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Per non dimenticare Sabra e Chatila

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L'associazione "Per non dimenticare ODV" torna anche quest’anno in Libano per partecipare alla commemorazione del 41° anniversario del massacro del settembre 1982, quando truppe falangiste, agli ordini dell’allora ministro della Difesa israeliano Ariel Sharon, uccisero con efferata crudeltà circa 2000 persone tra libanesi e profughi palestinesi che vivevano nei poverissimi campi alla periferia sud della capitale. Da allora le vittime non hanno mai avuto giustizia, ma la solidarietà internazionale non manca ogni anno di partecipare al ricordo, durante una settimana di solidarietà politica (quest’anno dal 17 al 23 settembre), durante la quale le delegazioni incontrano le associazioni e le famiglie delle vittime. Il programma della settimana è ricco di iniziative, tra le quali visite nei campi profughi e la partecipazione a diversi incontri con le autorità libanesi (ministro del Lavoro e associazione libanese Youth Unity), oltre che alla manifestazione di ricordo del massacro. La delegazione italiana vede la partecipazione di circa 30 persone tra fotoreporter, sindacalisti, attivisti per la pace e per una soluzione giusta alla questione palestinese. 

Ne parliamo con Mirca dell' Associazione Per non dimenticare.

Giornale Radio

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Messico: Oaxaca repressione al corteo sulla scuola - 5 morti

Treni da Roma per Milano contro il reato di devastazione e saccheggio

Rinviati a giudizio militanti di Action

Iraq - aumento violenze sulle donne

Afghanistan

Palestina evita il referendum

Libano

Marocco

Bosnia

Guantanamo

Bolivia

Venezuale

Antogone sulle carceri in Italia

Precari della pubblica amministrazione

Giornale Radio

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CONTINUA l'OFFENSIVA di ISRAELE in LIBANO: OLTRE 50 CIVILI LIBANESI UCCISI

Continuano l’isolamento aereo, marittimo e terreste del Libano e i bombardamenti israeliani che, secondo le ultime stime provvisorie, avrebbero provocato 52 morti e oltre 100 feriti da quando ieri i guerriglieri Hezbollah hanno rapito due soldati israeliani e ne hanno uccisi otto. Tra le vittime libanesi, vi sono almeno 50 civili, di cui oltre 15 bambini. Oltre a bombardare il sud del Libano, e in particolare la valle della Bekaa, gli israeliani hanno danneggiato oltre 20 ponti, bloccato i porti libanesi – sostenendo che fossero usati per trasferire “terroristi e armi alle organizzazioni terroristiche operanti in Libano” - e bombardato l’aeroporto internazionale Rafik al-Hariri costringendo a dirottare i voli verso Cipro. Due ore dopo il bombardamento dell’aeroporto, un elicottero israeliano ha lanciato un missile contro il quartier generale della televisione libanese degli Hezbollah, ‘al-Manar’ ferendo sei persone. Più tardi è stato colpito anche un ripetitore della tv a Baalbek, nell’est del Libano: una persona è morta e quattro sono state ferite. Sono 11 invece i civili israeliani rimasti feriti dopo i tre razzi lanciati dai guerriglieri Hezbollah contro la città settentrionale israeliana di Safed, nell’Alta Galilea, a 20 chilometri dal confine con il Libano. Sono saliti a due i morti e a circa 80 i feriti israeliani in Galilea in seguito ai bombardamenti degli Hezbollah. Sul fronte diplomatico, intanto, Israele ha escluso qualsiasi scambio tra i due ostaggi israeliani e i prigionieri sciiti libanesi nelle proprie carceri, come richiesto dai sequestratori. Al termine di una riunione d’emergenza del governo libanese, il ministro per l’Informazione Ghazi al-Aridi ha invece detto: “La principale richiesta libanese è un cessate il fuoco globale ora e la fine di questa aggressione senza limiti di tempo”.

