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Continua la resistenza Notav all'ex autoporto di San Didero: 2 compagni incatenati sul tetto

Data di trasmissione
Durata 15m 34s

Dopo sette giorni di resistenza sul tetto, i compagni e le compagne sono rimasti senza cibo e acqua. Dopo che due compagne sono riuscite ad eludere guardie e filo spinato per dare un cambio e portare viveri, la polizia ha ormai circondato con torri faro l'ex-autoporto e abbattuto gli alberi che potevano essere un rifugio sicuro per eventuali sortite notturne. Ora la situazione è critica. In segno di protesta, all'impossibilità di ricevere rifornimenti due compagni si sono incatenati ad una struttura di ferro sul tetto, da cui non è prevista la possibilità di liberarsi autonomamente. Non lasciamoli soli!

Ne parliamo in corrispondenza telefonica con una compagna.

Seguiranno aggiornamenti

No tav: una compagna colpita al volto da un lacrimogeno

Data di trasmissione
Durata 3m 4s

Ieri grande giornata di mobilitazione in Val di Susa contro autoporto di San Didero. A fine giornata un gruppo di manifestanti è stato attaccato con il lancio di lacromogeni ad altezza testa. Una compagna è stata colpita in fronte, ora si trova in condizioni gravi all'ospedale.

Maggiori info su https://www.notav.info/post/18-04-conferenza-stampa-lacrimogeni-ad-alte…

 

 

 

Presidio ex-autoporto di San Didero: lo sgombero, la resistenza e le giornate di lotta

Data di trasmissione
Durata 23m 19s

Prosegue la resistenza a San Didero in val di Susa, dove nella notte di lunedì 12 è iniziato lo sgombero del presidio dell'ex autoporto. Mentre è in corso un campeggio di lotta, sono diverse le iniziative che si stanno portando avanti. 

In collegamento telefonico con un compagno, ripercorriamo le giornate di lotta da lunedì notte ad oggi.

Per restare informati su quanto sta accadendo:

https://www.facebook.com/Presidio-ex-autoporto-di-San-Didero-1066914680…

Le condizioni nel carcere di Torino alla base dello sciopero della fame

Data di trasmissione
Durata 29m 33s

Il 21 gennaio Fabiola, Dana, Stefania ed Emanuela hanno cominciato lo sciopero della fame, costrette dalla grave situazione all’interno del carcere delle Vallette. Con lo scoppio della pandemia le condizioni delle carceri, già pessime, non hanno fatto che peggiorare ed è per questo che le detenute hanno richiesto il ripristino delle video chiamate, la possibilità di integrare le 6 ore di colloquio in presenza, con le video chiamate, visto che queste ultime non vengono assicurate, come da legge costituzionale, uno screening accurato di tutta la popolazione detenuta, così da verificare il reale stato dei contagi e la somministrazione dei vaccini a tutti i detenuti che lo vorranno.

“A seguito dell’impegno dell’amministrazione carceraria di Torino di garantire, ad effetto immediato, la possibilità di usufruire delle 6 ore ministeriali previste per i contatti con i propri familiari e a seguito delle notizie pubbliche rispetto al piano prevenzione Covid che da marzo riguarderà tutta la popolazione detenuta”, Fabiola, Dana, Stefania ed Emanuela hanno sospeso lo sciopero.

Non piegando mai la testa i rapporti di forza nella vita carceraria possono essere incrinati!

Ne parliamo in collegamento telefonico con un compagno
 

Buon Ascolto!

Valsusa: liberiamoci dal Tav

Data di trasmissione
Durata 25m 37s

In collegamento telefonico con un compagno parliamo della nuova riappropriazione dei terreni nel comune di San Didero, della lotta NoTav e dello stato attuale dei lavori in Val di Susa. 

 

LA LOTTA NON SI FERMA: OCCUPATI I TERRENI DEL FUTURO AUTOPORTO DI SAN DIDERO. LA CURA E’ NELLA TERRA
In questo momento pandemico, dove con i continui tagli alla sanità degli ultimi anni ci si ritrova un sistema sanitario senza strumenti, sembra ancora più assurdo continuare a sprecare miliardi di euro per la costruzione del Tav.
Secondo il progetto di TELT, nell’area di San Didero dove sorge il vecchio autoporto (mai entrato in attività e oggi ridotto a dei ruderi) verrà costruito un nuovo autoporto che sostituirà quello attuale di Susa. Nella piana segusina, infatti, non si sa nemmeno cosa sorgerà: forse una stazione internazionale, forse una discarica per lo smarino estratto dai lavori del tunnel. Ciò che gli interessa, è avere un modo per spendere i soldi.

