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Carcere

Contro il Carcere 26/1

Data di trasmissione
Durata 1h 0m
3 detenuti suicidi in meno di 24 ore: nelle carceri di Sulmona, Prato e Caltagirone   19 gennaio, ore 20:00 - Mahmoud Tawfic, egiziano di 66 anni, si impicca nel carcere di Sulmona. 20 gennaio, ore 16:00 - Antonino Montalto, 22enne siciliano, si impicca nel carcere di Prato. 20 gennaio, ore 19:00 - Salvatore Camelia, di 39 anni, si impicca nel carcere di Caltagirone (Ct).   Nei primi 20 giorni dell’anno salgono così a 5 i suicidi in carcere e a 6 il totale dei detenuti morti. Lettera di Musumeci sul carcere dell'Asinara. Processo per la morte di Stefano Cucchi. Sul caso Battisti

 

Contro il Carcere 19/1

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

 Detenuto evade per cambiare carcere; cella umida e troppo fredda.

L’Italia non può togliere automaticamente il diritto di

voto ai condannati, così come prevede oggi la normativa (dpr 223/1967) nell’ambito dell’interdizione dai pubblici uffici per pene superiori ai cinque anni. Sono costati 7 milioni di euro i lavori per realizzare celle per detenuti disabili, quando il semplice buon senso consigliava di usare le misure alternative. I detenuti disabili nelle carceri italiane sono circa 500

Contro il Carcere 12/1

Data di trasmissione
Durata 52m 5s

Nei primi 10 giorni dell’anno sono morti 5 detenuti… avevano l’età media di 32 anni

Le carceri italiane sono affollate prevalentemente di persone giovani e, sempre più spesso, sono i giovani a morirvi: nei primi 10 giorni dell’anno 4 detenuti di età compresa tra i 28 e i 35 anni sono deceduti per cause naturali e 1 internato di 32 anni si è impiccato nell’Opg di Aversa.

Contro il carcere 5/01

Data di trasmissione
Durata 52m 47s

 Si tratta del primo decesso registrato nelle carceri italiane nel 2011. Lo scorso anno sono morti in cella 173 detenuti, di cui 66 per suicidio. Nel carcere di Lecce, nel 2010, si sono verificati 5 decessi (2 per suicidio), mentre negli ultimi 5 anni nelle celle di “Borgo San Nicola” hanno perso la vita 17 persone, delle quali 7 si sono suicidate. Tragico Capodanno per un detenuto foggiano, Salvatore Morelli, 35 anni. L’uomo è stato trovato morto all’alba del primo giorno del 2011 nella sua cella nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce. A stroncargli la vita, con ogni probabilità, un infarto. Ad allertare gli agenti di polizia penitenziaria il compagno di cella insospettito dal prolungato silenzio del 35enne. Vano ogni tentativo di rianimarlo da parte del medico del penitenziario e l’immediato trasporto all’ospedale di Lecce “Vito Fazzi”, dove i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

Lettera dal carcere di Rebibbia

Data di trasmissione

Cari compagni/e di Radio Onda Rossa,

 

vi scriviamo dal “tepore” natalizio delle nostre celle. Rendendo grazie all’amministrazione penitenziaria ed a tutti quei benpensanti cristiani, anche questo Natale ci è stato fatto dono del loro alberello e dell’immancabile presepe, ricordandoci che la “grazia” del buon Dio e la gloria della nascita di Cristo coinvolge tutti, persino noi carcerati. Ovviamente solo se da buoni cristiani ci si incammina sulla via del “PENTIMENTO” e della “redenzione”. Il messaggio “sotto-traccia” è sempre quello: cercare di convincerci della bontà dell’Istituzione, la millenaria trinità: LAVORO-FAMIGLIA-CONSUMO/ISMO, i quali, ragionandoci bene sono proprio le “necessità” che, per poter colmare, ci hanno indirizzato verso la strada dell’illegalità (il capitalismo ossessivo necessita di una dose sempre maggiore di fondi al fine di rimpinzare il cosiddetto benessere familiare, di sempre nuove ed inutili “necessità”). Ci troviamo ad osservare quel presepe e quell’albero scintillanti di luci, simulacri di un benessere di plastica, ma voltandoci verso la cruda realtà delle cose, quotidianamente ci vengono negati perfino i diritti fondamentali dell’uomo e dato che “alla sorte non manca ironia” sono proprio quelle luci che scintillano nella grotta del presepe ad essere invece negate a noi detenuti, insieme “ovviamente” ai rudimenti dell’igiene, l’acqua calda e lo spazio vitale (siamo in SEI in un buco di cella... tipo mucche da macello, no?); senza poi tener conto di privazioni ben più gravi: l’assistenza medica, psicologica e culturale insufficienti, ma che dovrebbero essere, almeno sulla carta, basilari al fine del reinserimento sociale così tanto decantato dalle leggi “svuota-carceri”, utili esclusivamente all’imbonimento dell’opinione pubblica...

 

 

 

OVVIAMENTE LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA!!!

