Il 7 luglio 2016 durante la festa di Sanfirmin a Pamplona cinque uomini tra cui un militare e un uomo della Guardia Civil stuprano una ragazza di diciotto, realizzano un video dello stupro e lo fanno circolare con il nome La Manada, cioè il branco. I cinque vengono sottoposti a un processo conclusosi ad aprile che non ha riconosciuto lo stupro (la ragazza non avrebbe resistito in modo abbastanza visibile!) ma solo una violenza più generica. La rabbia verso questa sentenza ha portato migliaia di donne in piazza in una mobilitazione che si è allargata ancora di più da venerdì quando gli stupratori sono usciti dal carcere. Venerdì a conclusione del corteo a Madrid è stata occupata plaza di Puerta del Sol e altre piazze in altre città, la mobilitazione infatti è molto grande, diffusa e sta mettendo in discussione l'intero sistema patriarcale nelle sue varie forme di sfruttamento e violenza. Sentiamo una compagna dalla piazza di Madrid
In tutta l’Irlanda, non solo nella capitale Dublino e nei centri urbani, ma anche nelle zone rurali (dove si temeva una vittoria del no) è stata schiacciante la vittoria del sì. L’87% dei giovani e il 70% delle donne hanno dunque votato per rendere meno restrittive le leggi sull’aborto.
Il fronte del no - con in testa i cattolici - non ha potuto fare altro che ammettere la sua sconfitta. Le gerarchie cattoliche del Paese hanno invocato la scomunica per chi ha votato "sì". Diviso al suo interno invece il Sinn Féin.
Trasmissione che ha trattato i 40 anni dalla nascita della legge 194, e dell'occupazione del repartino di ginecologia all'indomani della nascita di detta legge
Un'esponente della Casa internazionale delle donne di Roma relaziona sull'incontro che si è tenuto lunedì scorso quando una delegazione ha incontrato la sindaca di Roma capitale Virginia Raggi e le assessore Laura Baldassarre, Rosalba Castiglione, Flavia Marzano le quali hanno insistito su una idea di "rilancio" della Casa sulla falsa riga della mozione promossa dalla presidente della commissione delle elette Gemma Guerrini. L'incontro era stato richiesto per discutere la questione del debito sulla base dei documenti prodotti dalla Casa dopo mesi in cui l'Amministrazione si sottraeva dal confronto ma di questo Raggi e le altre non hanno voluto parlare.
Fuori dal palazzo, migliaia di donne manifestavano per la Casa e la mobilitazione, assicurano, continuerà. Il prossimo appuntamento è domani, giovedì 24 maggio, alle 12 per una conferenza stampa al Buon Pastore.
"Abbiamo deciso di vivere, e visto che per noi vivere significa lottare, abbiamo deciso di lottare". Con una compagna appena tornata dal Messico raccontiamo il primo Encuentro internacional politico, artistico, deportivo y cultural de mujeres que luchan che si è tenuto in Chiapas dal 7 all'11 marzo 2018.
Domenica 20 maggio dalle 17 se ne parlerà
Con la musica di She Bop e la sua cumbia
Comida vegana messicana
Vi aspettiamo!
Luna e le Altre, spazio occupato di femministe e lesbiche,
largo Nicolò Cannella 17, Spinaceto, Roma
A partire dalla vittoria di una cantante israeliana con una canzone di empowerment femminista all'edizione 2018 dell'Eurovision contest, analizziamo le strategie di propaganda del Brand Israel attraverso l'uso del pinkwashing e del purplewashing, ossia la strumentalizzazione e assimilazione delle rivendicazioni femministe e lgbtiq utilizzata per coprire le politiche di oppressione ed esclusione delle soggettività e popolazioni 'minorizzate', nella costruzione dell'identità nazionale, del neo colonialismo occidentale e della retorica dei diritti umani garantiti dai paesi dell'occidente progressista a capitalismo avanzato. La canzone della artista israeliana (nonché in servizio nella Marina israeliana durante l'attacco del 2014 a Gaza, e volontaria dell'esercito) è stata ispirata dal movimento MeToo. Secondo le sue stesse parole, la canzone parla de "Il risveglio del potere femminile, della giustizia sociale, tutto questo avvolto da un sentimento colorato, felice".
L'Eurovision contest è il più longevo e visto evento culturale internazionale, esiste dalla fine della seconda guerra mondiale ed è sempre stato uno strumento di creazione di una cultura e retorica del sentimento europeista 'nelle differenze' e di costruzione degli orgogli nazionali. Ad esempio fondamentale è stato il ruolo assunto alla fine della guerra fredda, utilizzato come strumento di assimilazione all'occidente dei paesi dell'ex blocco sovietico. Negli anni 2000 l'uguaglianza LGBT è iniziata ad essere fondamentale nella retorica dei diritti umani dell'unione europea e simbolo della sua identità, e il palco dell'Eurovision ha garantito visibilità a soggettività lgbtiq garantendo questa espressione di 'modernità' quasi sempre solo rappresentata e in netta contrapposizione con le reali condizioni di vita delle soggettività in questione nei singoli paesi. La costruzione di questa "democrazia dei diritti sessuali" è carica della retorica della civiltà europea in contrapposizione alla barbarie islamica e non a caso prende piede nel post 11 settembre 2001: la promozione dei diritti umani (a partire dai diritti LGBTIQ, in particolare il matrimonio negli ultimi anni) caratteristica dell' Eurovision contest, invisibilizza e rimuove completamente il colonialismo e l'imperialismo europei e quelle popolazioni, e soggettività LGBTIQ, non incluse - ma oppresse da - la modernità occidentale, di cui anche Israele fa parte.
Stamani prima udienza (quella di gennaio annullata per rinuncia del giudice) del processo che vede tre femministe imputate di diffamazione, denunciate dall'avvocato Antonio Valentini, difensore dello stupratore Tuccia, militare dell'Operazione Strade sicure.
Due corrispondene con le compagne presenti nel presidio di solidarietà femminista, nella foto il presidio di gennaio.
Una compagna femminista dalla Polonia ci racconta il movimento delle donne polacche, le riforme al voto in parlamento, l'ingerenza della chiesa cattolica e le manifestazioni per l'accesso all'aborto sicuro che stanno attraversando il paese.
Il primo audio dal corteo di Roma con concentramento a Piazza Vittorio.
Il secondo audio di intervento dal corteo del Centro Donna Lisa.
Antigone, collettivo informale di donne dello spettacolo e dell'arte, hanno realizzato azioni femministe a partire da uno smutandamento davanti all'obelisco dux allo stadio Olimpico. Seconda azione riguardo al lavoro dei media: davanti alla rai contro il sessismo dei media e per solidarizzare con le donne che hanno aderito al #metoo.
Collegamento da piazza Madonna di Loreto, seconda puntata dell'8 marzo romano dove dalle 14 sono state portate in strada le case delle donne, centri anti-violenza, consultori e consultorie per denunciare la precarietà a cui vengono sottoposte. In piazza anche Lucha y siesta, casa delle donne che oggi compie 10 anni, oggi sotto sgombero.
La giornata è iniziata con le iniziative alla Sapienza in mobilitazione per lo sciopero globale delle donne e al ministero del lavoro per i diritti delle lavoratrici e contro le molestie sessiste.