Scuola
Tappabuchi del 14 settembre 2015
Corrispondenza con il coordinamento operatori scolastici della comunicazione sui licenziamenti nell'assistenza ai disabili nelle scuole di Roma.
Corrispondenza di un ferroviere dell'Assemblea "29 giugno" sulla mobilitazione del 17 giugno a Montecitorio sul processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009.
A Roma alziamo la testa. 31Agosto ore 17, assemblea pubblica alla Sapienza
Negli ultimi giorni abbiamo letto del parziale commissariamento di Roma al Prefetto Gabrielli per l'imminente Giubileo e dell'attacco del sen. Esposito ai "tanti" che non pagano il biglietto dell'autobus mentre subiamo una situazione drammatica dei trasporti, mentre per gli studenti è la seconda città in Italia per il prezzo degli affitti. Ragioniamo a partire da una situazione dove chi denuncia questo stato di cose con scioperi e proteste (dai lavoratori comunali a quelli dei traporti), chi occupa case e spazi (studenti, precari, migranti), chi prova ad esprimere una voce contraria a quella del Partito Democratico (o Partito della Nazione?), a quella di Alfano, viene attaccato.
Segnaliamo pertanto l'assemblea pubblica di oggi, lunedì 31 agosto, al Tre Serrande Occupato alla Sapienza, convocata in seguito allo sgombero dello Studentato Occupato Degage.
Per costruire una mobilitazione cittadina per venerdì 4 settembre.
Le trasmissioni dell'estate " Riflessioni femministe sulla scuola"
Le Trasmissioni dell’estate
mercoledì 15 luglio 2015
“Riflessioni femministe sulla scuola”
http://coordinamenta.noblogs.org/post/tag/scuola-2/
Approvata la legge sulla scuola. La mobilitazione continua
L'Aula della Camera ha definitivamente approvato la riforma della scuola, che è legge. Hanno votato a favore 277 deputati, 173 contro. In quattro si sono astenuti. Nei banchi del Pd si sono visti quattro voti contrari.
Anche questa mattina un presidio di lavoratrici e lavoratori della scuola che, come nei lunghi mesi passati, non si sono mai stancati di ripetere la propria opposizione, di chiedere il ritiro del ddl e di portare avanti una mobilitazione compatta e determinata che promette di non placarsi.
Due corrispondenze dalla piazza, la prima all'inizio del presidio, la seconda dopo l'approvazione della legge.
Tutte/i in piazza per la scuola. Alle 17 da Bocca della Verità
Continua la protesta contro il ddl scuola, oggi la fiducia al senato, corrispondenza con alcuni insegnanti che hanno improvvisato un flashmob davanti a palazzo Madama.
Alle 17 corteo dal Bocca della verità a Campo dei Fiori
Blocco degli scrutini in massa contro il ddl Renzi sulla scuola
Corrispondente con un insegnane, compagno degli Autoconvocati della scuola
No alla Buona scuola di Renzi! Flashmob in molte piazze italiane
La corrispondenza con una compagna da piazza di Spagna, la piazza romana dove si sono riuniti lavoratrici e lavoratori della scuola per dire ancora che il ddl Renzi deve essere ritirato.
Trasmissione del 20/05/2015 "Dal '68 alla<buona scuola>"
http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/05/21/podcast-della-trasmissione-del-20052015/
” La mancanza di Tutto, mi impedì di sentire la mancanza delle cose minori.Fosse stato lo scardinarsi di un mondo o l’estinguersi del sole, nulla era così importante da farmi alzare il capo,dal lavoro,per curiosità.” Emily Dickinson, Silenzi
“ Dal ’68 alla <buona scuola>”“La scuola è un nodo politico/Il salto della scocca/Selezione di classe, di genere, di razza….”
Trasmissione del 25/03/2015 "La scuola dell'infanzia, dal modello socialdemocratico..../L'esercizio illimitato della forza"
Puntata del 25/03/2015
“La scuola dell’infanzia/dal modello socialdemocratico a quello neoliberista “” A Miren/La scuola per l’infanzia /dal modello socialdemocratico a quello neoliberista/L’esercizio illimitato della forza/Collegamento e confronto con chi lotta negli asili/Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe
” Come riconoscere un anarcomachista”
Nella loro illusione legalitaria, socialdemocratiche e socialdemocratici, riformiste e riformisti, istituzionali e paraistituzionali, credono che le regole legislative abbiano in sé una forza impositiva, ma il potere capitalista-patriarcale è sempre assoluto.
La limitazione del potere non è esercitata dalle regole, ma dalla forza capace di imporre le regole o di trasformarle.
Il legalismo attribuisce alle regole una forza che le regole non hanno perché non viene dalle regole stesse ma dai rapporti di forza e dai ruoli.
E le Istituzioni, in tutte le loro articolazioni, lo sanno.
L’autonomia femminista ha riconosciuto la brutalità del rapporto di forza tra generi, classi, etnie…. partendo da una denuncia dell’arbitrarietà delle regole esistenti. Il buonismo disonesto della “convivenza civile”, delle” bacheche rosa”, degli “appelli allo Stato”, ha portato un attacco mortifero alle lotte del movimento femminista nel loro impegno a leggere, delle regole, la vera sostanza.
Si è, così, aperta la strada per la costituzione di una legalità liberticida e femminicida.
Un’operazione, questa sì, violenta, in cui il linguaggio esiste essenzialmente per mentire.
La menzogna, l’inganno, la simulazione, dietro i linguaggi politicamente corretti non sono che forme aberranti di comportamento sociale.
La socialdemocrazia, destra moderna, è un’economia criminale, non tanto perché si fonda sulla violazione delle regole faticosamente contrattate nel passato dal lavoro nei riguardi del capitale, quanto perché tale violazione sistematica non è più considerata un crimine, se non nella visione autolesionista, chissà quanto in buona fede, dei legalisti.
Il crimine sta nell’esercizio illimitato della forza, istituzionale e familiare, anche perché, a questa forza, non si contrappone alcuna altra forza.
Il crimine è nella violenza che si esplica e si perpetua nei commissariati, nei Cie, nelle guerre neocoloniali, nelle carceri, nelle caserme, in famiglia…nelle piazze …contro ogni forma di protesta, di alterità, di asimmetria.
Il crimine è nella “normalità” di questa società disumana.
La violenza non è un elemento particolare ed occasionale della relazione istituzioni- cittadine/i e delle relazioni sociali, ma ne è l’elemento fondante e riproduttivo.
Nessuna ne è al riparo.
Se esiste una legittimità, concetto ben diverso dalla legalità, questa appartiene a chi tenta di sottrarsi al ricatto economico e consumista di questa società patriarcale, di cui l’Istituzione è la protesi identitaria, a chi cerca con sforzo caparbio, capacità, impegno, pagando un alto prezzo, di sovvertire i circuiti dello schiavismo neoliberista.