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Carcere

GIOVEDI 11 LUGLIO GIORNATA DI MOBILITAZIONE PER ANAN, ALI, MANSOUR

Data di trasmissione
Durata 23m 58s

LA RESISTENZA NON SI ARRESTA! LA RESISTENZA NON SI PROCESSA!

Libertà per Anan, Ali e Mansour - Palestina libera!

In occasione dell'udienza in Cassazione sono stati indetti presidi per giovedì 11 luglio in diverse città italiane. Di seguito i dettagli:

Roma - H9:30 - Piazza Cavour (Corte di Cassazione)

Firenze - H9:30 - Palazzo Medici Riccardi in Via Cavour (Prefettura)

Modena - H18:00 - Via Martiri della Libertà (Prefettura)

Como - H18:00 - Via Volta 50 (Prefettura)

Bergamo - H18:30 - Largo Rezzara

Milano - H19:00 - Corso Monforte 31 (Prefettura)

Con la resistenza palestinese! Contro il genocidio! Anan, Ali e Mansour liberi!

 

Ne parliamo con l'Avvocato Flavio Rossi Albertini

 

Maja, compagn antifa non binary, deportata dalla polizia tedesca in Ungheria

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Durata 12m 41s

In seguito al pronunciamento della corte d’appello tedesca, Maja, compagn non binary che era stata tratta in arresto lo scorso dicembre per l'accusa relativa a supposte aggressioni  a neonazisti a Budapest nel febbraio 2023, durante la giornata dell'onore, è stata prelevata nella notte tra il 27 e il 28 giugno dalla cella in cui era in custodia a Dresda in vista della traduzione in carcere in Ungheria che è avvenuta nella mattina del 28, poco prima del pronunciamento della corte federale che avrebbe rallentato l’estradizione.

L’assenza di tempestività della corte costituzionale federale non ha impedito alla polizia penale di intervenire immediatamente dopo il parere della procura berlinese e bypassare le istanze di tutela giuridica di una persona non binaria. Su questo meccanismo pendono forti sospetti di illegittimità considerata la sollecitudine delle istituzioni repressive nella consegna dell’imputat* nelle grinfie dello stato retto da Orban, in contraddizione con i principi di garanzia per l’imputat*.

Ora Maja si trova in regime di isolamento in un carcere maschile ungherese, con la possibilità di pochi minuti di telefonate e senza la possibilità di ricevere posta.

Ne parliamo con un compagno di Milano del gruppo informale riunito intorno al blog https://freeallantifas.noblogs.org che si propone di mantenere l'attenzione su Maja e coordinare azioni di solidarietà.

Approfondisci su

Maysoon Majidi e Maryam Qaderi ancora detenute

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Durata 27m 11s

Con due compagne del Comitato free Maysoon e Maryam, un aggiornamento sulla situazione di Maysoon Majidi e Maryam Qaderi, due donne in fuga dal regime iraniane, arrestate come scafiste, come migliaia di persone che si muovono con la speranza di una vita migliore.

Maysoon Majidi è stata trasferita nel carcere di Reggio Calabria e avrà la prima udienza del processo contro di lei il 24 luglio, Maryam Qaderi , l'8 luglio a processo, è agli arresti domiciliari

Regina Coeli: la mobilitazione dei detenuti continua! Lettere e testimonianze da dentro.

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Durata 1h 10m 52s

Torniamo a parlare del penitenziario di Regina Coeli e della coraggiosa mobilitazione che i detenuti stanno portando avanti da ormai due mesi. Leggiamo scritti ricevuti da un gruppo di detenuti organizzati che trattano vari temi: testimonianze sulla situazione materiale della quotidianità, resa ancor più faticosa dall'arrivo delle alte temperature, racconti di lotta all'interno del penitenziario nei giorni scorsi e pesanti episodi repressivi.

Esprimiamo solidarietà a tutti i detenuti in mobilitazione a Regina Coeli e a tutte le persone private della propria libertà.

Buon ascolto!

 

Presidio contro il CPR di Ponte Galeria

Data di trasmissione

Corrispondenza telefonica per parlare del presidio contro il CPR di Ponte Galeria, tenuto la domenica 16 giugno e organizzato dall'Assemblea Solidarietà e Lotta , per denunciare le condizione di detenzione e la violazione ai diritti umani che soffrono le persone detenute in queste luoghi che rappresentano il razzismo istituzionalizzato.

