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Le Dita nella Presa

Trasmissione di approfondimento tecnologico a cura di AvANa. Contattaci a leditanellapresa poi fai una chiocciolina ondarossa poi fai un punto info

INVALSI: oggettivi... forse!

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Oggi parliamo dell'INVALSI, il famigerato test a risposta chiusa che ogni studente deve fare 5 volte nel corso del suo ciclo di studi. Analizziamo in particolare le stranezze statistiche di questo test. Infatti non si capisce se questo test debba offrire valutazioni collettive (sull'intero sistema scuola) o individuali (sulla singola studente). Anche le sue statistiche sul cheating lasciano piuttosto a desiderare: un'analisi superficiale dei dati ci dice che più del 50% delle classi ha l'abitudine di scopiazzare; guardandoli meglio, però, vediamo che è la statistica ad essere costruita esattamente per dare questa risposta.

Letture consigliate:

iSpy: che geopolitica sarebbe senza smartphone?

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Durata 1h 44m 3s

Recentemente il caso Kashoggi è tornato alla ribalta per il forte sospetto che l'iPhone di Jeff Bezos sia stato violato, sembra addirittura dal principe ereditario saudita. Come è stato possibile che l'uomo più ricco del mondo s'è fatto fregare le foto? Provano a rispondere analisi forensi commissionate proprio da Bezos. Analisi che confermano i principali sospetti, ma che comunque mostrano varie criticità nel modo in cui sono state svolte. Partendo da questo discutiamo più in generale di come la ricerca volta a fornire dispositivi sempre più sicuri ci ha portato a dei dispositivi opachi anche per gli stessi "proprietari". Nel caso di Apple, questo è rappresentato da Secure Enclave, ma vari sono i meccanismi analoghi.

Già che ci siamo, facciamo un breve ripasso dei legami tra governo saudita, hacking team e altri spioni.

In chiusura diamo qualche altra notizia su sicurezza e privacy su smartfonini.

 

Global warming will be televised (on demand)!

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Puntata dedicata all'ecologia ed in particolare ai consumi energetici dell'uso delle tecnologie digitali. Ripartiamo quindi da quanto abbiamo raccontato nel ciclo di trasmissioni sulla materialità del digitale a proposito della produzione dei dispositivi digitali, ma stavolta parliamo dell'uso. Può sembrare sorprendente, ma buona parte del consumo dell'ecosistema digitale è da attribuire al trasferimento dati e in particolare allo streaming video, una tendenza che si prevede ulteriormente in aumento. Vediamo insieme quali scelte tecniche hanno provocato questa situazione e diamo alcuni suggerimenti di buone pratiche di ecologia digitale.

A scuola di sorveglianza

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Durata 1h 39m 24s

Chiudiamo l'anno con una puntata miscuglio di varie notizie.

Apriamo con la presentazione di un articolo molto interessante che combinando argomenti diversi crea un modo per parlare a distanza con dei microfoni; questo, sommato con la recente moda dei voice assistant, permette effetti incredibili, come il comandare un'automobile a distanza, o aprire una porta da 100metri di distanza.

Ci soffermiamo poi su una notizia non recentissima: un maestro elementare sospeso perché non usava il registro elettronico, preferendo quello cartaceo per ragioni di privacy. Ci sono varie ragioni "legali" per cui questo non dovrebbe essere obbligatorio, ma in questa puntata cerchiamo di guardare alle singolari caratteristiche del registro elettronico: oggetto salvifico che ci farà risparmiare carta (compensando con una massiccia produzione di inquinanti dispositivi elettronici); renderà le comunicazioni tra docente studente e famiglia rapidissime e - soprattutto - continue, rendendo ogni soggetto sotto l'osservazione dell'altro; renderà i lavoratori ancora più sorvegliabili dal dirigente scolastico; accentrerà la conservazione dei dati (anche quelli sensibili).

Ci colleghiamo poi con il Chaos Communication Congress, dove un folto gruppo di acare ed acari che animano hackmeeting si sono date appuntamento. Ci raccontano cos'è il CCC, cosa lo rende interessante, e alcuni dei seminari che hanno seguito alla 36esima edizione del congresso #36c3.

L'ultimo che esce spenga Internet

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Durata 1h 44m 1s

In Iran dal 16 al 21 novembre le comunicazioni Internet sono state sostanzialmente bloccate all'interno del paese. Non si tratta, però, di un completo shutdown di Internet - operazione troppo costosa - ma di un'azione più complessa e differenziata, che contiene anche segni di sperimentazione tecnica. La direzione della sperimentazione è chiara: il passaggio dalla connessione ad Internet alla connessione ad una Intranet nazional-religiosa che riesca però a non danneggiare troppo l'economia. Una direzione simile - ma con sostanziali differenze -  è stata presa anche da Russia e Cina. Guardiamo anche il caso indiano dove, utilizzando tecniche molto più rozze, i blocchi di Internet sono sempre più frequenti.

A seguire, notiziole sparse, tra cui:

  • Il servizio sanitario britannico concede ad Amazon l'accesso a molti dati sanitari.L'ottica è quella di far svolgere alla multinazionale statunitense una parte dei compiti del medico curante.
  • È uscito mycroft.ai, un software in grado di sostituire i cosiddetti "voice assistant" con degli oggetti dalle caratteristiche tecniche simili ma che non richiedono il passaggio da multinazionali.
  • Facebook lancia una board dedicata alla realizzazione di linee guida per il monitoraggio dei contenuti su Facebook. Viene dichiarata come un'entità indipendente, ma i soldi vengono tutti (130 milioni di dollari!) da Facebook, gli amministratori li ha nominati Facebook.  Supponiamo quindi che l'indipendenza derivi dall'aver inaugurato una scatola dei suggerimenti digitale.

