Non smettiamo di parlare di Palestina
Con Meri, gli ultimi aggiornamenti su cosa sta avvenendo a Gaza e in Cisgiordania; in conclusione un ricordo di come il 9 dicembre 1987 iniziò l'intifada delle pietre.
Con Meri, gli ultimi aggiornamenti su cosa sta avvenendo a Gaza e in Cisgiordania; in conclusione un ricordo di come il 9 dicembre 1987 iniziò l'intifada delle pietre.
Potrete ignorare il massacro, ma non ignorerete la nostra mobilitazione.
Per nove lunghi ed estenuanti mesi abbiamo invaso le strade per denunciare il genocidio compiuto da Israele, e ancora continueremo a farlo.
L'Italia - rappresentata da questo Governo collaborazionista e da precedenti Governi di ogni colore che si sono ugualmente mostrati complici - ha numerose responsabilità nell'eccidio che sta subendo il Popolo Palestinese.
Ieri, l’entità sionista ha commesso l’ennesimo massacro, prendendo di mira il campo profughi di Al-Mawasi-zona designata come SICURA- a est di Khan Younes, nel sud della striscia di Gaza, causando più di 100 martiri e circa 300 feriti.
Noi condanniamo il silenzio e la complicità dell’Italia e della comunità internazionale dinanzi a quest’ennesimo massacro e di fronte al GENOCIDIO in corso a Gaza.
Per questo ci rivolgeremo direttamente al Ministro degli Esteri: lo metteremo davanti all'ipocrisia e ai doppi standard della nostra classe dirigente, che ignora totalmente la volontà popolare, la quale è massicciamente compatta intorno alla Causa Palestinese.
Chiederemo che il nostro Paese si adoperi affinché:
- sia sospeso e cancellato l’accordo di associazione UE-Israele;
- siano rilasciati i prigionieri politici, anche su suolo italiano;
- siano imposte sanzioni totali al settore militare e “dual use” israeliano;
- siano interrotti tutti i rapporti di tipo economico, accademico, scientifico, militare, politico e diplomatico che spalleggiano il genocidio in corso a Gaza, la devastazione in Cisgiordania e la politica di Apartheid e pulizia etnica che imperversa da oltre 75 anni in Palestina.
Lotta insieme a noi!
Palestina Libera! 🇵🇸
Intifada fino alla Vittoria! ✊🏼
Ne parliamo con Maya del Movimento degli Studenti Palestinesi in Italia
Appuntamento giovedì 18 luglio 2024 - Ore 17.00
Farnesina - Ministero degli Esteri
Resistiamo per la Palestina, ancora: insieme!
Manifestazione a Roma - Sabato 22 Giugno - ore 17.00 Piazza di Porta Maggiore
Non possiamo abbassare lo sguardo, non ora: il sionismo conta sulla nostra stanchezza, sulla disinformazione mediatica, sulle distrazioni dell'estate imminente. I Palestinesi non smuovono interessi economici, e quindi possono contare su pochi alleati: Libano, Yemen, Iraq e quanti nel mondo siano inorriditi dall'ipocrisia sanguinaria d'Israele. Dopo oltre 8 mesi di massacro, 40.000 trucidati, 100.000 feriti, milioni di sfollati e traumatizzati e miliardi di danni (a Gaza), 10.000 prigionieri, centinaia di ettari illegittimamente espropriati e innumerevoli saccheggi e uccisioni (in Cisgiordania), rimangono solo due atteggiamenti praticabili: il sostegno completo alla Causa Palestinese ed alla sua Resistenza, o la complicità omicida. Quella stessa complicità di cui, con ben più responsabilità, si sono macchiati anzitutto i paesi arabi: petro-monarchie del Golfo, Egitto, Giordania e molti altri. Questi Stati fantoccio - condotti dalla mano sionista e statunitense - già da anni con ipocrisia sostenevano la Palestina a parole, per poi pugnalarne il popolo inerme ad ogni occasione possibile, tramite accordi diplomatici, commerciali e militari volti ad arricchire unicamente le tasche delle autoritarie élite al comando, in sfregio al comune sentire delle rispettive popolazioni totalmente solidali con la Resistenza palestinese. L'esempio più lampante sono gli Accordi di Abramo: in cambio di denaro, tecnologie e scambi commerciali, i paesi arabi conniventi normalizzavano le relazioni con Israele e sdoganavano lo stato d'Apartheid che opprime i Palestinesi. Con il 7 ottobre la resistenza palestinese ha interrotto tutti questi processi che a poco a poco stavano stringendo un cappio mortale al collo della Palestina. E tutti quegli Stati arabi, smascherati nella loro ipocrisia di entità servili che davano copertura ai crimini sionisti, sono stati costretti a scivolare nell'ombra del silenzio mentre scorreva il sangue dei loro fratelli palestinesi… Solo i più poveri, i più sofferenti, si sono fatti avanti: Libanesi, Yemeniti e Iracheni hanno attivamente sostenuto la Resistenza. Per questo, non smetteremo mai di essere loro grati: un motivo in più per appoggiare ogni forma di Lotta finalizzata alla libertà di quelle genti e all'autodeterminazione del Popolo Palestinese!
Non molleremo mai! Palestina Libera! 🇵🇸 Intifada fino alla Vittoria!