CORRISPONZA CON CHIARINI - MANIFESTO

Si avvicina il G8 di San Pietroburgo, ma la repressione e' gia' iniziata

Si apre dopodomani il summit del G8 a San pietroburgo. Per la prima volta, e' la Russia a ospitare il vertice, a cui e' stata ammessa solo da pochi anni. L'agenda del vertice e' concentrata soprattutto sul tema del mercato globale dell'energia. Si tratta di un tema particolarmente delicato, in quanto la gestione delle risorse energetiche e' all'origine degli ultimi conflitti bellici internazionali, dall'Afghanistan all'Iraq, e forse anche dei prossimi, visti i venti di guerra che soffiano sull'Iran. Come in ogni G8, i movimenti si sono attivati anche in Russia per ostacolare le decisioni degli 8 governi riuniti: dal lunedi 11 fino al periodo del summit, il Social Forum russo organizza manifestazioni e incontri per proporre un'agenda alternativa a quella del G8. L'inizio delle mobilitazioni, pero', ha visto subito partire un'ondata repressiva. Un centinaio di persone sono state arrestate gia' nel primo giorno del controvertice, a cui partecipano movimenti di ogni ispirazione, da quella nazionalbolscevica a quella anarchica, e attivi su varie tematiche, dal lavoro all'ambiente. Per la Russia, dunque, si tratta di un palcoscenico importante: Putin, attraverso la repressione interna e le operazioni militari nelle regioni ribelli, vuole conquistare un ruolo importante nello scacchiere politico internazionale. Ce ne parla Astrit Dakli, giornalista del Manifesto.

Egitto Cancellati voli per Tel Aviv e Beirut

La Air Sinai, l'unica compagnia di bandiera egiziana a fare scalo in Israele, ha cancellato stamane i suoi voli su Tel Aviv in seguito all'attacco israeliano al Libano. Anche EgyptAir e la compagnia aerea libanese Middle East Airways hanno cancellato i loro voli tra Il Cairo e Beirut.

Striscia di Gaza divisa in due

Militari di invasione israeliani continuano a bloccare la principale arteria stradale che collega il nord e il sud della striscia di Gaza, spaccando di fatto in due l'area. All'interno dell'ex complesso di insediamenti illegali ebraici di Gush Katif si sono insediati dei soldati israeliani. Al valico di Rafah, nel sud dell'area, tuttora sbarrato, oggi è deceduta una donna palestinese di 27 anni, in attesa da giorni sul versante egiziano di poter entrare nella striscia di Gaza. Sono migliaia comuqne i palestinesi fermati in zona.

Scontri al sud dell'Afghanistan, 19 talbani uccisi

Nel sud del paese, 19 talebani sono stati uccisi in scontri con le forze di coalizione. Il portavoce del governo riferisce che nella provincia di Helmand, forze talebane hanno attaccato il villaggio di Nawzard, mirando a colpire un presidio delle truppe della coalizione. I commercianti del centro sono stati accerchiati e costretti a fuggire, poi l'attacco è iniziato. La coalizione ha bombardato con la forza aerea, uccidendo 19 talebani.

INDIA MUMBAY: ESPLOSIONI, CENTINAIA DI FERMI MA POLIZIA NON HA PISTE CONCRETE

Almeno 350 persone sono state arrestate dalla polizia indiana perché sospettate di avere legami con la guerriglia indipendentista del Kashmir e di avere avuto ruoli diretti o indiretti nell’attentato di martedì scorso, che ha visto 8 bombe esplodere a Mumbay (Bombay), città di 16 milioni di persone, mettendo in tilt l’intero apparato ferroviario della città e uccidendo 200 persone, alle quali vanno aggiunti almeno altri 800 feriti. I fermati, però, non sono stati formalmente incriminati, a dimostrazione che non esiterebbero al momento prove contro di loro.

LIBIA/USA

Gli Stati Uniti hanno revocato oggi le sanzioni al traffico aereo da e con la Libia. Le restrizioni ai voli libici erano una ritorsione per l’attentato di Lockerbie del 1988 contro un volo della ‘Pan Am’, in cui morirono 270 passeggeri, (189 americani). La sospensione delle sanzioni è stata annunciata a margine di una visita ufficiale a Tripoli (che si conclude oggi) di una delegazione Usa guidata da Paula Dobrianski, alto funzionario del Dipartimento di Stato.

