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femminismo

28 settembre: NUDM in 30 piazza per il diritto all'aborto

Data di trasmissione
Durata 4m 6s
Durata 3m 28s
Durata 4m 7s
Durata 3m 30s
Durata 5m 11s
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Durata 8m 22s

https://nonunadimeno.wordpress.com/2017/09/29/non-una-di-meno-la-marea-sta-tornando-non-si-fermera/

Siamo tornate a riempire le piazze di oltre 30 città in Italia, in migliaia in corteo a Roma e a Milano per reagire e dire basta alla violenza sui nostri corpi. Nella giornata mondiale internazionale per l’aborto libero e sicuro ci siamo riprese lo spazio pubblico per denunciare quel che le donne vivono sul piano della salute sessuale e riproduttiva.

Al non riconoscimento de facto della legge 194, con una media del 70% di ginecologi obiettori sul territorio nazionale, si accompagnano le violenze perpetrate nei reparti di ginecologia e maternità, dove le donne e le persone intersessuali subiscono l’abbandono, la disinformazione, l’umiliazione e procedure mediche coercitive.

Respingiamo i consigli paternalisti di chi ci vorrebbe rassegnate al nostro destino di angeli del focolare, fragili ancelle di una società misogina e patriarcale. Rifiutiamo con forza la retorica vittimista, funzionale soltanto al nostro addomesticamento, alla nostra marginalizzazione nel discorso e nello spazio pubblici, nei rapporti sociali. Ai femminicidi, alle violenze, agli stupri, non corrispondono una presa di coscienza e delle azioni di contrasto adeguate da parte delle istituzioni e della società tutta che, anzi, continuano a utilizzare retoriche volte a colpevolizzare le donne. Dai giornali, ai tribunali, agli ospedali le nostre vite sono passate al setaccio e giudicate, la nostra autonomia offesa e ostacolata.

Abbiamo riaffermato la centralità della libertà di scelta sui nostri corpi e desideri, rifiutando qualsiasi norma che tenti di imbrigliare le nostre forme di vita e soggettività favolose e smascherando l’inganno di politiche autoritarie e razziste che, in nostro nome, strumentalizzano la violenza di genere, proponendosi come la (falsa) soluzione a un fenomeno che da tempo definiamo strutturale.

Abbiamo riempito le piazze non solo con un’utopia, ma con tutta la nostra concretissima realtà: quella dei centri anti-violenza, degli sportelli autogestiti, delle consultorie transfemministe queer, delle studentesse e delle insegnanti, delle precarie, delle migranti, di tutt* coloro che quotidianamente lottano contro ogni forma di violenza e subordinazione, di sessismo e di razzismo.

Nuovamente al grido di Non Una Di Meno ci siamo rimesse in cammino: un percorso che fin dalla prima assemblea nazionale ha avuto la capacità di mettere insieme l’ampiezza e la complessità dei femminismi, delle esperienze di lotta, di riappropriazione, autogestione e mutuo soccorso delle donne nel nostro Paese. Abbiamo scioperato l’8 marzo insieme alle donne di oltre 60 paesi nel mondo, dal lavoro produttivo e riproduttivo, rifiutando le politiche globali di sfruttamento e il nuovo impoverimento che colpiscono in primo luogo le donne.

Il 14 e il 15 ottobre saremo a Pisa per la quinta assemblea nazionale di NonUnaDiMeno, dove discuteremo del nuovo anno di mobilitazione che ci attende e continueremo il lavoro sul nostro Piano Femminista Contro La Violenza, iniziativa delle donne e delle soggettività transfemministe queer per dar vita a cambiamenti sostanziali e per elaborare uno strumento autorevole di trasformazione, ma anche e soprattutto di lotta, sui temi dell’autodeterminazione, della salute, della libertà di scelta, del lavoro, del welfare, dell’educazione, delle migrazioni, della narrazione.

Il 25 novembre torneremo a essere marea nella giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, riempendo ancora le strade con la ricchezza, la complicità, la solidarietà dei nostri corpi, la potenza dei nostri desideri e delle nostre rivendicazioni.

Siamo marea, stiamo tornando a inondare le strade!

