Processo Khartoum: aggiornamento ANSA sul volo di deportazione
Secondo quanto riportato dall'agenzia ANSA, il volo di deportazione previsto nella giornata di oggi da Malpensa sarebbe invece in partenza dall'aeroporto di Torino-Caselle.
Secondo quanto riportato dall'agenzia ANSA, il volo di deportazione previsto nella giornata di oggi da Malpensa sarebbe invece in partenza dall'aeroporto di Torino-Caselle.
A Roma, un gruppo di attiviste e attivisti manifesta in questo momento sotto l'OIM, organizzazione che ha facilitato negli anni la conclusione di accordi per la gestione dei flussi migratori con i paesi di provenienza.
Dopo la firma degli accordi con il governo sudanese del 5 agosto scorso e la definizione del cd Migration Compact insieme a Germania e Francia, l'Italia si appresta a rendere efficaci gli accordi presi e nella giornata di ieri 40 richiedenti asilo sono stati portati da Ventimiglia a Malpensa, dove un volo dovrebbe partire in queste ore alla volta di Khartoum, facendo tappa in Egitto.
Una corrispondenza con un compagno, a Malpensa, dove è stato esposto uno striscione contro le deportazioni e il commento di Fulvio Vassallo Paeologo, avvocato esperto in diritto delle migrazioni.
Più info sul processo di Khartoum
Nella città ligure, al confine con la Francia, resta ancora estremamente precaria la situazione di oltre 500 migranti, dislocati tra il campo governativo della CRI (Croce Rossa Italiana) e i locali di una parrocchia locale.
Ventimiglia è città militarizzata; un'infame ordinanza comunale vieta a chiunque di somministrare pasti ai migranti. Solo il campo della Croce Rossa, volutamente posto ai margini della cittadina, è autorizzato ad ospitare ragazze e ragazzi oltreché dar loro cibo.
I/le solidali di Progetto20k hanno deciso di sfidare e violare tale ordinanza praticando così una "solidarietà clandestina".
Ascolta gli aggiornamenti da Ventimiglia con una solidale di Progetto20k.
Nella seconda corrispondenza una compagna NoBorders 20miglia ci parla della scure repressiva che si è abbattuta sui solidali, già dall'anno scorso. Misure amministrative come fogli di via, denunce, cariche e intimidazioni sono le risposte dello Stato ai tentativi di solidarietà militante e attiva dei singoli con i migranti.
Corrispondenza con una solidale da sotto il Cie di Ponte Galeria dove da stamani è in corso una deportazione di massa verso la Nigeria. Forti resistenze delle donne e conseguenti pestaggi.
Infine la notizia della fuga di cinque persone dal CIE di Brindisi Restinco. Buona libertà!
Ieri pomeriggio un gruppo di ragazze e ragazzi solidali con i reclusi e le recluse del CIE di Ponte Galeria ha interrotto la presentazione del libro ‘Cum Panis. Storie di fuga e memorie in quattro ricette’ al Pigneto organizzata e presenziata da esponenti locali dell'associazionismo e del PD, come Khalid Chaouki, in una biblioteca del quartiere Pigneto.
A lavarsi la faccia e la coscienza non c’erano solo politici e giornalisti: il buffet con "specialità mediorientali" era offerto dalla cooperativa Auxilium, la stessa che gestisce CARA e CIE, compreso quello di Ponte Galeria!
Dopo essersi sorbiti una mezz’ora di video in cui le donne profughe venivano vittimizzate, relegate alla cucina dei loro piatti tipici, all’essere mogli o madri, i solidali hanno esposto cartelli e hanno preso parola nella sala ricordando a tutti i presenti il ruolo dell’Auxilium e delle politiche del PD in ciò che è accaduto due giorni fa a Ponte Galeria.
Il 16 Ottobre, infatti, un ragazzo marocchino, in sciopero della fame da 13 giorni, è stato portato nell’infermeria del CIE dopo essere svenuto: lì è stato picchiato dalle guardie, legato e deportato. Tutto questo è successo mentre all’interno di Ponte Galeria era presente una delegazione “per i Diritti Umani”.
Questa mattina due ragazzi hanno protestato per il lungo trattenimento nelle gabbie del centro e, data l'esasperazione, chiedevano di essere rimpatriati nonostante almeno uno tra i due ha tutta la famiglia in Italia.
Davanti l'indifferenza della direzione, uno tra i due reclusi ha ingerito una lametta, l'altro ha iniziato a tagliarsi sul corpo.
Ottenuto un colloquio, i due hanno saputo che nessun documento era stato inviato al consolato, nessuna pratica era stata attivata per il rimpatrio o il rilascio dopo tanto tempo d'internamento nel Cie.
Riconsegnati alla gabbie del centro, uno dei due ragazzi ha continuato a tagliarsi finendo in una pozza di sangue, questa scena pare abbia procurato tanta ilarità alle forze dell'ordine in servizio.
Questa situazione ha quindi raccolto la rabbia di tutti i reclusi delle sezione maschile: alcuni sono saliti sul tetto mentre in altre aree venivano incendiate alcune parti del lager.
Dopo circa 30 minuti, centinaia di unità delle celere hanno fatto ingresso nel campo d'internamento etnico costringendo, con non poche resistenze, ha rientrare ognuno nelle proprie celle e a subire una perquisizione.
Nel Cie di Ponte Galeria, sono circa 2 mesi che incessantemente nascono proteste, individuali e collettive, sedate puntualmente dal personale in servizio e dalla direzione del Centro.
Un resoconto dall'interno della sezione maschile del CIE di Ponte Galeria.
Qui un breve riassunto sulla situazione dei CIE di Roma e Torino http://hurriya.noblogs.org/post/2014/05/15/ancora-deportazioni-frontex-da-roma-e-torino/