TURCHIA/UE

L’Unione europea (Ue) ha chiesto al governo di Ankara di emendare un controverso articolo del suo codice penale che obbliga i giudici a condannare al carcere chiunque sia ritenuto colpevole di aver offeso il senso di appartenenza alla nazione turca. La richiesta sostiene in particolare le proteste della stampa turca, i cui giornalisti sono arrivati a imbavagliarsi in segno di protesta per dimostrare l’impossibilità di svolgere il loro lavoro a causa di questa norma. Il caso più noto è quello di Orhan Pamuk, il più famoso scrittore turco, condannato al carcere per avere scritto un articolo in cui faceva autocritica per le responsabilità turche nel genocidio degli armeni.

Microsoft. Maxi multa dall'Unione Europea: non rispettate norme sulla concorrenza

Nuovo duro colpo per Bill Gates. La Commissione Ue ha imposto alla Microsoft una maxi multa di 280,5 milioni di euro per la mancata applicazione delle correzioni indicate da Bruxelles nel marzo 2004 come rimedio per l'abuso di posizione dominante della società Usa. L'Antitrust Ue sostiene che Microsoft "non ha fornito una informazione completa e accurata sulla interoperabilità" dei sistemi software: il mancato rispetto di questa ingiunzione "ha eliminato l'efficacia dei rimedi" pro concorrenza. La Microsoft ha fatto sapere che ricorrerà in appello. "Abbiamo grande rispetto per la Commissione e questo processo - si legge nella nota diffusa dalla società informatica americana - ma non riteniamo che alcuna sanzione, per non parlare di una sanzione di tale entità, sia appropriata, a fronte della mancanza di chiarezza nella decisione originaria della Commissione e delle nostre prove di buona fede nel corso degli ultimi 2 anni. Chiederemo ai giudici europei di decidere se i nostri sforzi di adeguarci alle disposizioni sono stati sufficienti e di stabilire se è giustificata la sanzione senza precedenti da parte della Commissione".

ITALIA

presentato il rapporto annuale al parlamento sulle tossicodipendenze

Nel 2005 sono morti per overdose 603 persone, un dato sottostimato poiché non tiene conto dei casi in cui non sia intervenuta l'Autorità Giudiziaria. La causa del decesso è stata attribuita nella maggior parte dei casi all'eroina. E' quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, presentato oggi alla stampa. Umbria e Lazio sono le regioni dove si registra il maggior numero di decessi per overdose, Perugia e Roma le province più a rischio. L'80% delle oltre 90.000 segnalazioni effettuate per uso e possesso di sostanze stupefacenti riguardava comunque la cannabis, il 13% la cocaina e il 7% l'eroina. Dal documento parlamentare risulta un aumento dei detenuti per reati connessi alla droga; aumentano anche i tossicodipendenti in carcere, circa il 29% del totale della popolazione carceraria del 2005. Sentiamo Sabrina Molinaro, ricercatrice del CNR, che ha presentato il documento

CORRISPONDENZA

continua il presidio di fronte alla pisana

ieri mattina una delegazione di massa degli occupanti del S. Michele e del Coordinamento cittadino di lotta per la casa si e' recata sotto la regione e ha fatto pressione per essere ricevuta dal consiglio regionale in corso e discutere sulla propria situazione. Durante la mattinata la polizia è anche intervenuta in maniera dura, caricando indiscriminatmente tutti i partecipanti al presidio per impedire l'accesso degli occupanti nella sede della Regione. Il consiglio regionale è stato sospeso per organizzare un incontro con gli occupanti che ha pero' rimandato alla gionrata di domani. è continuata tutta la notte l'occupazione del piazzale antistante la regione alla pisana con una tendopoli.

CORRISPONDENZA

facciamo un punto sui mondali antirazzisti che si stanno svolgendo fino a domenica a montecchio in provincia di reggio emilia.

