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LIBANO: UN COMMENTO SU ATTACCHI TERRORISTICI ISRAELIANI, HEZBOLLAH E UNA SITUAZIONE SEMPRE PIÙ CRITICA

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Negli ultimi giorni due attacchi israeliani hanno colpito indiscriminatamente la popolazione in Libano. Gli ordigni sono stati innescati per fare prima un rumore nel cercapersone, così da attirare l'attenzione, e poi per esplodere. Ieri a esplodere sono stati i walkie talkie, tecnologie utilizzate anche da medici o altre figure non necessariemente militari. Secondo le autorità libanesi il bilancio dei feriti è di circa 500 persone e di 20 morti. Oggi è atteso il discorso di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, mentre le truppe israeliane si stanno spostando verso Nord minacciando un'escalation e un'invasione di terra. 
Con questi attacchi israele ha spostato ancora una volta l'asticella "dell'consentito" (per meglio dire: ciò che gli viene consentito a livello internazionale), ha fatto un ulteriore passo in avanti in questa guerra. 

Ciò che non si riesce a dire nella quasi totalità dei giornali italiani e nella politica è che questo attacco ha una natura terroristica. 

Ne parliamo con Chiara Cruciati, giornalista e vicedirettrice del Manifesto. 

Da Beirut sentiamo Mauro Pompili, giornalista freelance. 

Per non dimenticare Sabra e Chatila

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Tra il 16 e il 18 settembre 1982, nei campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano, furono uccise/i 3500 Palestinesi, tra cui molte donne e bambini.

Il massacro fu perpetrato dalle falangi libanesi, in collaborazione con l’ esercito israeliano comandato da Ariel Sharon.

Per tre giorni, tra il 16 e il 18 settembre 1982, i miliziani del movimento della falange compirono stupri, omicidi e mutilazioni nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila.

Ne parliamo con una compagna dell’ associazione “Per non dimenticare”, fondata nel 2000 dai giornalisti Stefano Chiarini e Maurizio Musolino, che da allora tutti gli anni torna in Libano per ricordare la strage di Sabra e Chatila.


 

57 anni dalla Naksa: provocazioni a Gerusalemme, la strage continua

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Michele Giorgio, storico inviato de Il Manifesto in Palestina contestualizza il 57 anno della Naksa - l'occupazione da parte di Israele di Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza, così come le Alture del Golan siriane e la penisola egiziana del Sinai in conclusione della guerra dei sei giorni nel giugno 1967 - nella drammatica attualità: la situazione al confine con il Libano dopo le dichiarazioni di ieri di Netanyahu che ha dichiarato la volontà di un attacco al paese confinante, l'ennesima strage dell'Idf nella notte a Nuseirat, la giornata di ieri a Gerusalemme dove centinaia di Israeliani di destra hanno invaso la parte vecchia della città in quella che chiamano il "giorno di Gerusalemme", guidati dal ministro Itamar Ben-Gvir che ha rivendicato tutta la città come israeliana.

Dopo la risoluzione Onu nessun miglioramento nella Striscia di Gaza

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Michele Giorgio, storico corrispondente del manifesto e responsabile della testata Pagine Esteri, ci aggiorna sulla situazione dopo la risoluzione Onu che chiede un cessate il fuco nella Striscia dove niente è cambiato: continuano i bombardamenti, sempre più grave la situazione alimentare e sanitaria.

Anche in Cisgiordania continua la guerra a bassa intensità e a Gerusalemme si attende con apprensione la Pasqua.

Aggiornamenti anche dal confine libanese dove la situazione è sempre più vicina alla guerra e dall'interno dello stato israeliano dove la questione della proposta di coscrizione militare degli ultraortodossi sembra un reale pericolo per il governo Netanyahu.

Palestina: sciopero generale per l'assasinio di Saleh al-Arouri

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Una compagna dalla Palestina ci parla dello sciopero generale per  l'assasinio di Saleh al-Arouri, alto dirigente di Hamas, avvenuto ieri martedi 2 gennaio 2024, con un attacco dell’esercito israeliano, effettuato con un drone nell’area meridionale nella città di Beirut; ci racconta dei continui attacchi in Cisgiordania, delle gravissime condizioni della popolazione palestinese a Gaza sottoposta non solo a continui bombardamenti, ma anche senza più acqua e cibo e nessun luogo sicuro in cui rifugiarsi.

Talenti Palestinesi

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Domenica 10 dicembre h 19.00 Teatro Abarico Via dei Sabelli 116 - Roma

Arrivano dai campi profughi di chatila e Burj El Barajne in libano questi 4 giovani musicisti. Li hanno frequentato la Scuola di musica palestinese di Al Kamandjati. Con essa hanno potuto sviluppare il loro talento che li ha portati in giro per l'Europa.

Cultura è libertà in collaborazione con Al Kamandjati e il teatro Abarico, è lieta di presentarli per la prima volta, a un pubblico italiano.

 

Per non dimenticare Sabra e Chatila

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Dal ritorno dal Libano, nell'anniversario del massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, Bassan, giornalista palestinese, ci racconta la grave crisi economica e sociale che sta attraversando il paese e le difficili condizioni di vita nei campi profughi.