Dedicato ad Emma

Data di trasmissione
Durata 31m 1s
Durata 29m 6s

Ricordando l'impegno e la partecipazione di Emma Avallone alle trasmissioni della radio e nella seconda corrispondenza con il movimento femminista degli anni 90 e con il Centro Donna Lisa 

12 maggio 1977: a quarant'anni dall'uccisione di Giorgiana Masi

Data di trasmissione

Il 12 maggio 1977 migliaia di persone scendevano in piazza sfidando il divieto di manifestare. Tra loro la compagna diciottenne Giorgiana Masi, in strada per celebrare l'anniversario della vittoria referendaria che garantiva il diritto al divorzio. Giorgiana quel giorno venne assassinata da un colpo sparato per mano della polizia. Ogni anno da quel giorno le donne, le compagne, le femministe sono scese in strada per ricordare Giorgiana e la violenza patriarcale, repressiva dello Stato che l'ha uccisa. Quella contro Giorgiana è una violenza di Stato. Giorgiana è solo una delle e dei tant* che quotidianamente sono colpite dalla violenza strutturale di una società fondata sui privilegi di genere, di classe, di etnia. La violenza che ha colpito lei, mentre si ribellava ad un divieto, ha la stessa mano della violenza che colpisce la moglie che si ribella al marito, la lavoratrice che lotta per migliorare la propria condizione, la migrante che si ribella ad una espulsione, chi scappa da una retata mentre cerca di sopravvivere. A pochi metri da dove Giorgiana è stata uccisa, pochi giorni fa la violenza dell'ordine costituito ha fatto un altro morto: Niang Maguette, lavoratore immigrato dal Senegal, stava lavorando per sostenere se stesso e i suoi figli quando la violenta brutalità di una retata di vigili e polizia in borghese, trasformata in una caccia all'uomo, gli ha strappato la vita. Come femministe, donne, frocie, lesbiche, mogli, madri e figlie riconosciamo, perché ci colpisce da sempre, la violenza di quella mano che vuole annientare tutto ciò che non è decoroso, *normale*, assimilabile, valorizzabile, che non obbedisce a standard economici, morali, estetici sempre più elitari. Viviamo in una società in cui le parole legalità, decoro, sicurezza, significano semplicemente guerra alle/i pover*, alle/agli sfruttat*, alle/ai migranti, ai margini, alle donne che si autodeterminano, alle lavoratrici/tori che si autorganizzano e a chiunque provi a scegliere, o sia costretta ad inventarsi, modi diversi di vivere la propria vita. Il 12 maggio saremo in piazza contro tutta questa violenza che ci vuole succubi ed inermi. Saremo rabbiose e indecorose come lo erano Giorgiana e Maguette.


Ci vediamo tutte a Piazza G.Belli, di fronte la lapide di Giorgiana, il 12 maggio dalle ore 18 per una casserolata rumorosa: portate pentole, coperchi, mestoli e facciamoci sentire!

Pisa: sgomberata la Limonaia ma la marea femminista non si sgombera

Data di trasmissione
Durata 8m 43s

Questa mattina è stata sgomberata a Pisa la Limonaia - Zona Rosa, uno spazio che era stato chiuso per quattro anni e che da qualche settimana era stato restituito alla città. Alle 15 c'è stata un'assemblea pubblica sotto al Comune di Pisa, che però non ha trovato una soluzione allo stabile. Curioso come il Comune di Pisa sulla carta sottoscriva gli appelli di #NonUnaDiMeno, ma poi faccia sgomberare uno spazio fatto rivivere dalla comunità delle donne pisane (e non).

 

Anche l'architetto autore del restauro della struttura si è indignato per questo sgombero (qui un suo recente articolo).

 

In collegamento con noi una compagna della Limonaia.