CORRISPONDENZA

Sabra e Chatila a 40 anni dal massacro nessuna giustizia

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Il massacro di Sabra e Chatila fu compiuto dalle Falangi libanesi e dall’Esercito del Libano del Sud, con la complicità dell’esercito israeliano fra il 16 e il 18 settembre 1982.

“Nel 40° anniversario della strage, una delegazione italiana sarà in Libano dal 12 al 19 settembre, per un incontro internazionale accanto ai profughi palestinesi e per ribadire che noi NON dimentichiamo.”.

Con Bassan, giornalista palestinese, ricordiamo la situazione politica che c’era allora in Libano e diamo uno sguardo a quella attuale.

A 40 anni dal massacro di Sabra e Chatila un viaggio per Non Dimenticare

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IN LIBANO DAL 12 AL 19 SETTEMBRE, AL VIA LE ISCRIZIONI  PER LA DELEGAZIONE ITALIANA

La diaspora dei Palestinesi, causata dalla Nakba del 1948, resta una ferita profondissima e non sanata del mondo contemporaneo: metà di questo popolo è stato costretto a lasciare la sua terra, non ha il suo Stato e milioni di uomini e donne palestinesi vivono sparsi in diversi paesi del pianeta.

Oltre 400mila sono profughi in Libano dal 1948: le loro condizioni di vita sono terribili, aggravate nel corso degli anni dalle crisi economiche globali, dalle guerre che portano altri profughi anche nel Paese dei Cedri, ed inoltre, dalla spaventosa pandemia che ha colpito in modo più feroce, come sempre avviene, proprio gli ultimi della terra.

 Quest’anno riprendiamo la consuetudine dei viaggi in Libano, interrotta proprio per la pandemia.

Come ogni anno dal 2001, si terrà in Libano (dal 12 al 19 settembre) la settimana di commemorazione delle vittime del massacro di Sabra e Chatila che sarà occasione di conoscenza, solidarietà e informazione.

Da oggi e fino al 10 luglio siamo pronti a raccogliere le adesioni e a formare una delegazione dell’Associazione “Per non dimenticare ODV”.

Nello spirito dei nostri fondatori, Stefano Chiarini e Maurizio Musolino, andremo a ricordare uno dei massacri più brutali che si ricordi, commesso nel 1982 dalle forze falangiste e da quelle israeliane contro persone inermi, e a denunciare le condizioni di vita dei profughi, l’ignavia della comunità internazionale nei confronti della Palestina, il crescente razzismo con cui i governi israeliani stanno tentando di cancellare la questione palestinese, sfruttando l’islamofobia dilagante e il disprezzo dello straniero nel mondo occidentale per ‘sfilarla’ dall’agenda internazionale.

E’ molto importante andare in Libano e conoscere la realtà di quel pezzo di umanità scacciata dalle proprie case nel 1947 e, dopo venti anni, nel 1967, rappresentata da uomini e donne che non sono potuti tornare indietro e che non possono guardare al futuro perché non hanno patria. Cittadini di serie B in un paese che li ospita malvolentieri.

Serve a capire la questione palestinese, la crudeltà delle detenzioni di massa (4600 palestinesi sono rinchiusi illegalmente nelle carceri israeliane, tra cui 31 donne e 172 minori, oltre a una decina circa di parlamentari), le sistematiche incursioni contro Gaza, la repressione in Cisgiordania, l’arroganza dello Stato sionista che continua nella politica di occupazione delle terre, di espansione delle colonie, di espulsione forzata dei Palestinesi da Gerusalemme Est.

Si conosce da vicino anche tutto questo andando in Libano, visitando i campi, parlando con le forze politiche e sociali, ricordando che il Diritto al ritorno è sancito dalla Legge internazionale.

E’ ancora più importante andare proprio quest’anno, quando ricorrono i quarant’anni dalla strage di Sabra e Chatila, per ribadire che noi NON dimentichiamo.

