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Messico: Oaxaca repressione al corteo sulla scuola - 5 morti

Treni da Roma per Milano contro il reato di devastazione e saccheggio

Rinviati a giudizio militanti di Action

Iraq - aumento violenze sulle donne

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Palestina evita il referendum

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Antogone sulle carceri in Italia

Precari della pubblica amministrazione

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sono 11 i giorni di sciopero della fame del cobas della scuola

Il rifiuto dell’abrogazione delle leggi Moratti, richiesta da tutto il popolo della scuola pubblica, è l’asse di un’operazione gattopardesca: cambiare la forma per conservare la sostanza della scuola-azienda, della precarizzazione, della frantumazione della scuola pubblica. Tale operazione è particolarmente odiosa rispetto al gravissimo problema della democrazia sindacale nelle scuole, anche in vista delle elezioni RSU di dicembre, il cui meccanismo, già di per sé aberrante (si misura la rappresentanza nazionale dei sindacati non su liste nazionali ove tutti/e possano votare, ma su liste RSU di scuola: così docenti ed ATA non possono dare il voto ad un sindacato se esso non ha un candidato/a all’RSU di quella scuola) è aggravato dal divieto ai COBAS e ai “non-rappresentativi” di tenere assemblee nelle scuole per cercare i candidati e fare campagna elettorale. Fioroni si era impegnato a restituire le assemblee ma, pressato dai sindacati concertativi che detengono il monopolio dei diritti, non ha fatto niente. insieme, hanno tempestato di circolari e ammonimenti quei pochi capi di istituto che hanno continuato, malgrado tutto, a concedere le assemblee ai cobas. Per rivendicare il diritto di parola nelle scuole per tutti, dal 2 ottobre Ferdinando Alliata, Nicola Giua e Antimo Santoro, membri dell’Esecutivo Nazionale dei COBAS, sono in sciopero della fame davanti al Ministero della Pubblica Istruzione

CORRISPONDENZA

PALERMO: PER LA CASA, OCCUPATA LA CATTEDRALE

Una cinquantina di persone, aderenti al "Comitato di lotta per la casa - 12 luglio " ha occupato la cattedrale di Palermo. Per risolvere l'emergenza che riguarda centinaia di famiglie senza alloggio il comitato chiede che il Comune assegni ai senza tetto immobili confiscati alla mafia e rimasti finora inutilizzati. Su questa vicenda la trattativa tra i cittadini e l'amministrazione va avanti da mesi. Elisabetta, centro sociale ex carcere di Palermo

CORRISPONDENZA

ESTERI

VIOLENZA IN IRAQ, “UNA SPIRALE SENZA CONTROLLO” SECONDO ONU

Cento persone uccise ogni giorno, 1 milione e 500.000 sfollati interni, oltre 1 milione e 300.000 profughi nei paesi circostanti (ogni giorno 2000 iracheni attraversano il confine con la Siria e il numero è segnalato in crescita costante), 315.000 civili che negli ultimi 8 mesi sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni a causa delle violenze o delle operazioni militari della coalizione: sono solo alcuni dei dati snocciolati ieri a Ginevra dal vicesegretario delle Nazioni Unite. “La violenza in Iraq è entrata ormai in una spirale senza controllo e nessun segmento della società ne è immune” ha detto Egeland sottolineando che gli omicidi compiuti dagli squadroni della morte, da milizie settarie o i più recenti “omicidi d’onore” (vendette private o vere e proprie faide tra famiglie) non risparmiano nessuno e coinvolgono “poliziotti, giudici, avvocati, giornalisti e sempre di più donne”. Una violenza in continuo aumento che spinge larghe fette di popolazione ad abbandonare i propri villaggi, le proprie città e il proprio paese. Un’emorragia umana che rischia di avere serie conseguenze sulle possibilità di ricostruzione del paese, dal momento che la fuga di personale altamente qualificato sarebbe in continua crescita.

