Un aggiornamento sulla situazione del centro di Lampedusa: nonostante i proclami del governo continuano gli sbarchi e i respingimenti, le rivolte e le deportazioni. Quello che i giornali non dicono...
La corrispondenza è andata in onda durante la puntata di oggi di Silenzio Assordante: ascolta.
Ancora un’altra notte di casino, dentro e fuori il Cie di corso Brunelleschi a Torino, dopo la sommossa di ieri. In serata, dopo una giornata di sciopero della fame, i prigionieri in lotta hanno iniziato una lunga e rumorosa battitura. Quando un gruppetto di solidali è andato fuori dalle mura per salutarli con grida, petardi e battiture, un recluso si è arrampicato sulle reti sventolando un lenzuolo. Nella notte, i reclusi hanno continuato la protesta e sono saliti sui tetti delle aree bianca e blu. Alcuni solidali sono accorsi per un nuovo saluto rumoroso, ma questa volta la polizia si è organizzata per catturarli. Mentre i compagni venivano dispersi e inseguiti della celere, i reclusi hanno continuato a protestare sui tetti: ora che scriviamo, e sono passate quasi dodici ore, sono ancora lassù. Alcuni di loro indossano magliette bianche con su scritto a pennarello “libertà!”. Durante la notte, la polizia è riuscita a fermare due compagne, tra le proteste dei reclusi che hanno visto la scena dall’alto e gli incitamenti al linciaggio da parte dei residenti. Dopo tre ore passate in Commissariato tra denunce e ramanzine sono state liberate.
Dalle 19 di stasera, un nuovo presidio è previsto sotto alle mura del Centro: fate girare la voce.
Ridotti in miseria con salari da fame e ricattati dai caporali, i lavoratori migranti reclutati per la raccolta dei pomodori alla masseria Boncuri di Nardò proseguono la loro importantissima lotta, giunta al quinto giorno di sciopero. é la prima volta che i migranti si autorganizzano nelle campagne salentine conducendo in forma autonoma, quantunque appoggiati dal sindacato, una lotta con precise rivendicazioni, prima tra tutte il rispetto dei contratti e la fine del caporalato.
Dopo la rivolta di lunedì, nessuna risposta da parte delle autorità sulla situazione dei migranti che attendono il riconoscimento dello status di rifugiato. Per oggi sono previste delle iniziative promosse dalle realtà solidali con la lotta dei migranti oltre ad un incontro con la prefettura.
La rivolta del 2 maggio scorso scoppiata nel Cie di via Corelli è stata processata e punita: pene fino a 10 mesi per i 7 tunisini giudicati dal Tribunale di Milano. La difesa degli imputati così come le risposte politiche dei solidali sono state più complicate del solito: la comunicazione tra reclusi e mondo esterno è resa difficile dalle restrinzioni sull'uso dei telefoni cellulari.
Durante la manifestazione della CGIL a Bari oggi per lo sciopero generale del 6 maggio. Il Coordinamento Precari, Disoccupati, Migranti ha tentato di parlare dal palco...