Perciò facciamo appello all’opinione pubblica italiana, ai democratici, agli uomini e alle donne di cultura, alle associazioni, ai politici, ai semplici cittadini, per formare una delegazione il più possibile numerosa e venire con noi e con altre delegazioni internazionali in Libano, dove i nostri compagni di Beit Atfal Assomoud sono già impegnati nella programmazione dell’evento, allo scopo di:

  • stare accanto ai Palestinesi durante le celebrazioni del 40° anniversario del massacro

  • conoscere la realtà di un popolo rifugiato

  • chiedere alle autorità e alle forze politiche libanesi, con le quali il nostro paese ha ottimi rapporti di cooperazione, che venga fatto ogni sforzo per consentire ai Palestinesi di avere una vita dignitosa

  • ricordare che il Diritto al Ritorno è sancito dalla legge internazionale ma disatteso

  • chiedere la fine delle aggressioni contro il popolo palestinese  e la fine dell’occupazione militare della Palestina

  • ripristinare lo status di città libera e multiconfessionale di Gerusalemme

  • denunciare l’ebraicizzazione di Israele, l’espandersi delle colonie, le politiche statunitensi e israeliane impegnate a realizzare sul campo il progetto neocoloniale del sionismo, eliminando il diritto al ritorno dei non ebrei e dei Palestinesi nati in quelle terre.

La nostra delegazione in Libano si impegna a denunciare tutto questo, i nostri silenzi, quelli dell’Occidente, dell’Europa, del nostro Governo.

Per queste ragioni vi chiediamo di comunicarci nel più breve tempo possibile la vostra intenzione di partecipare, per consentirci di organizzare al meglio la visita.

Contiamo anche quest’anno di essere numerosi. L’ Associazione “Per non dimenticare ODV”

Recapiti utili:

Premio Internazionale Stefano Chiarini e Maurizio Musolino

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Questa "edizione speciale" del premio Chiarini/Musolino si svolgerà a Roma, in data sabato 27 novembre 2021, nella sede del CSA Intifada in via di Casal Bruciato 15, a partire dalle ore 15.30. Il programma prevede l'intervento dei due premiati e di altri oratori, la proiezione di foto e video, interventi musicali con la Dabka del gruppo Al-Awda (il ritorno); concluderemo con una cena e con il concerto del gruppo musicale dei Kabila.
La giuria del premio ha destinato il Premio Chiarini 2020 al giornalista Alberto Negri, e il Premio Musolino 2020 a Kamel Muhanna, coordinatore dell'associazione libanese Amal.

Ne parliamo con un compagno dell ' Associazione "Per non dimenticare".

Libano tra crisi energetica e profughi

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Con un compagno palestinese dell' UDAP parliamo:

della sempre più grave situazione in Libano, dove aumentano le ore senza elettricità, l’energia prodotta dai generatori autonomi costa tantissimo e i prezzi dei generi alimentari sono alle stelle;
della crisi di fondi dell’ UNRWA, agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa dei rifugiati palestinesi;
dello sciopero della fame e delle proteste dei prigionieri palestinesi in segno di protesta contro le misure dell’autorità carceraria nei loro confronti, in particolare per i prigionieri del movimento del Jihad islamico.

Libano ed il massacro di Sabra e Chatila

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Dopo 396 giorni il Libano ha di nuovo un governo. Tuttavia il paese è ormai sprofondato in una crisi che non ha precedenti.  L’accordo per la formazione di un esecutivo costruito intorno al primo ministro Najib Mikati, miliardario libanese sunnita,  già stato due volte primo ministro, non significa la fine delle difficoltà per la popolazione libanese.

Il massacro di Sabra e Chatila fu compiuto dalle Falangi libanesi e dall’Esercito del Libano del Sud, con la complicità dell'esercito israeliano. La strage avvenne fra il 16 ed il 18 settembre 1982 nel quartiere di Sabra e nel campo profughi palestinese di Chatila, entrambi alla periferia ovest di Beirut.

Ne parliamo con la giornalista freelance e collaboratrice del Manifesto Sonia Grieco.