Presidio di solidarietà all'ambasciata messicana di Roma
Il racconto della loro detenzione di oltre sette anni in un carcere di massima sicurezza e l'esperienza del comitato che ha lottato per la loro liberazione.
Città del Messico, Agosto 2001, esplode una bomba in una banca, nessun ferito.
Senza prove vengono subito arrestati, tre fratelli, attivisti della Università, Antonio, Alejandro e Hector Cerezo.
Vengono rinchiusi in un carcere di massima sicurezza e inizia un processo carico di irregolarità e ingiustizie.
I loro fratelli e amici fondano un comitato in loro sostegno che presto si trasforma in un gruppo per la difesa dei diritti umani di tutti i prigionieri politici messicani.
Alejandro esce dal carcere nel Marzo del 2005. Antonio, nel febbraio 2009 e si uniscono al lavoro del Comitato.
Per la prima volta assieme in Italia, per raccontare di un Messico in cui repressione dei movimenti sociali aumenta sempre più.
La storia dei fratelliCerezo, studenti dell'università autonoma di Città del Messico, incarcerati senza alcuna prova e detenuti per anni come atto di intimidazione contro i propri genitori menbri dell'Erp.
Raccontano la loro storia nelle carceri di massima sicurezza e la loro attuale attività in difesa dei diritti umani dei detenuti.
Da più di sei mesi San Juan Copala, Municipio Autonomo che raccoglie una ventina di comunità indigene di etnia Triqui dello stato di Oaxaca, è assediato dai paramilitari della UBISORT, organizzazione direttamente legata al partito di governo PRI e di cui fa parte lo stesso governatore dello stato Ulises Ruiz.
Negli ultimi due mesi in particolare la violenza dello stato e dei suoi servi è cresciuta brutalmente.
Il 27 Aprile scorso i paramilitari hanno teso un'imboscata ad una carovana di solidarietà di attivisti/e che portavano medicine e cibo a San Juan Copala e, sotto la pioggia di proiettili, sono stati uccisi la compagna messicana Betty Carino e il compagno libertario finlandese Jyry Jakkola.
L'8 giugno una nuova carovana umanitaria, che porta il loro nome, cercherà di rompere l'accerchiamento paramilitare e di salvare la vita a più di 70 famiglie che stanno sopravvivendo in condizioni inumane, portando alimenti, medicinali e un' appoggio concreto alla resistenza che le comunità triqui stanno conducendo a San Juan Copala.
Abbiamo parlato con un compagno italiano che parteciperà alla carovana.
Nella puntata di lunedì 17 maggio 2010:
Appena approvata la nuova legge sull'immigrazione in Arizona, si moltiplicano le proteste e le mobilitazioni sotto lo slogan: "Somos todos Arizona".
Selezioni dj style dalla Giamaica degli anni '70.
Intervista fatta sabato mattina a Adrián Ramírez López (presidente della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani- LIMEDDH)