Tempo di guerra. Ne sentiamo parlare tutti i giorni. Ci si abitua a tutto. Anche la guerra, se lontana, diventa un sottofondo. Sulle nostre vite, gli effetti di una guerra combattuta altrove non sono chiari, anche se sono proprio davanti ai nostri occhi. Il prezzo del carburante che oscilla fino a raggiungere cifre mai viste, o quello delle bollette, che ci svuotano le tasche e costringono alla chiusura un esercizio dopo l’altro. Perdiamo potere d’acquisto: ci abituiamo, usciamo meno. La guerra per chi non la vive in fondo funziona così, ma per fare la guerra bisogna prima provarla. È così che in Sardegna è arrivata la Noble Jump 2023. Ne abbiamo sentito parlare ed era in fondo un’esercitazione che si sommava alle tante altre che falcidiano la nostra terra. C’è Mare Aperto come ogni anno, e alla Noble Jump segue la Joint Stars.
Il mito da cartolina della Sardegna come angolo di paradiso viene interrotto bruscamente da una primavera di esercitazioni sempre più audaci, che spostano l’asticella sempre più in là. In estate si fermano appena in tempo perché l’industria turistica, un’altra delle grandi straordinarie opportunità sulla carta, quella che dà un tozzo di pane per sopravvivere durante l’anno ai tanti giovani che rimangono qui in attesa di tempi migliori, non venga intralciata troppo. I grandi interessi devono poter convivere.
La Noble Jump arriva nell’isola in un momento in cui dall’inizio del conflitto russo-ucraino è ormai passato tanto tempo, più di un anno. Bisogna mostrare i muscoli, esibire l'arsenale. La NATO ha deciso di far vedere che i suoi mezzi sono tanti e potenti. Lo vuole dimostrare ai civili degli stati alleati e al suo nemico. E lo fa palesandosi in un modo che alle nostre latitudini non avevamo mai riscontrato: sui social, col sorriso mentre mostra l’imponenza delle sue armi.
La Noble Jump, per chi conosce i soprusi che vessano la Sardegna in quanto servitù militare è forse un’esercitazione come tante altre, solo più imponente del solito.
Così recita l’Unione Sarda, che cita la nota ufficiale:“«Le forze schierate opereranno su vari scenari militari fino al 13 maggio. Venerdì 12 i partecipanti uniranno le forze in una giornata dimostrativa congiunta delle potenze alleate a fuoco vivo, mostrando le loro abilità e prontezza a proteggere e difendere il territorio alleato, ovunque e quando necessario». E sarà il gran finale col botto”.
Suona come una provocazione, come un oltraggio. Questa nostra terra dilaniata è il teatro di prova per dimostrare cosa è in grado di fare la NATO se dovesse essere necessario. Un gran galà della devastazione per mandare un messaggio al nemico. Una provocazione che non può essere lasciata cadere nell’indifferenza. Ci sono dei momenti in cui bisogna rimarcare che questo ruolo di arena non ce lo siamo scelto e non lo vogliamo.
Ci sono dei momenti in cui l’importante, prima di tutto, è che non passi il messaggio che questo ruolo di colonia militare, di luna park della guerra, lo accettiamo di buon grado.
Per questo motivo ci sembra doverosa una manifestazione a Cagliari, nello stesso giorno della dimostrazione di potenza delle forze congiunte NATO su Capo Teulada. Una manifestazione per dar voce a chiunque voglia far sapere che questo ruolo della Sardegna non lo accetta.
Non vogliamo questo presente. Non accettiamo questo futuro.
A FORAS SA NATO