Aggiornamenti sullo sciopero della fame di Maysoon

Data di trasmissione

Aggiornamenti sul processo che vede coinvolte due compagne curde iraniane rinchiuse nelle carceri italiane e accusate di scafismo. In particolare nel carcere di Castrovillari, in Calabria, da diverse settimane, l''attivista e regista curdo-iraniana, Maysoon Majidi, detenuta in Italia da circa cinque mesi con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ha iniziato uno sciopero della fame, di cui nessuno parla. 

Bilancio presidio/saluto Regina Coeli e prossimi appuntamenti

Data di trasmissione
Durata 30m 1s

Con una compagna dell'Assemblea di solidarietà e lotta tiriamo le somme del presidio/saluto ai detenuti del carcere di Regina Coeli e lanciamo i prossimi appuntamenti di lotta:

- domenica 16 giugno, presidio davanti il CPR di Ponte Galeria. Appuntamento alle 16:00 alla fermata Fiera di Roma del treno per Fiumicino

- domenica 16 giugno, manifestazione: portiamo in strada le lotte delle persone recluse nei centri di espulsione. Appuntamento alle ore 19:30 in piazza della Marranella - Torpignattara

- giovedì 20 giugno ore 16:30, università La Sapienza, aula 6: secondo incontro su DNAA organizzato dalla cassa di solidarietà La Lima. Per approfondire: http://www.ondarossa.info/redazionali/2024/05/ruolo-e-strategie-repress…

Venerdi 7 giugno saluto solidale ai prigionieri di Regina Coeli

Data di trasmissione
Durata 27m 17s

Con una compagna e due compagni dell'Assemblea di Solidarietà e Lotta torniamo a parlare di carcere e invitiamo tutte e tutti al presidio di domani 7 giugno alle 17.30 al Faro del Gianicolo per portare la nostra solidarietà ai detenuti di Regina Coeli, che recentemente hanno portato avanti una mobilitazione di 3 giorni per rompere il silenzio sulle condizioni di detenzione.
Domani faremo rumore dall'altra parte delle mura. 

Di seguito la lettera letta a inizio redazionale e ricevuta dal gruppo di detenuti a Regina Coeli:

Cara radio Onda Rossa,
con questa lettera vi aggiorniamo con la speranza che si possa parlare di carcere anche fuori, che siano ascoltate le urla di disperazione e le tante storie di abbandono, degrado, violenza e inguistizia.
Qui a Regina Coeli sono già tre giorni che è in corso una mobilitazione generale che sta coinvolgendo centinaia di detenuti.
Ogni sera a partire dalle 20:30-21:00, per almeno 30 minuti, si batte sulle sbarre e si fa quanto più rumore al grido di "libertà" e "indulto". L'iniziativa è partita dalla settima sezione, che ormai è al collasso. Una falsa sezione di transito dove ormai detengono persone per mesi, chiudono detenuti "puniti". Le celle sono buchi con letti a 3 piani con appena 1 metro quadrato a testa. Siccome i posti non bastano (Regina Coeli ha superato il record del 2012 e oggi conta 1250 detenuti a fronte di 800 posti scarsi) hanno ammassato brande nelle aree ricreative, nell'aula scolastica, nei magazzini in quasi tutte le sezioni. Ma la settima vive anche la condizione più restrittiva. Sei chiuso in quei buchi per almeno 23 ore al giorno (quando ti fanno fare quella scarsa ora d'aria).
In tre giorni la protesta si è diffusa a tutte le sezioni e un giorno, per circa 40 minuti, il quartiere è stato "ostaggio" del fragore dei botti metallici e delle urla di tanti detenuti, molti dei quali, ricordiamolo, ancora in custodia cautelare, nemmeno rinviati a giudizio.
La difficoltà più grande, per noi, è riuscire a comunicare, a far conoscere la realtà che viviamo. E' diventato già complicato comunicare fra sezioni. Il nostro giornalino che stampavamo grazie alla scuola è oggetto di pressioni e ora non può uscire (non possiamo manco mandarlo ai parenti).
Per noi è fondamentale riuscire ad avere voce, ma anche riuscire a poter conoscere, avere qualcuno che racconti le carceri, che tenga unite le tante situazioni che si creano in questo luogo osceno.
L'altro giorno qui c'erano ministri, il presidente della regione Lazio, magistrati, tutti qui per inaugurare una sala operatoria nuova di zecca che dovrebbe evitare gli interventi esterni. Una vetrina per un'opera costata 200 mila euro. Bellissima, moderna. Peccato però che non ci sarà nessuno a usarla, perché l'organico sanitario attuale ti garantisce visite banali anche a 3-4 mesi di distanza. Mancano specialisti e se ti ammali sei fregato! Guarda caso la sala operatoria sarà a disposizione di professionisti esterni. Così, come prevede l'ordinamento penitenziario, chi ha i soldi potrà far entrare un suo medico di fiducia. Più o meno quello che stanno facendo fuori con la sanità pubblica.
Noi continueremo a essere rumorosi, continueremo a far sentire fuori le nostre urla perché vogliamo ricordare al mondo che siamo vivi, che stiamo morendo qui dentro, che abbiamo una dignità.
Fuoco alle galere!

