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iran

Free Maysoon Majidi!

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Durata 6m 31s

Si è svolto oggi a Crotone un sit-in per chiedere la liberazione di Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana costretta a fuggire dal regime degli ayatollah a causa della sua militanza nel movimento Donna, vita, libertà.

Arrivata in Italia su un battello di migranti, si trova attualmente imprigionata con la folle accusa di essere una trafficante di esseri umani, a causa di una serie di errori di traduzione e di procedurali che hanno del grottesco.

La nostra corrispondenza dalla Calabria con un attivista del comitato Free Maysoon

No all'esecuzione di Toomaj Salehi

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Durata 14m 7s

Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte con l'accusa di “corruzione sulla terra” da un tribunale speciale. L’artista è detenuto da oltre un anno per accuse relative al contenuto delle sue canzoni e per aver sostenuto il movimento “Donna Vita Libertà”.

Toomaj Salehi è un militante del movimento che è scoppiato dopo la morte di Mahsa Jina Amini, la 22enne che aveva perso la vita dopo essere stata posta in custodia perché non portava correttamente il velo, e nelle sue canzoni chiede la libertà per i detenuti ingiustamente imprigionati e la fine della repressione.

Insieme a lui attendono la condanna a morte centinaia di prigionieri, compresi donne e minorenni, accusati di reati sia politici che comuni: impressionante il bilancio delle impiccagioni avvenute negli ultimi due anni in seguito all'accentuarsi della repressione del regime degli ayatollah.

L'Iran e la lotta per la libertà

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Durata 11m 42s
L'inganno dei confini
 
I conflitti armati in Asia occidentale, su cui è tornata l'attenzione mediatica dallo scorso ottobre, oltre a massacrare le popolazioni, coinvolgono tutti gli stati: mai come oggi siamo sull'orlo di una crisi mondiale.
L'area dell'Asia sudoccidentale ha sempre avuto precari equilibri accentuati dalla divisione coloniale dell'area tra vari stati, dalla nascita di un forte integralismo religioso negli ultimi decenni e dagli interessi imperialisti.
L’arco di crisi vede situazioni di conflitti guerreggiati, ad alta o bassa intensità, in Palestina, Iran, Libano, Yemen, Siria, Iraq, Armenia, Azerbaijan, Georgia e Turchia.
Si è passati dalle lotte di liberazione laiche, panarabe e panislamiche a situazioni di esasperazione dei nazionalismi, dei regionalismi e dei dogmatismi religiosi.
Le forme di repressione delle libertà e di esasperazione nazionalista e guerrafondaia praticate negli stati dell'area sono analoghe a quelle perseguite in Europa dalla destra fascista, sovranista e guerrafondaia.
E' proprio per questo che abbiamo deciso di organizzare, nella nostra sede di via Vettor Fausto 3, a Garbatella, un ciclo di dibattiti che possano aiutarci a capire meglio, analizzando e riflettendo collettivamente, le dinamiche che animano questi conflitti. Una chiave di lettura delle situazioni che tenga conto dei complessi aspetti che la riguardano. Con la speranza di individuare percorsi libertari di emancipazione sociale.
Abbiamo pensato di invitare compagnə che vivono, o hanno vissuto, in quei paesi che studiano queste dinamiche o che sono impegnatə nelle lotte per la solidarietà alle popolazioni.
Per contatti:
Facebook: Gruppo Anarchico Mikhail Bakunin
Instagram: @gruppoanarchico_bakunin.roma
Youtube @gruppoanarchicobakunin-fai7749
 
- Venerdì 22 marzo parleremo dell'Iran con Ghazal Afshar dell'Associazione giovani iraniani in Italia e altrə combattenti per la libertà in Iran;
I dibattiti cominceranno alle 19:30 (fuso orario di Roma) nella nostra sede di Via Vettor Fausto 3 (metro Roma B - Garbatella): entrare nel portone e scendere le scale.

Elezioni in Iran, una farsa che si ripete

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Durata 15m 10s

Si tengono oggi in Iran le elezioni per il rinnovo del parlamento iraniano e e della cosiddetta assemblea degli esperti, l'organo che ha teoricamente il potere di nominare o revocare il potere della guida suprema della repubblica islamica. Delle consultazioni completamente antidemocratiche in cui i candidati vengono selezionati in base al loro livello di affidabilità nei confronti del regime. Il rischio, per la guida suprema, è che la partecipazione al voto possa crollare rispetto alla già bassa affluenza della precedente tornata, in un contesto segnato da una generalizzata sfiducia nei confronti degli ayatollah.