OAXACA: NUOVE VIOLENZE, IN ARRIVO COMMISSIONE INCHIESTA DEL SENATO

È durata meno di 24 ore la tregua a Oaxaca, dopo il raggiungimento di un primo accordo a Città del Messico tra rappresentanti di maestri e contadini in sciopero da quasi 5 mesi e governo federale. Nonostante l’intesa che prevede la sostituzione con funzionari federali dei vertici della polizia locale, sospettati dalla popolazione di corruzione, i manifestanti di Oaxaca ieri hanno eretto nuove barricate per impedire alla polizia l’accesso al centro della città e hanno tentato di occupare alcuni edifici pubblici, riaperti dopo un mese di chiusura forzata dal governatore Ulises Ruiz. Colpi di pistola sono stati sparati da sconosciuti dalle finestre di uffici dei ministeri federali dell’Economia, delle Finanze e dello Sviluppo sociale presi d’assalto da centinaia di giovani, provocando due feriti. Nei prossimi giorni una sottocommissione del Senato si recherà a Oaxaca per valutare se Ruiz detenga ancora i poteri costituzionali per governare città e stato o se invece, come previsto dalla Costituzione, possa essere rimosso. Dallo scorso 22 maggio, la protesta ha provocato una perdita di almeno 150 milioni di euro di introiti a Oaxaca, località turistica, causa della lotta sociale in corso.

INCURSIONE A GAZA, RAID ANCHE IN CISGIORDANIA

Sei palestinesi sono stati uccisi stamani all’alba in un’incursione dell’esercito israeliano nei pressi di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano ‘Haaretz’, 5 vittime appartenevano alla stessa famiglia: 3 erano membri del movimento di Hamas, gli altri due sarebbero rimasti coinvolti loro malgrado negli scontri tra miliziani e militari dello Stato ebraico. Truppe israeliane sono entrate nel villaggio di Abassan con l’appoggio di elicotteri da guerra. Fonti militari di Israele hanno confermato l’attacco, finalizzato – a detta di un portavoce – a individuare tunnel usati per il contrabbando di armi. In risposta all’incursione, l’ala armata di Hamas ha lanciato sei ordigni artigianali in territorio israeliano. Un sesto palestinese, un militante di 23 anni, è stato ucciso alcune ore dopo a Barakha. Secondo il dottor Hassinen Mouawia, direttore generale dei servizi di pronto soccorso nella Striscia di Gaza presso il ministero della Sanità dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), dall’inizio della violenta offensiva israeliana nella Striscia di Gaza lo scorso 25 giugno – in seguito al rapimento di un sottufficiale, tuttora sequestrato - sono stati uccisi 292 palestinesi e oltre 4.200 feriti.

Peru.INDIGENI ACHUAR PROTESTANO CONTRO AZIENDA PETROLIFERA ARGENTINA

Un gruppo di indigeni di etnia Achuar ha occupato tre pozzi petroliferi nelle selve settentrionali del paese appartenenti alla società petrolifera argentina ‘Pluspetrol’, accusata di aver contaminato le acque del fiume Corrientes, provocando danni alla salute delle comunità che abitano lungo le sue rive.

Da oggi chi in Francia nega il genocidio armeno è perseguibile per legge

L'Assemblea nazionale ha approvato, con 106 voti a favore e 19 contrari, la norma che dichiara punibile chi nega che tra il 1915 e il 1923 il governo turco Ottomano perseguitò la minoranza armena e sterminò un milione e mezzo di persone. Nonostante le pressioni e le proteste del governo di Ankara, e le paure espresse dai mercati nazionali, il Parlamento francese ha dunque approvato la legge, che ora deve essere ratificata dal Senato. La Turchia ha già fatto sapere che la decisione di Parigi minerà i rapporti con gli alleati della Nato. Ankara respinge infatti l'accusa di genocidio sostenendo che gli armeni furono vittime della guerra civile che si scatenò in conseguenza della disgregazione dell'Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale. In un comunicato ufficiale, il ministero degli Esteri turco ha dichiarato che la legge provoca "un danno grave" alle relazioni tra i due paesi.

Omicidi di ceceni, Mosca condannata a risarcire i familiari con 250 mila euro

La Corte europea per i diritti degli essere umani ha condannato il governo russo a risarcire i famigliari di cinque ceceni uccisi dai militari russi a Grozny nel 2000. Mosca dovrà versare oltre 250mila dollari di indennizzo per quello che è stato definitio come un abuso di violenza. Le vittime, di età compresa fra i dieci e i 72 anni, facevano parte della stessa famiglia.