La gestione di questa seconda ondata pandemica mostra bene cosa viene considerato “importante”, e quindi da proteggere, e cosa sacrificabile, in nome della lotta alla crisi sanitaria. Salute, malattia, benessere dipendono dall’ambiente e dalle condizioni in cui ognuno vive.
– Il degrado delle terre ex-autoporto di San Didero non è dovuto all’abbandono, ma a quarant’anni di “cultura industriale”. Coloro che ne hanno avuto possesso finora non hanno diritto a continuare ad averle in affido, tanto meno a peggiorarne lo stato.
– La cementificazione è per sempre. Chi ha inquinato, sversato, sepolto rifiuti o non ha fatto nulla per impedirlo, non si pulisca la faccia con promesse di bonifica. Il loro interesse sono i soldi e la cementificazione permanente e irreversibile di un altro pezzo di Valle.
– Gli industriali seguono i loro interessi. Non vogliono nuove infrastrutture per dare “lavoro alla gente”, ma il contrario: vogliono collegamenti veloci per delocalizzare, chiudere e licenziare. Non dobbiamo ringraziarli di nulla.
– I cantieri per l’alta velocità vengono prima occupati con la forza e poi legittimati con le procedure di esproprio. La legge è il vestito buono del prepotente, è arroganza legalizzata. Nessun diritto per chi abusa della terra.
– Il Covid-19 è causato da un virus, ma la pandemia dal sistema sociale in cui viviamo. Le misure di protezione dal virus sono necessarie per proteggere noi stessi e soprattutto le categorie più vulnerabili, ma le cause della pandemia vanno combattute sul piano sociale e storico. Dobbiamo affrontare il modo in cui l’uomo vive sulla terra, l’industrialismo, l’urbanizzazione, la globalizzazione.

Hanno appena assegnato il primo appalto per l’inizio dei lavori che partiranno a San Didero. Di una gara di quasi 50 milioni di euro, 5 milioni verranno destinati unicamente alla costruzione di una recinzione a “difesa” dei terreni interessati dai lavori che trasformerà l’area in un nuovo fortino di TELT. Da contratto, i lavori per la presa di possesso dei terreni dovrebbero cominciare entro il 31 dicembre 2020, pena la perdita dei finanziamenti europei.
Per questo da oggi saremo presenti qui, con un presidio fisso, a occupare i terreni che dovrebbero venire recintati.
Se dovranno venire su queste terre per la presa di possesso, ci troveranno qui.

Non vogliamo un nuovo autoporto, né qui né altrove. Non vogliamo il Tav!

Notav: 2 anni di condanna per Dana

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Durata 33m 39s

In seguito alla caduta di Luca dal traliccio di fu una iniziativa al casello autostradale di Bardonecchia. Nessuno doveva pagare l'autostrada. In seguito per quell'iniziativa ci sono state delle denunce e a 8 anni di distanza si concretizza così un altro pezzo di criminalizzazione del movimento. Dana in particolare secondo i giudici, che così si sono espressi, dovrà scontare 2 anni di carcere. Sono state rifiutate tutte le misure alternative proposte dalla difesa. Una delle motivazioni della sentenza è che Dana non si sarebbe allontanata nè dal movimento no tav nè dal territorio continuando a vivere in valle a Bussoleno.

Sentiamo un compagno notav e l'intervento di Dana durante la conferenza stampa che si è svolta ieri a Bussoleno

No Tav: "ai nostri posti ci troverete"

Data di trasmissione

Da ormai tre giorni la valle resiste in un presidio permanete ai Mulini messo in campo in corrispondenza della ripresa dei lavori del cantiere TAV.

Molti i solidali che nella giornata di ieri hanno raggiunto il presidio, circondato dalle forze dell'ordine, per portare viveri e solidarietà ai resistenti.

A sarà dura!

Le scontate parole del premier Conte sul TAV

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Durata 10m 29s

Che non esistono governi amici in Val di Susa la maggior parte dei e delle abitanti lo han capito da anni. Le parole del premier Conte e del governo sul TAV "che si farà" non spostano nulla della lotta all'alta velocità in Valle.
Ne parliamo con un compagno presente in questi giorni al Festival Alta Velocità.

Durata 10' ca.