Non vi dimenticate! 21 dicembre 2019 sono 25 anni di Avvisi ai Naviganti: festeggiamo il compleanno ai AvANa al CSOA Forte Prenestino.

Dal 22dicembre al 5 gennaio ancora non sappiamo se saremo in onda; se saremo pigri, troverete comunque delle repliche la domenica alle 21 su radio onda rossa.

Cosa vuol dire data common?

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Durata 1h 21m 28s
Durata 22m 56s

Leggiamo dai principali quotidiani che alla guida del fondo innovazione (fondo che gestisce moltissimi soldi pubblici destinati alle startup) sta arrivando Francesca Bria, sostenitrice della sovranità digitale e della creazione di data commons. Cos'è dunque la sovranità digitale? E i data commons? Come mai citano Smith e Benkler? Come hanno implementato le idee "radicali e di sinistra" (per citare laRepubblica) in materia di smart city, negli anni di governo di Barcellona?

Finita la predica sulle smart city, ripeschiamo un altro dei nostri cavalli di sorveglianza: la sorveglianza elettronica. La Cina cerca di consolidare in vari modi la sua posizione dominante nel settore del riconoscimento facciale; la russia continua il suo progetto di rendersi autonoma dall'Internet globale, senza tuttavia disconnettersi; il sistema di tracciamento e pubblicità su Internet periodicamente ci rassicura che le informazioni davvero sensibili non vengono raccolte: altrettanto periodicamente scopriamo che non è vero.

Anabbagliante rotto? Prendi il cacciavite trilobato!

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Durata 2h 0m 1s

Puntata conclusiva del ciclo sui trasporti!

Nell'ultima puntata avevamo parlato di come l'eccesso di elettronica nelle automobili rende alcune riparazioni più complesse. Oggi ripartiamo dallo stesso argomento per parlare di altri modi in cui una automobile può rompersi prima del dovuto a causa di scelte ingegneristiche e stilistiche, e di come le case produttrici sacrifichino la manutenibilità del veicolo rispetto a qualsiasi altro fattore più commercializzabile: prestazioni, costo, aspetto, dimensioni del veicolo. Oltre a disincentivare la riparabilità, anche dal punto di vista legale.

Sentiamo spesso parlare di veicoli meno inquinanti: tuttavia l'attenzione pubblica si rivolge troppo spesso al tema delle emissioni durante l'utilizzo della macchina, mentre il grosso dell'inquinamento deriva dalla produzione dei veicoli. La manutenibilità è quindi anche una questione ecologica.

Ti ricordi quando per spannare il parabrezza non serviva un computer?

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Durata 1h 42m 44s

Continuiamo a parlare di trasporti, questa volta soffermandoci sulla possibilità di far vivere a lungo un'automobile riparandola. Malgrado la produzione di un veicolo sia una fase molto inquinante (oltre che costosa) il messaggio che ci arriva da giornali pubblicità e istituzioni sembra essere che cambiare spesso il veicolo sia un fatto positivo. Noi la pensiamo diversamente, e quindi in questa puntata andiamo a guardare uno dei meccanismi che rende la sostituzione di un'automobile più attraente della sua riparazione: l'abuso di elettronica.

Lo facciamo anche con l'intervento telefonico di un compagno che ci racconta il punto di vista di chi le automobile prova a ripararle.

Aggiornamenti sul calendario:

Il motore perfetto e altre leggende

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Durata 1h 53m 3s

Quando sentiamo parlare di inquinamento legato ai mezzi di trasporto, spesso ciò di cui si parla sono i combustibili o comunque le fonti energetiche in questione. La premessa che in molti sembrano dare per scontata è che la ricerca di una "soluzione ecologica" consista nell'invenzione di un tipo di motore che ci dia un trasporto di paradigma automobilistico/individualista ma che magicamente inquini meno. Non ci sembra che questo genere di soluzioni sia in vista; esploriamo perciò le principali opzioni sul tavolo, mostrando come lo stesso problema di "inquinare meno" sia definito in maniera quantomeno incerta e che nessuna delle proposte tecniche sembra nettamente migliore delle altre.

Facciamo una disamina delle varie tecnologie che nel tempo sono state acclamate come "la soluzione", il "motore perfetto" ecc.

Ascolta anche Ma l'auto elettrica è davvero così pulita? (marzo 2018), le altre trasmissioni delle dita nella presa sui trasporti.

L'auto a guida autonoma e la forma delle nostre città

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Durata 1h 46m 19s

In questa puntata continuiamo il tema dei trasporti soffermandoci in particolar modo sulla guida autonoma. Come tutti gli altri sistemi "ibridi" tra trasporto pubblico e trasporto privato, ci dicono che queste tecnologie si affiancheranno  ai sistemi tradizionali, lasciandoci liberi di scegliere. Tutto il contrario emerge andando a guardare meglio le caratteristiche tecniche di questi sistemi: la guida autonoma impone infatti una città costruita a sua misura, densa di sensori, beacon che trasformano i più banali cartelli stradali in messaggi comprensibili dalle centraline elettroniche, corsie dedicate e molto altro. In compenso potremo vedere trenini di auto che viaggiano felici sulle loro corsie preferenziali.