 

 

 

Da qui non si esce e fin troppo spesso si muore e, se si è così fortunati da giungere fino al fine pena illesi, ci sono poche o nulle possibilità di migliorare il nostro futuro, se non quella di incontrarci nuovamente ospiti dei tanti “Hotel Millesbarre” che il nostro “Belpaese” ci offre... in fondo la maggior parte di noi è considerata feccia, e per molti va bene così: QUALCUNO IN GALERA DEVE PURE ANDARCI per conservare la pia illusione che nessuno rubi più!...

 

Ci viene spontaneo far sapere che anche noi siamo a fianco di tutti/e gli studenti ed i lavoratori (o aspiranti tali!) che si stanno battendo per un futuro migliore e che vengono anch’essi criminalizzati in ogni modo. “Se non fossimo rinchiusi saremmo TUTTI AL VOSTRO FIANCO!”.

 

 

 

SOLIDARIETA’ A COLORO CHE NONOSTANTE TUTTO NON SMETTONO DI SOGNARE, LOTTARE E CREDERE IN UN FUTURO MIGLIORE... “CON OGNI MEZZO NECESSARIO”

 

 

 

SOLIDARIETA’ CON TUTTI/E I DENUNCIATI DEL 14 DICEMBRE

 

 

 

SOLIDARIETA’ PER MARIO MIGLIUCCI

 

 

 

LIBERTA’ PER TUTTI/E I PRIGIONIERI FUORI E DENTRO I CARCERI!

 

 

 

PS: MANNATECE SCARCERANDA!

 

 

 

Seguono firme

 

 

 

“... Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane.

 

Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame!”

 

Fabrizio De Andrè

 

 

 

***

 

 

 

Che si sia d’accordo o meno, che si abbia o meno il “coraggio” e la forza di presentarlo, vi prego di far conoscere questo modulo e l’indirizzo al quale inviarlo. Serve per veder riconosciuti i propri diritti di essere umano e per denunciare le sempre peggiori situazioni abitative/igieniche/sanitarie ecc., ed ultimo, ma non per importanza, per avere anche qualche somma di denaro come rimborso... potrebbe aiutare qualcuno, no?

 

Saluti

 

 

 

***

 

 

 

Al difensore civico delle persone private della libertà

 

c/o Antigone

 

Via Principe Eugenio, 31 – 00185 – Roma

 

 

 

Il sottoscritto ___________________________ nato a ______________________ il _________ attualmente detenuto presso la Casa di reclusione di _______________ intende presentare ricorso alla CEDU per il risarcimento della detenzione disumana espiata in riferimento al sovraffollamento (e/o mancanza di servizi sanitari/riscaldamento/ rispetto dei diritti fondamentali, ecc.) nelle celle.

 

Vorrei ricevere l’atto di Procura per la nomina del legale che Voi mettete a disposizione allo scopo di seguire la pratica alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

 

 

 

COGNOME-NOME-INDIRIZZO

 

 

 

Ringrazio per l’attenzione

 

FIRMA

Contro il carcere 15/12

Data di trasmissione

 

La magistratura ha aperto un’inchiesta sulla morte, domenica mattina, di un immigrato senegalese nella camera di sicurezza della caserma dei carabinieri Masotti, a Brescia: stroncato da una crisi respiratoria, hanno detto i medici. Saidiou Gadiaga, Elhdj per gli amici, trentaquattro anni, soffriva di una grave forma d’asma ed è stata proprio questa la prima cosa che ha detto ai carabinieri quando venerdì pomeriggio l’hanno portato in caserma, dopo che durante un controllo dei documenti era risultato privo del permesso di soggiorno. Il giorno dopo in città si sarebbe svolto un corteo antirazzista contro la sanatoria - truffa e, come spesso accade ultimamente nella Brescia ostaggio delle politiche discriminatorie a marchio Lega, la vigilia si è trasformata in un’ottima occasione per un giro di controlli a tappeto tra gli immigrati.

 

Contro il Carcere 8/12

Data di trasmissione
Durata 59m 23s

 a fine 2012 si dovrebbe sfiorare la quota di 100.000 detenuti. Oltre al sovraffollamento ci sono però altri fattori di disagio, che rivelano quale sia la gravità della situazione: il 36,9 per cento dei detenuti è straniero; il 24,5 per cento è tossicodipendente, il 2,3 per cento è dipendente da alcol, l’1,8 per cento è infetto da Hiv; le guardie penitenziarie sono 39.569, rispetto alle 45.121 previste per legge; il costo medio giornaliero per detenuto è sceso dai 131,9 euro del 2007 ai 113,4 euro stimati per il 2010. A questo si aggiunge che circa 30.000 detenuti, pari al 44 per cento del totale, sono in attesa di uno dei gradi del procedimento. Tra questi, la gran parte (15.111) è in attesa del giudizio di primo grado. Inoltre 18.769 condannati si trovano a dover scontare una pena - o una pena residua - inferiore a tre anni (e tra questi 11.601 hanno una pena inferiore a un anno), quindi avrebbero i requisiti per usufruire delle misure alternative alla detenzione.