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Carcere

Una critica garantista all'antimafia

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Con Vincenzo Scalia, professore associato in sociologia della devianza, parliamo di antimafia, 41 bis, ruolo dei media e repressione del dissenso, a partire da un suo articolo uscito sulla rivista "L'Altro Diritto", dal titolo "Scarcerazioni facili o coscienza collettiva? Una critica garantista dell'antimafia tradizionale".

Diretta del presidio contro il 41 bis

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Aggiornamenti con gli avvocati di Alfredo Cospito sulla situazione in corso e sullo sciopero della fame a oltranza dal presidio sotto il ministero della giustizia.

Il presidio continua con l'assemblea pubblica per organizzare la settimana di presenza in strada, fino ad arrivare a venerdì, centesimo giorno di sciopero della fame di Alfredo contro il 41 bis.

 

Mandato d'arresto internazionale per Pinar Selek

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Approfondimento di ROR su Pinar Selek a seguito del mandato di arresto internazionale spiccato contro di lei dalla corte suprema turca, il 6 Gennaio scorso, prima ancora che si sia tenuta l'udienza preliminare del quinto processo a  suo carico, che si terrà il 31 Marzo a Istanbul. La quarta assoluzione, per le stesse accuse, avuta nel 2014 è stata annullata a Giugno del 2022 dalla stessa Corte Suprema. Ne parliamo in studio con una compagna del comitato italiano solidarietà e sostegno a Pinar Selek, e in collegamento telefonico con Lea Nocera, docente di lingua e letteratura turca all'università orientale di Napoli e fondatrice della rivista online https://kaleydoskop.it/ e Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango Libri.

*** Comunicato Stampa ***
Mandato d’arresto internazionale e nuova udienza per Pinar Selek

16 gennaio 2023


Il 21 giugno 2022 l’agenzia di stampa turca ha riportato la notizia dell’annullamento della quarta sentenza di proscioglimento per  Pinar Selek, pronunciata dalla Corte Suprema il 19 dicembre 2014 presso il Tribunale penale di Istanbul. Prima di allora Pinar Selek era stata processata altre tre volte, e in tutte le occasioni assolta, vittima di una persecuzione politico-giudiziaria iniziata 25 anni fa e ancora in corso. Dopo averla imprigionata e torturata per le sue ricerche sociologiche sui curdi, il potere turco ha deciso di farla diventare una “terrorista” fabbricando tutte le prove per farla passare come esecutrice di un attentato, nonostante sia stato stabilito che l’esplosione al mercato delle spezie di Istanbul del 1998 non è stata dolosa, ma accidentale.
Sei mesi dopo l’annuncio a mezzo stampa dell’annullamento dell’assoluzione, la decisione della Corte Suprema è stata finalmente comunicata alle/agli avvocatx di Pinar Selek lo scorso 6 gennaio 2023 dalla Corte di Assise di Istanbul. Questi sei mesi di insopportabile attesa e di tortura psicologica per Pinar Selek diventano una parodia di giustizia. Nei confronti di Pinar Selek è stato emesso un mandato di cattura internazionale, richiedendo il suo arresto immediato. Questa decisione è stata presa dal Tribunale Penale di Istanbul ancor prima che i giudici di questa giurisdizione si fossero pronunciati in occasione della prima udienza, fissata il 31 marzo 2023.
Queste misure, grottesche dal punto di vista giuridico e particolarmente gravi per la loro portata e per le conseguenze che hanno su Pinar Selek, sono state prese in un contesto in cui il potere turco sta limitando sempre più le libertà e moltiplica le violenze contro le minoranze e chi si oppone politicamente a questo stato di cose, in particolare contro il popolo curdo, sia in Turchia che in altri Paesi. Le imminenti elezioni politiche in Turchia inducono ogni sorta di diversivo politico e di manipolazione.
I collettivi di solidarietà con Pinar Selek rifiutano di assistere a questa farsa giudiziaria lasciando che la scrittrice e sociologa continui a essere ostaggio di una politica iniqua. Rifiutano anche di vederla come la vittima collaterale della politica compiacente dei Paesi europei verso il regime autoritario e liberticida che imperversa in Turchia. Per questo chiedono a tuttx i/le parlamentari e responsabili politici che negli ultimi mesi hanno espresso il loro sostegno a Pinar Selek, di agire con forza presso il governo affinché le venga garantita tutta la sicurezza e la protezione che lo stato francese deve a una delle sue compatriote. La nazionalità francese di Pinar Selek non basterà a proteggerla. Forte del sostegno di molte personalità dell’accademia e della cultura, i collettivi di solidarietà rinnovano la loro richiesta al Presidente della Repubblica affinché esprima il suo sostegno fermo e incondizionato a Pinar Selek e indirizzi una protesta ufficiale verso il potere turco.
I collettivi si appellano infine a amiche e amici di Pinar Selek, alle/agli artistx, universitari.e e alle/ai militanti perché moltiplichino gli sforzi per estendere le iniziative a sostegno di tutte le vittime del regime turco e a preparare delle nutrite delegazioni che possano andare il prossimo 31 marzo a Istanbul per esigere verità e giustizia per Pinar Selek!

