Con una compagna raccontiamo le proteste in Egitto a sostegno della popolazione palestinese e il clima politico che si respira in uno dei paesi più importanti in questo momento per qual che riguarda la situazione a Gaza.
- Susu Pampanin and the Cairo Cats - Drum Solo
- Les Musiciens Ou Nil - Bambi Saidi
- Mahmoud Fadl con Salwa abou Greisha - Hayart Albi Maak
- Hamza el Din - Mwashah
- Natacha Atlas - Kidda
- Maryam Saleh, Maurice Louca & Tamer Abu Ghazaleh - Nefsif akli
- Amr Diab - Nour El Ain
- Le Cri du Caire - Sadiya (Purple Feathers)
- Dina El Wedidi - Ali I need
- Mohammed Mounir - Hanina (Jasmon mix)
- Hossam Ramzy with Phil Thornton - On The Desert Road To Alexandria
- Le Cri du Caire - Jarda Al Wadi
- Dina El Wedidi - Alive
- Maryam Saleh, Maurice Louca, Tamer Abu Ghazaleh - Kont Rayeh
- Sharkiat - Nahawand
Oggi, 1 giugno, il compagno Galel Elbaheri entra anche in sciopero della sete. A seguito di 5 anni di reclusione, il 5 marzo Galel ha cominciato uno sciopero della fame. Due compagne ci raccontano la situazione in Egitto, le collaborazioni dell'Italia e la lotta di Galel Elbaheri.
A Novembre in Egitto si svolgerà il Cop27 che porta Al Sisi a parlare di una svolta green in un paese che ha un fortissimo inquinamento atmosferico e discariche a cielo aperto. Questo mentre ci sono ancora in carcere 60mila tra prigioniere e prigionieri politici. Come Alaa ancora in sciopero della fame e come le compagne femministe che stanno pagando con processi e multe la loro solidarietà alle sopravvissute di molestie e stupri.
Con una compagna in collegamento telefonico, ripercorriamo la vicenda repressiva che ha riguardato Alaa Abd el-Fattah in sciopero della fame nelle carceri egiziane da aprile 2022. Rilanciamo anche la campagna di solidarietà internazionale su questa vicenda.
Campagna di solidarietà con Rasha Azab, accusata di insulto, calunnia e disturbo deliberato dopo che l’anno scorso, durante il Festival del cinema del Cairol (26 novembre - 5 dicembre 2021), sono uscite 7 testimonianze anonime sul blog “Daftar Hekayat” https://elmodawana.com/ contro il regista egiziano Islam Azzazi accusato di stupri e violenze sessuali.
C’è stata una forte campagna di solidarietà sui social network con le sopravvissute e la direzione del festival ha cancellato la conferenza stampa del suo film, ma Rasha è stata denunciata. Sabato 12 marzo ci sarà l'udienza dopo un primo rinvio.
L’anno scorso durante il Festival del cinema del Cairo che si è tenuto dal 26 novembre al 5 dicembre 2021, sono uscite 7 testimonianze anonime sul blog “Daftar Hekayat” https://elmodawana.com/ che da tempo si occupa di denunciare anonimamente stupratori e molestatori, contro il regista egiziano Islam Azzazi accusato di stupri e violenze sessuali. C’è stata una forte campagna di solidarietà sui social network con le sopravvissute e la direzione del festival ha cancellato la conferenza stampa del suo film. Azzazi ha sporto denuncia contro 6 persone solidali con le sopravvissute, ad oggi l’unica ad andare a processo il 26 febbraio prossimo sarà la compagna egiziana, scrittrice e giornalista Rasha Azab con l’accusa di diffamazione e calunnia. Dopo il processo de L'Aquila e quello a Torino, anche in Egitto la solidarietà femminista viene messa sotto processo. Nonostante diverse donne abbiano testimoniato contro il regista, la procura non ha investigato e non ha aperto nessuna indagine sulle testimonianze di stupri e violenze sessuali nei suoi confronti. Invece ad andare a processo sarà la compagna Rasha che ha osato portare solidarietà. E' evidente, cosi come accaduto in Italia che si vogliono zittire le voci delle donne che pubblicamente denunciano stupri e non aspettano che sia un Tribunale ad accertare le violenze. In Egitto, il caso n. 222 dell'anno 2022 è il primo processo in cui viene denunciata una persona solidale con le sopravvissute da casi di stupro e violenze, dopo la pubblicazione di diverse testimonianze agghiaccianti. Per portare solidarietà femminista usare l' #Solidarietà_con_Rasha_Azab
Alaa Abdel Fattah, attivista per i diritti umani e protagonista della rivoluzione del 2011, è stato condannato a cinque anni. Condannati anche il suo avvocato Mohamed el-Baqer e il blogger Mohamed Oxygen Ibrahim entrambi a quattro anni. I tre imputati erano accusati di “diffusione di notizie false”. Alaa Abdel Fattah e Mohamed el-Baqer sono accusati di aver criticato le autorità circa il trattamento dei detenuti e per alcuni decessi in custodia avvenuti in circostanze sospette; Mohamed Oxygen Ibrahim, invece, per aver denunciato sui social media il mancato rispetto dei diritti sociali ed economici da parte del governo.
Oggi dovrebbero liberare Sanaa Seif, sorella di Alaa dopo un anno e mezzo di prigione per aver denunciato i depistaggi sui detenuti morti di Covid. Ne parliamo con una compagna.
Di fronte alle alte cariche dell’esercito egiziano, ai ministri e ai generali stranieri, il presidente Abdel Fattah al Sisi ha inaugurato il 29 novembre la seconda edizione dell’Egypt Defence Expo (Edex), l'esposizione internazionale del settore della difesa.Sui banner pubblicitari della mostra organizzata da al Sisi è presente in bella vista il nome di un’azienda italiana partecipata dallo stato attraverso Cassa depositi e prestiti, “Fincantieri”. Una sponsorizzazione già annunciata nel 2020 prima che l’expo venisse rimandato causa Covid e che "si concretizza nella partecipazione e nel dare visibilità all’evento". Ma non è l’unica. Al contempo, mentre l'Italia partecipa in bella mostra a questa fiera della morte, dopo tre anni viene approvata all'unanimità la relazione sull’inchiesta sull’uccisione di Giulio Regeni che afferma che "la responsabilità del sequestro, della tortura e dell'uccisione di Giulio Regeni grava direttamente sugli apparati di sicurezza della Repubblica araba d'Egitto, e in particolare su ufficiali della National Security Agency (NSA), come minuziosamente ricostruito dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Roma".