Ne parliamo con un compagno palestinese
Diamo lettura di alcuni articoli di approfondimento sulla situazione a Gaza, focalizzati in modo particolare sulla strage di Nuseirat, e sulle complicità degli Stati Uniti e dell'Unione Europea nel sostegno economico-finanziario ad Israele, immutato (anzi aumentato!) dopo il 7 ottobre, di fonte al genocidio.
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università insieme ai collettivi studenteschi e ai e alle docenti aderenti all’appello contro il bando MAECI, che prevede collaborazioni di ricerca con Università israeliane, organizza per il giorno 23 maggio 2024 un presidio a Roma in occasione della riunione della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) per chiedere il cessate il fuoco, l’interruzione dei rapporti tra università e Israele e tra università e filiera bellica, per chiedere le dimissioni dei rettori presenti nella fondazione Medor (Leonardo) e una presa di posizione contro la repressione sugli studenti/esse.
L'appuntamento è giovedì 23 maggio alle ore 9 a Roma in piazza Santi Apostoli, per andare in delegazione in piazza Rondanini
Ne parliamo con un compagno dell'Osservatorio
Il 15 maggio è una ricorrenza di particolare importanza per i palestinesi. È il giorno in cui celebrano la Nakba, ovvero la ‘catastrofe’: tramite questa giornata viene mantenuto vivo il ricordo della cacciata dalle proprie abitazioni di centinaia di migliaia di persone e la mancata fondazione di un proprio Stato autonomo.
La data scelta per questa ricorrenza ha un elevato significato simbolico: il 15 maggio 1948 segna, infatti, l’inizio della prima guerra arabo-israeliana, che si concluderà con la vittoria del neocostituito Stato d’Israele. È anche un ulteriore passaggio della storia della resistenza del popolo palestinese.
In questa articolato intervento, Wasim Dahmas, professore emerito di Lingua e Letteratura Araba all'Università degli Studi di Cagliari, ripercorre la storia precedente e successiva alla Nakba, arrivando a trattare il ruolo delle truppe britanniche di occupazione nella creazione dello stato colonialista di Israele, in un preciso disegno di continuità tra le vicende del passato e l'attuale genocidio.
Corrispondenza dal volantinaggio al Liceo Chateaubriand in solidarietà a Seif Besouibat, educatore licenziato da quello stesso Liceo per due post di sdegno contro il genocidio a Gaza.
Il Liceo è chiuso e deserto perché la dirigenza "per ragioni di sicurezza" ha disposto, per oggi, l'uscita anticipata degli e delle studenti, con l'invito a non attardarsi nei pressi della scuola
Corrispondenza con Fabio Marcelli, Co-Presidente del Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia, che ci presenta un esposto-denuncia presentato alla Procura di Roma per contrastare alcune scelte del governo italiano, che potrebbero configurare una complicità nel genocidio in corso ai danni della popolazione palestinese.
L’atto, oltre a ritenere contraria agli obblighi internazionali l’interruzione del sostegno all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi (UNRWA), che ha comportato la privazione di beni fondamentali come cibo e medicinali per centinaia di migliaia di abitanti di Gaza, si concentra sulla fornitura di armi al governo israeliano. L’Italia, infatti, attualmente figura al terzo posto nella classifica di fornitori internazionali di armi al governo israeliano; il supporto fornito dall’Italia all’aggressione militare israeliana è continuato imperterrito dopo il 7 ottobre, nonostante le dichiarazioni dei ministri italiani competenti mirassero a farci credere il contrario.
La presentazione dell’esposto è accompagnata da quella di una diffida al Ministero degli Affari Esteri che chiede la “immediata sospensione delle autorizzazioni rilasciate in favore di società di produzione e vendita di armamenti che commerciano con lo Stato di Israele e con enti di quello Stato, in quanto sono da ritenere illegittime perché contrarie alle norme del diritto interno ed internazionale".
L’esposto segue un ricorso al Giudice Civile di Roma presentato a inizio mese da un avvocato palestinese insieme a colleghi italiani, volto a ottenere un provvedimento urgente per l’interruzione alla fornitura di armi a Israele. I testi integrali dei due documenti possono essere letti ai seguenti link: www.credgigi.it
Oggi sabato 13 aprile 2024 corteo al fianco del popolo palestinese, con concentramento alle 15 a piazzale Ostiense e arrivo a piazza Vittorio
Tutte, tutti, tutt in piazza
1) Corrispondenza con un compagno dei Movimenti di lotta per la casa su politiche della casa della Regione Lazio, iniziativa all'ex fiera di Roma, assemblee di piazza nelle case popolari, verso la mobilitazione alla Regione;
2) Intervento di una compagna del Movimento degli studenti palestinesi, sull'assemblea di giovedì 21 marzo ore 17 all'università "La Sapienza" facoltà di Fisica verso la manifestazione del 30 marzo. Riflessioni sul genocidio in atto e le mobilitazioni in corso;
3) Da Viterbo verso il presidio/tappa della carovana salva visite convocato per giovedì 21/3 ore 10 alla ASL di Viterbo;
4) Dalla Garbatella, intervento del collettivo in difesa del consultorio di Garbatella, San Paolo, Ostiense nel corso dell'assemblea di piazza sulla sanità pubblica nei territori;
5) Giornata mondiale dell'acqua: presidio/assemblea sabato 23/3 ore 15 alle sorgenti del Peschiera, contro ACEA e le grandi opere