ITALIA

Tredici cittadini del Bangladesh e cinque afgani, tra cui due minori, sono stati intercettati e fermati oggi dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza a Santa Maria di Leuca (Lecce). È probabile che i clandestini abbiano viaggiato lungo la rotta che passa per il Mare Egeo, alternativa a quella usata di solito dalla Libia per raggiungere le coste italiane in direzione della Sicilia. Da gennaio circa 20.000 migranti irregolari sono sbarcati sui litorali italiani, 18.000 dei quali a Lampedusa.

dopo anni proprietario vuole sfrattare senegalesi dal pigneto

era stato fissato per oggi un presidio in via CAMPOBASSO AL PIGNETO per impedire lo sfratto di decine e decine di ragazzi e ragazze senegalesi. Una comunita' immigrata con regolare permesso di soggiorno vive da molti anni in una palazzina di via campobasso al pigneto.Da qualche anno hanno cominciato a chiedere al proprietario un regolare contratto locativo e di fare alcuni lavori dato che gli appartamenti cadono a pezzi e c' è muffa ovunque,CI SONO cavi elettrici scoperti e servizi igienici insufficienti che creano malattie. MA il proprietario INTASCANDO OGNI MESE I SOLDI IN CONTANTI DA ORMAI ANNI SI RIFIUTA DI FARE TUTTO CIO.INOLTRE VUOLE AUMENTARE L'AFFITTO. ALCUNI DEI RAGAZZI ALLORA HANNO DECISO DI NON PAGARE L'AUMENTO IMPOSTO DAL PROPRIETARIO, CHE DI CORSA HA SUBITO IMPOSTO LO SFRATTO IMMEDIATO PER MOROSITA'. IERI POMERIGGIO LA GUARDIA DI FINANZA SENZA UN REGOLARE PERMESSO E' ENTRATA NELL'INTERNO 18 E HA SEQUESTRATO MATERIALE E SOLDI DEI RAGAZZI.NELL'INTERNO 16 NON E RIUSCITA AD ENTRARE.

CORRISPONDEZA

domani al cs la torre una inziativa sulla colombia

non si muore di sola coca cola: multinazionali assassine

CORRISPONDENZA

In Messico non si muore solo di COVID: massacri, omicidi e sistema sanitario

Data di trasmissione
Durata 1h 15m 21s

Con due compagni del Nodo Solidale in studio parliamo delle ultime notizie dal Messico e nello specifico dal Chiapas e Oaxaca, sugli ultimi omicidi di stato appaltati a strutture narco-paramilitari, al servizio sanitario e ai presidi sanitari autogestiti come le "Casa de Salud" e ciò che è accaduto durante la pandemia del COVID-19.

Corrispondenza dal Messico su omicidio compagno Abraham Hernández Gonzales del Codedi

Data di trasmissione
Durata 12m 19s
Durata 12m 22s

ALLE POPOLAZIONI DI OAXACA

ALLE ORGANIZZAZIONI SOCIALI

AGLI ORGANI DI DIFESA DEI DIRITTI UMANI

AI MEZZI DI COMUNICAZIONE LIBERI E A PAGAMENTO

Oggi, martedì 17 Luglio verso le 11.30 di mattina, uomini incappucciati e armati fino ai denti,  con indosso delle divise militari, hanno assaltato la casa del compagno Abraham Hernández Gonzales nella comunità di Salchi, San Pedro Pochutla. Lo hanno portato fuori dalla sua casa con la violenza, portandolo quindi in una camionetta doppia grigia targato RH-70-92, scortata da motociclette.

Dal momento del prelievo forzato, l'avviso è stato dato alle varie corporazioni di polizia senza che nessuno di loro facesse alcun tentativo di localizzare il compagno, che dopo circa cinque ore è stato trovato senza vita vicino alla stessa comunità.

Riteniamo responsabile diretto il governo di Alejandro Murat sia per il rapimento che per l'assassinio del compagno Abraham Hernández, il quale ha svolto un ruolo importante come coordinatore locale della comunità dei Ciruelos. La mancanza di interesse da parte del governo nel cercare di risolvere casi come questo mostra una complicità con i gruppi criminali che operano nella regione e nello stato, lasciandoli liberi di operare a tutte le ore del giorno, senza che nessuno li fermi, così come mostra la farsa della operazione "spiaggia sicura", quando è in questi luoghi che l'insicurezza viene mostrata con maggiore forza, ancor più in questo ritorno del PRI nello stato di Oaxaca che, come sappiamo, è in collusione con il traffico di droga.

