Con Antonio Mazzeo commentiamo l'articolo di difesa online delle esercitazione del nostro esercito in Kosovo per formare apparati militari all'esercizio dell'ordine pubblico all'interno di vari paesi, tra cui il nostro. Parallelamente nelle università italiane si allarga sempre più la collaborazione con la Difesa e Finmeccanica.
A circa 10 mesi dalla prima scossa di terremoto nel centro-Italia, il 3Serrande (spazio occupato dentro la Città Universitaria romana) organizza una "amatriciana solidale", assieme alle Brigate di Solidarietà Attiva (BSA). Tutto il ricavato andrà a sostegno delle attività nei campi colpiti dal sisma.
L'11 Giugno studenti e studentesse del Collettivo Universitario Autonomo di Firenze hanno occupato uno stabile abbandonato dell'università. La polizia si è presentata sul posto e ha sgomberato, caricando il presidio di fronte all'immobile.
Riportiamo il comunicato degli studenti e delle studentesse del Cua:
STUDENTI OCCUPANO IMMOBILE DELL'UNIVERSITÀ
Questa mattina abbiamo riaperto lo stabile di via Reginaldo Giuliani 92, lasciato da anni all'incuria e al degrado dall'ateneo fiorentino. Un emblema di un' università allo sfacelo, dove i bisogni di noi studenti contano sempre meno, dove aumentano le tasse e diminuiscono le borse, dove importanti studentati come quello di via Palazzo dei Diavoli rimangono inutilizzati mentre centinaia di studenti vengono esclusi dalle residenze universitarie.La vicenda dei rimborsi IVA che ha travolto l'Azienda per il diritto alla studio, ancora una volta, farà ricadere i costi di anni di mala gestione su noi studenti, traducendosi in nuovi tagli al diritto allo studio.
E mentre l'ARDSU prepara la sua “manovra correttiva”, entro la fine di questo mese l'UniFi dovrà decidere sull'applicazione delle direttive ministeriali dello StudentAct, ovvero di un nuovo sistema di contribuzione che minaccia di fare aumentare sensibilmente le tasse agli studenti e in particolare a quelli giudicati “inattivi”, ovvero indietro nel percorso di studi. Sono sempre di più a rinunciare agli studi, non potendo sostenere i ritmi e i costi dell'università con lavori precari e sottopagati o pesando sul reddito delle famiglie. Dentro questa delicata fase per il futuro dell'università, l'iniziativa di oggi vuole mandare un messaggio chiaro alle istituzioni universitarie: è l'ora di rimettere al centro i bisogni degli studenti, perchè l'università non può essere gestita come un' azienda.
INVITIAMO ALLA CONFERENZA STAMPA CHE SI TERRA' DOMANI, LUNEDÌ 12 ORE 11.00 IN VIA REGINALDO GIULIANI N 92
Abbiamo contattato uno studente dell'università di Cosenza del Progetto Azadi per farci raccontare della nuova aula studio occupato l'11 Maggio. Riportiamo anche il comunicato degli studenti e delle studentesse del 18 Liberato.
Oggi tanti studenti e tante studentesse dell'Università della Calabria si sono riappropriati di uno spazio per troppo tempo rimasto in condizioni di abbandono e degrado. Siamo arrivati alla liberazione di queste aule grazie ad un partecipato percorso assembleare, sulla chiusura degli spazi e sulle logiche securitarie, partito a febbraio. Successivamente abbiamo presentato un documento politico al dipartimento di studi umanistici senza aver ottenuto nessuna risposta. Gli studenti devono ritornare al centro dell'Università, i silenzi assordanti delle istituzioni di questo Ateneo non sono più tollerabili, non accettiamo i ricatti ai quali la comunità studentesca è quotidianamente sottoposta. Ogni giorno assistiamo alla chiusura di spazi dove poter studiare liberamente e dove diffondere una socialità altra. Di contro l'Università pensa bene di aprire nuovi spazi dove poter speculare sui bisogni degli studenti, emblematico è il caso del nuovo polo commerciale che sorgerà difronte l' Aula Magna. Oggi il diritto allo studio è chiaramente sotto attacco, un attacco al quale ci tocca rispondere colpo su colpo, e soltanto le pratiche dell' occupazione e dell' autogestione possono far rivivere gli spazi che altrimenti sarebbero vuoti. Ci riprendiamo tutto quello che è nostro autonomamente, senza chiedere autorizzazioni o permessi, siamo disposti ad infrangere le regole del gioco perché chi queste regole le scrive pensa solo alle proprie cariche ed alle proprie poltrone, rimanendo troppo distante dai reali bisogni studenteschi. Non ci siamo scordati delle guerre