12 aprile: contro la violenza dei tribunali, presidi femministi in tutta Italia

Data di trasmissione
Durata 15m 27s

Mercoledì 12 aprile, alle 12, in numerose città italiane ci sono stati presidi davanti ai palazzi di giustizia contro la violenza dei tribunali penali.
La giornata di lotta, lanciata dalle rete “Non Una di Meno” di Torino e fatta propria da tante attiviste della penisola, sarà un’occasione per esprimere solidarietà femminista alle vittime della cultura dello stupro, legittimata e amplificata dagli stessi tribunali che sulla carta le dovrebbero tutelare.
In tribunale le vite delle donne stuprate vengono inquisite, umiliate, messe a nudo. Se non c’è sangue, lacerazioni, urla la donna non viene creduta. Il suo no, il suo basta non è sufficiente a condannare gli stupratori. È la storia di Laura, una dipendente della Croce Rossa di Torino, già vittima di abusi durante l’infanzia, stuprata da Massimo Raccuia collega più anziano e più potente, che il 15 febbraio di quest’anno è stato assolto in primo grado con formula piena.

 

Ne abbiamo parlato con una compagna di Torino, presente al presidio di stamattina.

Per Laura le giudici del collegio, composto da Minucci, Florio, De Luca, hanno disposto il rinvio degli atti alla procura, perché valuti se procedere per calunnia. Laura rischia di diventare imputata.

La lotta delle donne in Polonia

Data di trasmissione
Durata 43m 47s

Parliamo con una donna polacca del movimento che ha animato la Polonia in questi ultimi mesi. Ragioniamo su come è nata la lotta per i diritti e per la difesa del diritto all'aborto, quali sono i canali dove si snodano le lotte. 

 

Per contatti visita scrivi a klemczer@op.pl oppure visita il portale strajkkobiet.eu

 

 

A quarant'anni dal 1977

Data di trasmissione
Durata 20m 30s
Durata 12m 9s
Durata 7m 59s
Durata 2m 57s
Durata 10m 22s
Durata 1h 27m 27s

1977: non solo la data del nostro compleanno (24 maggio) ma anche di un anno, da molti definito annus horribilis; ma cosa fu il Settantasette?

 

Partendo dalla considerazione che la storia non è fatta di eventi e/o date isolate, ma è un accumulo di processi intervallati da discontinuità e continuità, cerchiamo − con chi ha vissuto quegli anni e chi no − di analizzare, senza retorica, quel periodo.

 

Dopo un'introduzione di due compagni della redazione di Radio Onda Rossa, interventi dal filo-diretto con ascoltatori/ascoltatrici.

 

Per discuterne insieme vi invitiamo venerdì 17 febbraio, ore 17, alla Facoltà di Lettere (Sapienza).

 

Nell'ultimo audio potete ascoltare l'intera trasmissione (durata: 1h 27').

Desmonautica del 29/6/2016 "Poesie Sparse"

Data di trasmissione
Durata 3m 52s
 

Da “I Nomi delle Cose” del 29/6/2016 “Desmonautica“ la rubrica di Denys ogni ultimo mercoledì del mese.  “Poesie Sparse”

Tutto quello che ho

Tutto quello che ho/ è il mio sguardo miope e astigmatico sul mondo/ che, comunque, vede meglio di tanti altri)

Tutto quello che ho/è il mio corpo scomodo/imponente, fragile

Tutto quello che ho/è un etto e mezzo di feroce sarcasmo/non di più, non di meno

Tutto quello che ho/è una macchina analitica/che sfreccia nella mia testa/senza assicurazione

Tutto quello che ho/è la paura che m’accompagna/di non riuscire, di non capire/essere solo, essere vivo

Tutto quello che ho/è il mio assoluto talento/nell’essere inaffidabile/e un po’ eremita

Tutto quello che ho/è una betoniera di frasi coraggiose/nella mia bocca impastata/e un esercito di fotografie nel miocardio/che come un diaframma troppo aperto/illuminato a lungo/conosce croce e delizia/della sovraesposizione

Tutto quello che ho/è il gomitolo delle braccia che mi amano,/in bilico tra nebbia e catarsi,/in questa giornata di sole.

Detesto

Detesto/il disordine gratuito/come i coupon del supermercato

Detesto/i freddi e i privi di spessore/iceberg di cartone

Detesto/i buffetti sulla guancia/il rossore della falsità verace

Detesto/le opinioni non richieste,/le opinioni sincere,/le opinioni beote/che vogliono essere vere

Detesto/la necessità di dissimulare/l’assenza di parole

Detesto/chi mi accusa/di avere coraggio

Detesto/un sacco di roba/ma in fondo c’è sempre/di peggio