Affinita’ e divergenze tra il compagno Shariati e noi

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Durata 50m 54s

Seconda puntata dedicata alla relazione tra marxismo e Islam. Usciamo un po' dai nostri confini per andare nell'Iran degli anni '70, dove Ali Shariati sta diventando (suo malgrado) uno degli intellettuali di riferimento della rivoluzione. Conosciuto in occidente solo attraverso le opere che hanno superato la censura religiosa, Shariati unisce marxismo e sciismo in una filosofia che non ha mai smesso di dire la verita' al potere. Paradiso e' solo un altro nome per la fine della storia.

Scaletta musicale:

  • CCCP - CCCP
  • Shagane - The Retuses

Qui (https://weise.symmetry-us.com/poemgeometry/) l'analisi dei motivi geometrici in Shagane di Eisenin

Ancora esecuzioni in Iran

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Durata 18m 8s

L'opposizione al regime degli ayatollah in Iran continua a pagare un pesantissimo tributo di sangue: la scorsa settimana si è chiusa con l'esecuzione di quattro condanne a morte, tra cui quella di due giovanissimi fratelli beluci, questa settimana si è aperta con la messa a morte di cinque detenuti, quattro dei quali curdi, impiccati dopo un processo farsa. Nonostante questo livello di repressione le rivolte continuano, nel carcere di Qezel Hesar è stato necessario il violentissimo intervento dei reparti antisommossa per sedare le proteste dei detenuti politici presenti nel penitenziario.

Iran, 99 esecuzioni in un mese

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Durata 18m 53s
Ieri mattina il regime iraniano ha impiccato Mohammad Ghobadlou, ventitrenne ingiustamente condannato a morte per aver preso parte alle proteste nazionali del 2022.
Insieme a lui è stato giustiziato anche Farhad Salimi prigioniero politico in carcere da 14 anni.
Solo negli ultimi trenta giorni in Iran sono state giustiziate 99 persone

In Iran almeno 809 esecuzioni nel 2023

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Durata 19m 3s

Il 2023 si è chiuso in Iran con un bilancio di almeno 809 esecuzioni capitali, una cifra purtroppo calcolata per difetto e a cui vanno aggiunte le esecuzioni extragiudiziali e i casi di desaparecidos. Il 2024 si è aperto nel frattempo con il caso di Roya Hesmati, un'attivista curda condannata a 74 frustate per non avere indossato correttamente il velo.

La nostra corrispondenza con Ghazal, dell'associazione dei giovani iraniani in Italia.

Raisi costretto a saltare il global refugee forum di Ginevra.

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Durata 15m 56s

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi non ha partecipato al Global Refugee Forum del 2023 in corso a Ginevra dal 13 al 15 dicembre. Si tratta dell’evento indetto dall’ONU per trattare la questione dei rifugiati nel mondo. L’obiettivo dell’incontro internazionale è quello di discutere delle condizioni di vita dei rifugiati, puntando ad un generale miglioramento e al sostegno dei Paesi terzi ospitanti.

La presenza di Raisi aveva suscitato profonda disapprovazione da parte della resistenza iraniana, di molti attivisti e associazioni che si occupano di diritti umani. Il dissenso è stato così forte da spingere i contrari a firmare un appello da presentare direttamente alle Nazioni Unite, ricordando che il presidente iraniano è responsabile di crimini contro l’umanità e di aver causato, nel 1988, la morte di migliaia di prigionieri politici.

Raisi avrebbe dovuto tenere un discorso di apertura nella prima giornata dedicata al Forum dei rifugiati 2023 a Ginevra, il 13 dicembre, ma ha dovuto saltare l’appuntamento.

Raisi è accusato di aver compiuto un genocidio, partecipando alle torture e alle esecuzioni extragiudiziali di decine di migliaia di oppositori nel 1988. Secondo un rapporto di Amnesty International uscito il 6 dicembre, Raisi avrebbe ordinato l’uccisione di oltre mille manifestanti nel novembre del 2019 mentre era a capo della magistratura e avrebbe fatto arrestare più di 30 mila cittadini nel 2022 nella rivolte che hanno infuocato l’Iran dopo l’uccisione della giovane Masha Amini per mano della Polizia della morale.

In Iran solo a novembre 120 esecuzioni capitali

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Durata 16m 29s

La brutale repressione del regime degli ayatollah non si ferma. Nel solo mese di novembre, come si può leggere da un report di Iran human rights monitor, sono state eseguite ben 120 esecuzioni capitali. Amnesty international invece ha presentato un documento agghiacciante sull'uso sistematico e scientifico della violenza sessuale nei confronti di chi si oppone a Khamenei e Raisi.

Il dossier di IHRM: https://iran-hrm.com/2023/12/04/stop-executions-in-iran-120-executed-in…

Il dossier di amnesty international: https://www.amnesty.it/iran-lo-stupro-usato-per-stroncare-il-movimento-…