Con Mauro Pompili, giornalista freelance, aggiornamenti da Beirut: durante la notte tra venerdì e sabato l'esercito israeliano ha abbattuto un palazzo di 8 piani nel quartiere sunnita, i morti accertati sono ormai 4000, la situazione è sempre più grave.
Con Marco Pompili, giornalista free lance a Beirut, ripercorriamo gli ultimi aggiornamenti sulla tragica situazione del paese: va avanti da due giorni il continuo bombardamento della zona sud di Beirut con un esodo di centinaia di migliaia di persone, almeno centomila delle quali sono dirette verso la Siria, molti danni alle infrastrutture, in particolare a ospedali.
Con il giornalista Mauro Pompili partiamo dall'attualità, ossia dagli ordini di evacuazione dell'esercito israeliano a trenta paesi del sud del Libano per tracciare un quadro della situazione e possibili scenari futuri dell'area dell'area e un approfondimento su politica, società civile e stato dell'economia del Libano
Negli ultimi giorni due attacchi israeliani hanno colpito indiscriminatamente la popolazione in Libano. Gli ordigni sono stati innescati per fare prima un rumore nel cercapersone, così da attirare l'attenzione, e poi per esplodere. Ieri a esplodere sono stati i walkie talkie, tecnologie utilizzate anche da medici o altre figure non necessariemente militari. Secondo le autorità libanesi il bilancio dei feriti è di circa 500 persone e di 20 morti. Oggi è atteso il discorso di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, mentre le truppe israeliane si stanno spostando verso Nord minacciando un'escalation e un'invasione di terra.
Con questi attacchi israele ha spostato ancora una volta l'asticella "dell'consentito" (per meglio dire: ciò che gli viene consentito a livello internazionale), ha fatto un ulteriore passo in avanti in questa guerra.
Ciò che non si riesce a dire nella quasi totalità dei giornali italiani e nella politica è che questo attacco ha una natura terroristica.
Ne parliamo con Chiara Cruciati, giornalista e vicedirettrice del Manifesto.
Da Beirut sentiamo Mauro Pompili, giornalista freelance.
Nella prima metà della trasmissione approfondiamo, grazie a due corrispondenze da Parigi e da Berlino, la cappa di repressione nel modo occidentale ai movimenti di solidarietà con la Palestina: dai divieti di manifestare in Francia e Germania al divieto stesso di esporre simboli palestinesi nello UK. Ci concentriamo sia sulle dichiarazioni politiche e sulle linee editoriali delle maggiori emittenti europee, sia sulla composizione e le posizioni delle piazze in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Nella seconda metà del redazionale, invece, ci facciamo aiutare da un compagno palestinese a tracciare un quadro della situazione in tutto il mondo arabo, le manifestazioni, le carovane popolari, le posizioni dei diversi gruppi armati e la situazione politica in Palestina, in Libano e in Egitto.