Manifestazione sotto ambasciata italiana a Tunisi
Continua la mobilitazione delle famiglie dei migranti tunisini scomparsi da più di un anno: oggi, venerdì 30 marzo, presidio sotto l'ambasciata italiana a Tunisi
Continua la mobilitazione delle famiglie dei migranti tunisini scomparsi da più di un anno: oggi, venerdì 30 marzo, presidio sotto l'ambasciata italiana a Tunisi
A due anni dai fatti di Rosarno, la lotta dei braccianti migranti e dei contadini della Piana di Gioia Tauro trova un momento di sintesi nell'articolazione di due settimane di iniziative in diverse città italiane, dopo le esperienze di sciopero di Castelvolturno e Nardò.
Contro il lavoro nero e lo sfruttamento, contro i dispositivi legislativi che impediscono la regolarizzazione dei migranti, per il permesso di soggiorno per tutti e tutte, per la sovranità alimentare e la difesa dell'agricoltura contadina e della terra.
Durata: 20'50''
Per altre info: http://www.exsnia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=306&Itemid=1
si è tenuta questa mattina l'udienza per i due arrestati dopo la rivolta nel cie di via corelli.
A seguire il comunicato al presidio di stamattina da macerie e la corrispondenza.
«Il 05/09/2011 c’è stata una rivolta al C.I.E. di via Corelli a Milano, dove una cinquantina di reclusi è salita sul tetto. L’intervento degli oppressori è stato tempestivo e per Nahed e Mohamed è scattato l’arresto, accusati di resistenza e lesioni a pubblici ufficiali e danneggiamenti. Nahed, racconta in una lettera, di essere stato pesantemente pestato dagli sbirri, in modo così violento da aver perso i sensi ed essersi ritrovato in ospedale, oltretutto aveva già una frattura al braccio, procuratasi da un incidente involontario avvenuto nei bagni del C.I.E..Ora Nahed e Mohamed si trovano nel carcere di San Vittore. Il 10/11/2011 ci doveva essere la sentenza, ma è stata rinviata al 15 novembre. Nelle udienze precedenti sono state ascoltate le testimonianze dei capi d’accusa, tre sbirri, intervenuti alla sommossa, il responsabile dell’ufficio immigrazione ed il responsabile del C.I.E., appartenente alla croce rossa italiana, Sig. Massimo Chiodini. Quest’ultimo, durante l’interrogatorio, ha affermato di non conoscere tutti i reclusi e che saltuariamente parla con alcuni di loro, che ripetutamente richiedono la libertà.
La prossima volta saranno interrogati i due imputati, Nahed e Mohamed, che hanno scelto di affermare la tentata fuga per la libertà. È importante sostenerli con la nostra presenza, hanno agito contro gli oppressori rivendicando la libertà.
Vi aspettiamo Martedì 15/11/2011 alle h.9.30 al tribunale di Milano in corso di Porta Vittoria al 3°piano IV sezione penale.»
Oggi, dopo il rifiuto dei migranti a rientrare nel cie, nell'isola si sono avuti diversi episodi di violenza a danno dei tunisini, prima da parte della popolazione esasperata e poi dalle forze dell'ordine.
Un abitante di Lampedusa ci aiuta a capire cosa è successo veramente nella giornata, con una popolazione abbandonata a risolvere un'emergenza così grande e le istituzioni che hanno come unico linguaggio i rimpatri, la violenza e la repressione.
La raccolta dei pomodori sta finendo e inizia lo sgombero della masseria Boncuri a Nardò (Lecce). Un bilancio dello sciopero autorganizzato dei braccianti immigrati contro il lavoro nero dalla voce di uno dei suoi protagonisti: la lotta continua!
La corrispondenza è andata in onda durante la puntata di oggi di Silenzio Assordante: ascolta.
Un aggiornamento sulla situazione del centro di Lampedusa: nonostante i proclami del governo continuano gli sbarchi e i respingimenti, le rivolte e le deportazioni. Quello che i giornali non dicono...
La corrispondenza è andata in onda durante la puntata di oggi di Silenzio Assordante: ascolta.
Ancora un’altra notte di casino, dentro e fuori il Cie di corso Brunelleschi a Torino, dopo la sommossa di ieri. In serata, dopo una giornata di sciopero della fame, i prigionieri in lotta hanno iniziato una lunga e rumorosa battitura. Quando un gruppetto di solidali è andato fuori dalle mura per salutarli con grida, petardi e battiture, un recluso si è arrampicato sulle reti sventolando un lenzuolo. Nella notte, i reclusi hanno continuato la protesta e sono saliti sui tetti delle aree bianca e blu. Alcuni solidali sono accorsi per un nuovo saluto rumoroso, ma questa volta la polizia si è organizzata per catturarli. Mentre i compagni venivano dispersi e inseguiti della celere, i reclusi hanno continuato a protestare sui tetti: ora che scriviamo, e sono passate quasi dodici ore, sono ancora lassù. Alcuni di loro indossano magliette bianche con su scritto a pennarello “libertà!”. Durante la notte, la polizia è riuscita a fermare due compagne, tra le proteste dei reclusi che hanno visto la scena dall’alto e gli incitamenti al linciaggio da parte dei residenti. Dopo tre ore passate in Commissariato tra denunce e ramanzine sono state liberate.
Dalle 19 di stasera, un nuovo presidio è previsto sotto alle mura del Centro: fate girare la voce.
Ridotti in miseria con salari da fame e ricattati dai caporali, i lavoratori migranti reclutati per la raccolta dei pomodori alla masseria Boncuri di Nardò proseguono la loro importantissima lotta, giunta al quinto giorno di sciopero. é la prima volta che i migranti si autorganizzano nelle campagne salentine conducendo in forma autonoma, quantunque appoggiati dal sindacato, una lotta con precise rivendicazioni, prima tra tutte il rispetto dei contratti e la fine del caporalato.
Dopo la rivolta di lunedì, nessuna risposta da parte delle autorità sulla situazione dei migranti che attendono il riconoscimento dello status di rifugiato. Per oggi sono previste delle iniziative promosse dalle realtà solidali con la lotta dei migranti oltre ad un incontro con la prefettura.