Chiediamo giustizia e la punizione per gli autori e i mandanti dell'assassinio di Abraham Hernandez, così come esigiamo giustizia per i nostri tre compagni uccisi lo scorso 12 febbraio e che fino ad ora il governo dello stato non è riuscita a progredire casi e responsabile di questi crimini rimangono in libertà.

Chiediamo alle organizzazioni sociali di unirsi a questa richiesta di giustizia per i compagni uccisi del CODEDI e per tutti gli/le attivist* sociali e i/le difensori dei diritti umani che vivono in un momento di costante minaccia.

BASTA ALLE AGGRESSIONE AL CODEDI

GIUSTIZIA PER I NOSTRI COMPAGNI ASSASSINATI

ALEJANDRO VIVE

LUIS ANGEL VIVE

IGNACIO VIVE

ABRAHAM HERNANDEZ VIVE

Comité Por la Defensa de los Derechos Indígenas CODEDI, a 17 de Julio del 2018

 

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A LOS PUEBLOS DE OAXACA

A LAS ORGANIZACIONES SOCIALES

A LOS ORGANISMOS DE DERECHOS HUMANOS

A LOS MEDIOS DE COMUNICACIÓN LIBRES Y DE PAGA

Hoy martes 17 de Julio, aproximadamente a las once y media de la mañana hombres fuertemente armados y encapuchados y vestidos de militares irrumpieron en el domicilio del compañero Abraham Hernández Gonzales el cual se ubica en la comunidad de salchi, San Pedro Pochutla al compañero lo sacaron de su domicilio con lujo de violencia, llevándoselo después en una camioneta gris doble cabina con placas RH-70-92, escoltado por motocicletas.

Desde el momento del levantamiento se le dio el aviso a las diversas corporaciones policiacas sin que ninguna de ellas llevara a cabo algún esfuerzo para localizar al compañero, quien después de aproximadamente cinco horas, fue localizado sin vida cerca de la misma comunidad.

Hacemos responsable directo al gobierno de Alejandro Murat, por el levantamiento y asesinato del compañero Abraham Hernández, quien desempeñaba una importante labor de coordinador local de la comunidad de los ciruelos. El nulo interés del gobierno por tratar de resolver casos como este muestra una complicidad con los grupos delictivos que operan en la región y el estado, dejando a estos operar de forma libre a todas horas del día, sin que nadie los detenga, así como también muestra la farsa del operativo “playa segura”, cuando son en estos lugares donde la inseguridad se muestra con mayor fuerza, más aun en esta vuelta del PRI al estado de Oaxaca quienes como sabemos están coludidos con el narcotráfico.

Exigimos justicia y castigo para los responsables materiales e intelectuales del asesinato del compañero Abraham Hernández, así como también exigimos justicia para nuestros tres compañeros asesinados el pasado doce de febrero y que hasta la fecha el gobierno del estado no ha presentado avances de los casos y los responsables de estos crímenes siguen en libertad.

Hacemos un llamado a las organizaciones sociales a unirse en esta exigencia de justicia por los compañeros asesinados del CODEDI y por todos los luchadores sociales y defensores de derechos humanos quienes viven en un momento de constante amenaza.

 

ALTO A LAS AGRECIONES AL CODEDI

JUSTICIA PARA NUESTROS COMPAÑEROS ASESINADOS

¡ALEJANDRO VIVE!

¡LUIS ANGEL VIVE!

¡IGNACIO VIVE!

¡ABRAHAM HERNANDEZ VIVE!

Comité Por la Defensa de los Derechos Indígenas CODEDI, a 17 de Julio del 2018


 

Messico, la situazione a Oaxaca e Chiapas

Data di trasmissione
Durata 21m 13s

La nostra voce dal Messico di racconta cosa sta accandendo dopo l'attacco e il massacro di Nochixtlan. Il governo ha effettivamente fatto un passo indietro a livello di forza e mentre  si aspetta la proposta di una forma di dilaogo, al quale  il movimento chiederà la liberazione dei prigionieri politici arrestati in questi giorni, aumentano le forme sociali di lotta e resistenza. Oaxaca è stata chiusa con il blocco, deciso dal movimento, delle principali arterie che permettono l'ingresso alla città. Sebbene sembri una situaizone di stallo succedono invece molte cose.

Oaxaca: aggiornamenti

Data di trasmissione
Durata 39m 58s

Domani sera al centro sociale Forte Prenestino, via Federico Del Pino, centocelle, fino a martedi innaugurazione di una mostra su Oaxaca, Messico.