Taranto: valutazioni per continuare la lotta
Un commento sulla situazione dell'Ilva, a pochi giorni dal referendum sulla chiusura dello stabilimento che ha registrato un'affluenza non sufficiente al raggiungimento del quorum.
Un commento sulla situazione dell'Ilva, a pochi giorni dal referendum sulla chiusura dello stabilimento che ha registrato un'affluenza non sufficiente al raggiungimento del quorum.
Continua la lotta del personale del call center di Lamaro contro la decisione aziendale di ricorrere alla cassa integrazione per "cessazione attività", di fatto inesistente dato che le commesse saranno trasferite alla sede di Cosenza. In un centinaio stamattina hanno protestato davanti a Montecitorio. Un'interrogazione parlamentare sul caso è stata già depositata.
La procedura di cassa integrazione a zero ore è già iniziata nel call center di Lamaro; i lavoratori e le lavoratrici hanno comunque bocciato l'ipotesi di accordo sottoscritta dai sindacati complici, esprimendosi al referendum con 367 voti contrari e 123 a favore.
Il gruppo Beltrame, che possiede una serie di acciaierie in italia, denuncia una crisi che sta provocando licenziamenti e cassa integrazione. In realtà, come al solito, l'azienda non ha mai speso un soldo per investimenti di rilancio, preferendo puntare sullo sfruttameto selvaggio della forza lavoro. Una Rsu unitaria e trasversale ai diversi siti sta crecando di coordinare la lotta degli operai per scongiurare la chiusura degli stabilimenti: a rischio, dopo Val d'Arno, Vicenza e Torino, anche i posti di Porto Marghera.
Durata: 18':15''
Un comitato operai-cittadini si è formato nella giornata di ieri, una possibilità per la città di Taranto di costruire un percorso di lotta in grado di riunificare gli interessi di classe sul versante del lavoro e per la salute di tutti e tutte. Per cinquant'anni Stato e padroni hanno inquinato la città, è giunta l'ora di chiedere il conto!
In attesa che siano definite le procedure e i piani industriali per il rilevamento dell'azienda, è scattata la cassa integrazione per i 337 dipendenti della Richard Ginori, ditta di Sesto Fiorentino un tempo leader nel settore delle ceramiche. Negli ultimi mesi le retribuzioni venivano rateizzate, oggi l'azienda è in liquidazione. Per far sedere al tavolo delle discussioni la Rsu Cobas Ginori, che ha la maggioranza, si è resa necessaria l'occupazione dello stabilimento.
Volantinaggio e apertura di striscioni quasi sotto il palco dal titolo con questi contratti nessuna sicurezza è stata l'iniziativa dei lavoratori dello spettacolo al concerto di San Giovanni nella giornata del primo maggio.
Una delegazione di 50 operai da stamattina si trova sotto il Ministero dello Sviluppo Economico per richiedere un incontro che definisca una soluzione per la fabbrica di Portovesme produttrice di alluminio. La mobilitazione continuerà anche domani e fino a quando la delegazione sarà ricevuta.
Donne e uomini aderenti all'associazione disoccupati over 40 hanno organizzato questo pomeriggio un presidio sotto al Ministero del lavoro, dove hanno consegnato una lettera simbolica alla Fornero, chiedendo reddito di cittadinanza.