intestine per accaparrarsi i luoghi decisionali dell' Università. Intendiamo contestare il controllo opprimente e il securitarismo che chi governa questo Ateneo tenta di imporre. La sicurezza la creiamo noi vivendo gli spazi e frequentando i luoghi. Non sarà una telecamera ad impedire che le aule versino in condizioni di degrado, ma la partecipazione di tutti e la condivisione di idee e pensieri liberi. Queste aulette oggi ritornano ad essere un luogo dove poter studiare, dove poter mettere in piedi iniziative controculturali, cineforum e dibattiti, al fine di mettere al centro pratiche di aggregazione e socialità che possano rompere l'isolamento che regna nel nostro Campus. In questo luogo si rifiuterà ogni forma di fascismo, razzismo e sessismo. Negli ultimi giorni abbiamo assistito al paventato sgombero della casa occupata di Via Savoia. Con l'azione di oggi vogliamo ribadire che le pratiche dell' occupazione e dell'autogestione sono le uniche che legittimano la riappropriazione dei propri diritti e degli spazi, indipendentemente se questi siano adibiti ad aula studio oppure ad occupazione abitativa. Dall'Università alla città ci riprendiamo tutto. Hikmet diceva “ Cospirare vuol dire respirare insieme”, a noi tocca farci fautori di un nuovo respiro collettivo che, passo dopo passo, possa portare al riscatto di un intera generazione. Liberiamo spazi e tempi, rompiamo le catene e spezziamo il ricatto, OGGI E' TEMPO DI RISCATTO.
Il 2 Maggio l'università di Bologna ha chiuso l'aula studio in via Zamboni 22, occupata a seguito delle mobilitazioni per lo sgombero della biblioteca del 36.
Abbiamo contattato una studentessa del Collettivo Universitario Autonomo di Bologna.
Comincia ad emergere un nuovo pezzo del processo di smantellamento e di trasformazione dell'università pubblica. La legge di stabilità del 2017 ha introdotto delle nuove categorie di contribuzione suddividendo gli studenti in attivi ed inattivi. Sostanzialmente è inattivo chi non riesce ad accumulare un certo numero prefissato di crediti formativi, pena un aumento delle tasse universitarie. Uno nuovo tassello di un progetto che vuole mettere sempre più sotto ricatto i giovani che provano ad accedere agli studi e contemporaneamente ne esclude l'accessibilità ad una grossa fetta.
Ne abbiamo parlato con una studentessa del Collettivo Universitario Autonomo di Torino, che per primo ha individuato questa problematica provando a costruire dei primi passi verso una mobilitazione studentesca.
La situazione in Turchia é drammaticamente proccupante per tutti, ma sopratutto per chi si é opposto direttamente o indirettamente alle politiche del governo di Erdogan e alla sua svolta autoritaria. Durante lo stato di emergenza proclamato a luglio sono stati emanati una serie di decreti legge che hanno avuto lo scopo di depurare le istituzioni pubbliche da oppositori; anche Il mondo accademico è stato profondamente colpito dalle epurazioni. L’Università di Ankara e in particolare la facoltà di Scienze Politiche sono state tra le istituzioni più interessate dai provvedimenti, con 72 persone allontanate (tra cui importanti studiosi e intellettuali notoriamente di sinistra), decine di corsi annullati, dipartimenti completamente paralizzati, centinaia di tesi di laurea mai discusse.
Se ne parlerà in una lezione aperta con docenti della Sapienza di Roma e una dottoranda arrivata per la prima volta ad Istanbul come studentessaErasmus ma appassionatasi alla cultura e alla storia del Paese.
Attualmente si occupa di storia politica della Turchia contemporanea, dove torna spesso.
Rispondiamo all'appello dei docenti e degli studenti turchi, costruiamo spazi di solidarietà e lotta.
Appuntamento in Aula A (Scienze Politiche, Sapienza - p.le Aldo Moro, 5) alle ore 12.
Corrispondenza con il collettivo dell'aula XV di Villa Mirafiori dopo l'assemblea con circa 200 persone. La mobilitazione è nata dalla volontà del rettore che senza consultare studenti e docenti ha deciso di spostare gli iscritti e le iscritte a lingue nella sede di ex-poste nella quale non vi è una biblioteca, nè spazi per i ricevimenti, nè servizi bar o di ristorazione. Abbiamo commentato in generale la gestione verticale dell'università da parte del rettore. Venerdì alle ore 11 gli studenti e le studentesse di lingue si mobiliteranno davanti al rettorato della Sapienza in città universitaria.