal 13 al 26 ottobre contro i/le migranti senza documenti. 18000 agenti saranno impiegati in due settimane di retate, volte ad arrestare più persone possibili e l'Italia sarà sicuramente impegnata in questa operazione oppressiva denominata "Mos Maiorum". L'avviso è in 8 lingue. 

Buon ascolto

Dalla legge contro la prostituzione al controllo sociale

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Durante l’estate rimanderemo, sempre nel nostro orario,

le trax che possono essere di base per un confronto, raggruppate per argomenti.

 Regolamentarismo/proibizionismo/abolizionismo: dalla legge contro la prostituzione al controllo sociale”/ mercoledì 25 giugno 2014

trax del 11/12/2013

 

        Immagine rimossa.

 

Milano - assemblea di donne contro le politiche di controllo

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Milano, assemblea di donne il 4 maggio “Per riprenderci il tempo della vita e lo spazio della città” – ce ne parla una compagna del collettivo Leventicinqueundici: l'intento è quello di esplorare i nessi fra le politiche di controllo che hanno consentito il nascere di Centri di identificazione ed espulsione, dove rinchiudere donne e uomini migranti bollati come “illegali”, e  ciò che  limita e ingabbia le nostre vite di cittadine cosiddette “legali”.

Comunicato di solidarietà con gli arrestati e le arrestate del 6 aprile

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Radio Onda Rossa esprime piena vicinanza, solidarietà e complicità alle compagne e ai compagni coinvolte/i nella montatura giudiziaria orchestrata dallo Stato e dai suoi apparati repressivi, sfociata negli arresti e nelle perquisizioni del 6 aprile. Un'operazione che ha come obiettivo essenziale quello di sfaldare e criminalizzare un percorso di lotta esemplare contro i Cie, le galere, lo sfruttamento e il controllo sociale, portato avanti con determinazione e chiarezza di obiettivi.

 

Magistrati, giudici, inquirenti e poliziotti credono sia sufficiente un impalpabile teorema giudiziario per fermare il dissenso manifestatosi contro le politiche oppressive, razziste e segregazioniste adottate dai governi europei nei confronti dei e delle migranti. E allora, compito imprescindibile dei e delle solidali di ogni luogo diventa quello di sostenere le ragioni di chi lotta affinché questo dissenso cresca, proseguendo con più forza la lotta contro i Cie e combattendo con decisione l'isolamento a cui mira la repressione, attraverso spettacolari quanto inconsistenti "blitz", come quello inscenato il 6 aprile scorso in diverse città italiane.

 
Vogliamo con forza la libertà immediata di tutte e tutti le/gli arrestate/i, la riapertura del circolo "Fuoriluogo", insieme alla libertà immediata per tutte le persone migranti e la chiusura di tutti i CIE!

 

Radio Onda Rossa