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migranti

1 maggio - sciopero della fame al CIE di Ponte Galeria

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato rivolto all'amministrazione del CIE di Ponte Galeria, nel quale i detenuti lanciano lo sicopero della fame:

 

 

Noi tutti di questo centro abbiamo deciso di dare inizio ad una protesta pacifica iniziando il rifiuto del cibo che ci viene consegnato per tutto il tempo necessario finchè non vengano esaudite le nostre richieste sotto indicate: 1. Chiediamo che le procedure siano molto più rapide 2. Che il servizio sanitario sia molto più efficiente 3. Che non venga più usata violenza, fisica o psichica, contro di noi (giorni fa è stata somministrata una puntura di psicofarmaci ad un ospite, contro la sua volontà, che ha avuto una reazione dannosa alla salute provocandogli gravi danni. Ancora oggi non può parlare e ha la faccia gonfia) 4. Che venga accolta la richiesta di chi chiede l'espatrio il prima possibile senza trattenimenti di lungo periodo 5. Che le notifiche vengano tradotte nella lingua di origine 6. Che le visite dall'esterno vengano facilitate senza tanta burocrazia 7. Che i tossicodipendenti vengano accolti in un'altra struttura adatta alle loro esigenze di recupero 8. Che chiunque abbia uno o più carichi pendenti possa presenziare al suo processo in modo che non venga condannato in contumacia 9. Per queste e molte altre motivazioni i centri come questo di Ponte Galeria schiacciano la dignità delle persone e andrebbero chiusi per sempre Noi motiviamo il nostro sciopero della fame, ora voi motivateci il perchè dobbiamo espiare una pena senza aver commesso un reato.

Corpi e frontiere, i CIE

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Puntata a tre voci con una compagna della cooperativa Be free. Be free gestisce uno sportello psico-sociale a favore di donne vittime di tratta all’interno del CIE di Ponte Galeria.

Nella puntata il C.I.E, luogo paradigmatico della civiltà delle frontiere e dei muri, viene visto dall’interno attraverso la concretezza dei corpi delle donne e degli uomini che vi sono rinchiusi o che subiscono la minaccia di esservi rinchiusi, nell’orizzonte ampio delle politiche continentali che li determinano, nel panorama delle politiche repressive della mobilità delle persone. Si parla anche di Cara (centri di accoglienza per richiedenti asilo), strutture per rifugiati/e e di tratta di esseri umani.

Libeccio d’Oltremare. Il vento delle rivoluzioni del Nord Africa si estende all’occidente. A cura di Ambra Pirri - La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani. Luca Rastello - Campi di forza, Percorsi confinati di migranti d’Europa. Alessandra Sciurba - Storie di Ponte e di frontiere. A cura di Be free.

Su la testa: da Rosarno a Roma, in piazza il 13 gennaio all'Esquilino ore 14.00

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A due anni dai fatti di Rosarno, la lotta dei braccianti migranti e dei contadini della Piana di Gioia Tauro trova un momento di sintesi nell'articolazione di due settimane di iniziative in diverse città italiane, dopo le esperienze di sciopero di Castelvolturno e Nardò.

Contro il lavoro nero e lo sfruttamento, contro i dispositivi legislativi che impediscono la regolarizzazione dei migranti, per il permesso di soggiorno per tutti e tutte, per la sovranità alimentare e la difesa dell'agricoltura contadina e della terra.

Durata: 20'50''

 

 

Per altre info: http://www.exsnia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=306&Itemid=1

Via Corelli:condanna con condizionale per i rivoltosi

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si è tenuta questa mattina l'udienza per i due arrestati dopo la rivolta nel cie di via corelli.

A seguire il comunicato al presidio di stamattina da macerie e la corrispondenza.

 

«Il 05/09/2011 c’è stata una rivolta al C.I.E. di via Corelli a Milano, dove una cinquantina di reclusi è salita sul tetto. L’intervento degli oppressori è stato tempestivo e per Nahed e Mohamed è scattato l’arresto, accusati di resistenza e lesioni a pubblici ufficiali e danneggiamenti. Nahed, racconta in una lettera, di essere stato pesantemente pestato dagli sbirri, in modo così violento da aver perso i sensi ed essersi ritrovato in ospedale, oltretutto aveva già una frattura al braccio, procuratasi da un incidente involontario avvenuto nei bagni del C.I.E..Ora Nahed e Mohamed si trovano nel carcere di San Vittore. Il 10/11/2011 ci doveva essere la sentenza, ma è stata rinviata al 15 novembre. Nelle udienze precedenti sono state ascoltate le testimonianze dei capi d’accusa, tre sbirri, intervenuti alla sommossa, il responsabile dell’ufficio immigrazione ed il responsabile del C.I.E., appartenente alla croce rossa italiana, Sig. Massimo Chiodini. Quest’ultimo, durante l’interrogatorio, ha affermato di non conoscere tutti i reclusi e che saltuariamente parla con alcuni di loro, che ripetutamente richiedono la libertà.
La prossima volta saranno interrogati i due imputati, Nahed e Mohamed, che hanno scelto di affermare la tentata fuga per la libertà. È importante sostenerli con la nostra presenza, hanno agito contro gli oppressori rivendicando la libertà.
Vi aspettiamo Martedì 15/11/2011 alle h.9.30 al tribunale di Milano in corso di Porta Vittoria al 3°piano IV sezione penale.»

Lampedusa, una giornata di proteste e tensioni.

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Oggi, dopo il rifiuto dei migranti  a rientrare nel cie, nell'isola si sono avuti diversi episodi di violenza a danno dei tunisini, prima da parte della popolazione esasperata e poi dalle forze dell'ordine.

Un abitante di Lampedusa ci aiuta a capire cosa è successo veramente nella giornata, con una popolazione abbandonata a risolvere un'emergenza così grande e le istituzioni che  hanno come unico linguaggio i rimpatri, la violenza e la repressione.

Nardò (Lecce): dopo lo sciopero degli immigrati

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La raccolta dei pomodori sta finendo e inizia lo sgombero della masseria Boncuri a Nardò (Lecce). Un bilancio dello sciopero autorganizzato dei braccianti immigrati contro il lavoro nero dalla voce di uno dei suoi protagonisti: la lotta continua!

 

La corrispondenza è andata in onda durante la puntata di oggi di Silenzio Assordante: ascolta.