Sardegna, il 1 Novembre manifestazione alla base militare di Teulada
In collegamento telefonico con una compagna di Cagliari parliamo della marcia in difesa della salute e dell'ambiente del prossimo 1 novembre a Teulada.
In collegamento telefonico con una compagna di Cagliari parliamo della marcia in difesa della salute e dell'ambiente del prossimo 1 novembre a Teulada.
Con Antonio Mazzeo commentiamo l'articolo di difesa online delle esercitazione del nostro esercito in Kosovo per formare apparati militari all'esercizio dell'ordine pubblico all'interno di vari paesi, tra cui il nostro. Parallelamente nelle università italiane si allarga sempre più la collaborazione con la Difesa e Finmeccanica.
Ieri si è svolta la manifestazione convocata dalla rete "Agire nella crisi" al Brennero, al confine con l'Austria.
Tra poche settimane, infatti, è prevista la chiusura della frontiera ai migranti che arrivano dalla rotta balcanica e che vogliono oltreppasare i confini europei in fuga da povertà e guerra. Il corteo ha oltrepassato il confine ma ha trovato la polizia austriaca a fermare la protesta degli attivisti che da Idiomeni al Brennero chiedono una "cittadinanza maggiormente inclusiva"; è quello che sostengono i compagni che sono intervenuti questa mattina a Radio Onda Rossa che nelle prossime settimane lanceranno nuove iniziative.
Intanto, proprio oggi centinaia di siriani, a causa dell'accordo dell'Unione europea con Ankara, sono stati riportati forzatamente dalla Grecia in Turchia mentre alcuni sono stati mandati in Germania. L'inclusione differenziale è una delle caratteristiche delle nuove disposizioni rispetto ai flussi migratori che arrivano soprattuto dal medio oriente ma non solo, istallazione di hotspot ai confini e militarizzazione sempre più preoccupante dei territori. A tal proposito, abbiamo analizzato insieme ad una compagna di Roma il cambiamento di fase rispetto alla gestione dei flussi, l'accordo infame Ue-Turchia, l'importanza della battaglia sui confini e dell'unione delle istanze con i movimenti europei.
Nel giorno della rabbia lanciata dai Fratelli Musulmani continuano gli scontri in tutto l'Egitto. Manifestazioni di solidarietà alla fratellanza anche in Giodania e in west bank da parte di Hamas. Intanto l'arabia saudita sostiene l'esercito egiziano. Tutto questo mentre in Libano Suleiman, il presidente libanese accusa israele dell'autobomba contro gli Hezbollah e gli USA continuano la guerra silenzione in Yemen contro Al qaedia.
aggiornamenti sulle ultime 48 in Egitto.
Dopo le manifestazioni, gli arresti e i massacri che hanno seguito l'arresto di Morsi attesi per oggi pomeriggio nuovi cortei dei fratelli musulmani in tutto al paese dopo la preghiera, anche Hamas ha dato indicazione di scendere in piazza nella west bank
pre.cjk { font-family: "DejaVu Sans",monospace; }p { margin-bottom: 0.21cm; } Egitto. Il "Venerdì della Determinazione", resistenze dal basso al processo controrivoluzionario in corso. Dopo le forti repressioni subite dai manifestanti il 28 e 29 giugno scorso ad opera delle forze di polizia, le mobilitazioni non si fermano e tentano di scuotere dal basso il processo controrivoluzionario. Da Midan Tahrir, epicentro mediatico della rivolta, un documento programmatico ci rivela da una parte come la piazza abbia preso con determinazione la via della contrattazione diretta con chi gestisce il potere, attraverso anche forti critiche alle politiche economiche attivate nel dopo-Mubarak. L'analisi attenta di come si è arrivati a questo documento congiunto ci permette allo stesso tempo di meglio comprendere le tensioni interne al fronte dell'opposizione, eterogeneo per composizione e progettualità politica. Intanto la Fratellanza musulmana, raggiunto lo storico traguardo del riconoscimento politico, sembra avviata ad un processo di frammentazione, dovuto all'incapacità politica della dirigenza di rapportarsi con l'ala più giovane e "movimentista".
Continuano le manifestazioni in Egitto. Ci sono tensioni chiaramente indotti dai seguaci del vecchio regime al punto che in Egitto si parla di "strategia della tensione". Ancora l'esercito gestisce la transizione nel mentre si formano i partiti che cercano di radicarsi nel territorio. Lo scontro inizia a presentarsi articolatoper classi sociali.
Analisi sull'esercito egiziano che in questi giorni ha preso in mano le redini del dopo- Mubarak, per una transizioni alla "democrazia". La piazza Tahrir festeggia, ma rimane mobilitata per seguire questo passaggio non fidandosi. Rimane il programma socio-economico della piazza per ora ignorato dal tentativo del ceto politico di rinnovarese stesso