Coordinamento europeo dei collettivi di solidarietà con Pinar Selek


*** Lettera di Pinar ***

Care amiche e cari amici,
ho appena letto la decisione della Corte suprema che mi condanna non soltanto alla prigione a vita ma anche a una persecuzione senza fine. È una falsa decisione che si appoggia su dei falsi argomenti e su delle prove falsificate.
Questo processo continua da 25 anni. La metà della mia vita. E io so che è uno degli indicatori del male organizzato che è radicato in Turchia da molto più tempo. Riflette allo stesso tempo la continuità del regime autoritario in Turchia e le configurazioni dei dispositivi repressivi. Questa sentenza iniqua, fondata su dei documenti falsificati, non è che un pezzo degli oscuri dispositivi utilizzati prima delle elezioni. Qualche giorno prima degli omicidi dei Kurdi a Parigi, io scrissi questo su Mediapart: "L'anno 2023 è prevedibile. In occasione delle scadenze elettorali, vedremo delle nuove esplosioni o degli attentati organizzati dagli "invisibili". Le inchieste non finiranno mai, come il complotto di cui io sono vittima”. Ho spiegato come in Turchia il governo in difficoltà scateni la sua violenza attraverso una strategia di caos e di tensione, che si nutre dell'oscuro repertorio politico del paese. Io sono un piccolo punto nel grande quadro della resistenza, che si paga a caro prezzo.
Fino ad oggi, ho resistito per non sottomettermi alla dominazione, ma anche, davanti alla repressione, per continuare a creare, a lavorare su dei temi di ricerca, a riflettere profondamente, in modo strutturato, e anche ad agire e a vivere come una formica festante. Ve lo prometto, non mi arrenderò.

Vi bacio,

Pinar

Redazionale e microfoni aperti su Alfredo Cospito, 41bis e ergastolo ostativo

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Redazionale di approfondimento sulla situazione di Alfredo Cospito, da 3 mesi in sciopero della fame contro il regime di 41 bis e ergastolo ostativo a cui è sottoposto.
Ne parliamo con:
-Flavio Rossi Albertini, avvocato di Alfredo
-Mauro Palma, garante nazionale dei diritti delle persone detenute
-Luigi Manconi, presidente dell'associazione "A buon diritto"
A questi interventi segue un'ora di microfoni aperti.

Carcere e psichiatria

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Con un compagno del collettivo antipsichiatrico parliamo di carcere e psichiatria a partire dall'iniziativa prevista per questo pomeriggio 14 gennaio alle ore 17.30 a Pisa c/o Spazio Antagonista NEWROZ in via Garibaldi 72. Quella della salute mentale sicuramente costituisce una delle questioni di maggior rilevanza, anche in termini di complessità, che interessano il mondo carcerario, ll carcere è nella sua essenza terreno fertile per l’insorgere di patologie psicologiche e psichiatriche anche durante tutta la fase detentiva e nella fase prossima alla scarcerazione.

 

Carcere, la storia di Lina

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Al telefono con un compagno dell'ex caserma di Bari, ripercorriamo la storia di Lina, una donna di 76 anni conosciuta al Csoa Ex Caserma di Bari che frequentava, che si trova oggi in carcere a seguito della revoca degli arresti domiciliari. Dopo l'arresto Lina ha smesso di mangiare ed è stata ricoverata in ospedale, ma ad oggi nesssuno semba trovare una misura alternativa al carcere o un luogo che la possa ospitare in attesa del processo che iniziera lunedì. L'appello è a partecioare al presidio che si terrà sotto al  tribunale lunedì 16 e, a seguire la sua vicenda sulle pagine dell'ex caserma rossani occupata. 

Lina Libera!

Firenze: occupato il tetto di Palazzo Vecchio in solidarietà con Alfredo

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da stamattina alle 12 due compagni hanno occupato il tetto di Palazzo Vecchio a Firenze in solidarietà con Alfredo Cospito e contro il 41bis.

Sotto il palazzo, in piazza della Signoria, nel frattempo da stamani compagne/i/* sono in presidio per chiedere:

-Abolizione del regime di 41 bis

-Declassamento immediato di Alfredo Cospito dal 41 bis

-La condanna dei mandanti e degli esecutori della strage dei 14 detenuti compiuta a marzo 2020 nelle carceri italiane.

Corrispondenza con una compagna dell'assemblea fiorentina contro il 41bis.