 

 

 

Regina Coeli: raccontiamo la mobilitazione dei detenuti

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I detenuti di Regina Coeli sono in mobilitazione: la raccontiamo leggendo il loro comunicato e una lettera di denuncia scritta in gruppo per diffondere la realtà di estremo disagio e le condizioni disumane in cui devono vivere le persone detenute nel carcere più vecchio di Roma.

Segue una breve introduzione ad una notizia preoccupante: la creazione di un gruppo speciale di secondini, sul modello dei GOM: i G.I.O., gruppo di intervento operativo. La risposta al disagio è sempre la repressione.

Di seguito il comunicato dei detenuti di Regina Coeli in mobilitazione.

FACCIAMO RUMORE Neppure le parole abbiamo più. E se le avessimo non le ascolteresti. Per questo sbattiamo con il poco che abbiamo, con le bombolette del gas, con le brande. Siamo invisibili, per questo cerchiamo di fare rumore, tutti insieme. Perché sia forte, perché sia disperato, perché sia sgradevole e superi anche i pregiudizi, quelli che stanno fuori ma anche quelli tra di noi. Urtiamo le porte, le grate che ci soffocano, i muri che ci chiudono e ci isolano dal mondo. Muri che hanno reso, che hai reso impenetrabili, delimitando un ghetto-lager, un mondo da dimenticare. La vita però, come la sofferenza, non puoi farla prigioniera. Una strada per uscire dalla gabbia, in qualche modo la troverà. Qualcuno sentirà quella voce e non sarà stato in vano. Perché basterebbe poco. Basterebbe che per un solo giorno queste mura sporche e grigie diventassero trasparenti. Basterebbe che tu potessi vederci. Vedere la libertà di cui ci hai privato. La speranza distrutta, la dignità calpestata. Basterebbe guardarla per un giorno, questa discarica di rifiuti umani. Dove hai confinato ogni sbaglio, dove hai buttato il disagio, la povertà, i problemi che non sai o vuoi risolvere. Sperando che così non tornino a darti fastidio, a disturbare i tuoi privilegi, il tuo aperitivo, la tua call. Vedresti gli occhi vuoti di chi si è spento per dimenticare tutto questo, sperando che passi. Vedresti i corpi inanimati di chi non riesce a sostenere il dolore. Vedresti non criminali incalliti e pericolosi, ma persone. Che spesso non trovano nessuno con energia, il coraggio e la volontà di aiutarle. Vedresti lo sporco, il degrado. Ci vedresti cucinare e mangiare in bagno. Ci vedresti sdraiati nelle brande, perché in piedi in cella non c'entriamo. Ci vedresti boccheggiare d'estate e tremare d'inverno, senza riscaldamento, senza acqua calda. Ti basterebbe un solo sguardo per capire che queste persone non sono più umane, che senza un progetto, un lavoro, senza ricevere risposte, senza una speranza non siamo più niente. Provaci tu a non poter chiamare la tua compagna, a dover scegliere se usare la tua unica chiamata per sentire i tuoi figli o i tuoi genitori. Prova ad avere solo 10 maledetti minuti a settimana per comprimere tutto, ogni pensiero, ogni parola, ogni sentimento. Prova a non sentirti solo, impotente, perso. Basterebbe seguirci mentre arriviamo ammanettati tra la gente, ancora non giudicati, in quelle aule dove dovrebbero fare giustizia, ma ti senti colpevole anche se non lo sei, vivi la condanna prima ancora della sentenza. Trascinati coi ferri ai polsi, chiusi dentro una gabbia più piccola della cella, sbattuti e umiliati in quei sotterranei luridi di piazzale Clodio. Basterebbe assaggiare questo cibo, che fa schifo e comunque non basta mai. Basterebbe finire in questo baratro per capire che i muri e le sbarre chiudono dentro anime vive e tengono fuori l'umanità, la civiltà. Ti basterebbe vederlo, questo posto, per non poter più far finta di nulla. Ti metteresti anche tu a sbattere con noi. Questa volta, non girarti dall'altra parte. Posa l'aperitivo, sospendi la call, metti in pausa il film. Prova a vedere oltre questo maledetto muro.

Detenuti in mobilitazione - Regina Coeli

FUOCO ALLE GALERE!