Corrispondenza dalla frontiera di Briancon
Corrispondenza sul passaggio dei migranti dal colle del Monginevro e sulle forme di solidarietà praticate in Francia
Corrispondenza sul passaggio dei migranti dal colle del Monginevro e sulle forme di solidarietà praticate in Francia
In Corsica la coalizione nazionalista (autonomisti+indipendentisti) di Gilles Simeoni e Jean-Guy Talamoni ha vinto con ampio margine il primo turno delle elezioni regionali con il 45,3 % dei voti.
Al secondo posto la destra regionalista (quasi il 15%), mentre i macroniani de La République En Marche si fermano ad appena l'11,2% dei consensi.
Con Guido Caldiron, giornalista de "il manifesto", analizziamo la recente storia politica della Corsica e gli eventuali scenari (autonomia o indipendenza?), a margine dell'ultimo referendum catalano.
Ennesimo capitolo della guerra in Libia.
Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato la missione che prevede il supporto dell'Italia alla guardia costiera libica nel pattugliamento delle coste del paese per fermare gli scafisti. Intano Macron ha promosso un incontro di "pacificazione" tra Serraj e Hafar, che però - come dichiara Del Boca - non cambia nulla dal punto di vista del conflitto di potere in Libia. A tale incontro l'Italia non è stata ovviamente invitata.
Ma a tutto ciò si unisce (anche) il caso di Fincantieri, dove Macron ha impedito che Fincantieri mettesse le mani su un settore strategico così importante.
Abbiamo chiesto un commento ad Angelo Del Boca, storico del colonialismo italiano. Qui una sua recente intervista rilasciata a "il manifesto".
Nella foto: un bel libro di Del Boca (consiglio per le letture estive).
Il primo ministro nominato da neo presidente della Repubblica francese Macron è Edouard Philippè, sindaco di Le Havre ed esponente del partito dei repubblicani.
Una scelta che mira a minare la stabilità del centro destra francese e che mostra la direzione intrapresa dal nuovo presidente che mira a gestire un esecutivo di centro che si ponga in continuità con le politiche adottate negli ultimi anni.
Abbiamo contattato una compagna italiana residente a Parigi per studi, per commentare le mobilitazioni che dal primo turno elettorale si sono sviluppate nella capitale e nei maggiori centri urbani francesi.
Emmanuel Macron vince al ballottagio contro Marine Le Pen (65,7% contro 34,3%) e diventa il più giovane presidente della Repubblica francese.
Con Marta Fana analizziamo la composizione del voto francese e le prossime, imminenti politiche del neo-presidente, che non è un homo novus come certa stampa nostrana ce lo vuole presentare. La legge sul lavoro Loi Travail è una sua filiazione politica e Macron è pronto addirittura ad irrigidire alcune norme in materia di politiche sul lavoro. Previsti anche tagli alla sanità.
Con un compagno della nostra redazione ragioniamo invece sul livello della repressione a Parigi, dove, tra l'altro, sabato notte è stato ucciso dalla polizia un ragazzo 17enne. Ma i media erano troppo impegnati a monitorare il duello Le Pen-Macron.
Infine, nell'ultimo audio, un estratto dalla nostra rassegna stampa, per vedere come i nostri principali giornali presentano l'elezione di Macron in Francia.
La vittoria di Macron e Le Pen segna una discontinuità politica storica nella Quinta Repubblica francese. Per la prima volta nella storia i gollisti (rappresentati da Fillon) non vanno al ballottaggio del secondo turno previsto per il 7 maggio. Crollo rovinoso anche per i socialisti di Hamon. Tiene Jean-Luc Mélenchon, che raggiunge quasi il 20 dei voti.
Intanto, ieri, a Parigi ci sono state manifestazioni contro il Front National di Le Pen. Il bilancio è di diversi feriti tra i manifestanti e tre fermati dalla polizia.
Analizziamo il voto francese con Guido Caldiron, collaboratore de il manifesto e già autore del libro "I fantasmi della République. La Francia al tempo di Sarkozy" (manifestolibri).
La crisi economica in Francia comincia a farsi sentire, ma la campagna elettorale si combatte all'insegna della sicurezza e della repressione, pur in presenza di una legge appena approvata dall'assemblea nazionale che da ampi poteri alla polizia. I candidati di destra Le Pen e Macron sono i favoriti al ballottaggio finale.
In Francia, nonostante il cosiddetto "Penelopegate", il candidato dei republicains Fillon si rifiuta di farsi da parte e conferma la sua candidatura. Nel frattempo il candidato indipendente Macròn vola nei sondaggi, Marine Le Pen prosegue la sua campagna e le periferie continuano a ribollire.
Proviamo a fare il punto con Guido Caldiron, saggista e collaboratore del Manifesto.
Torniamo, grazie al contributo di una compagna che vive a Parigi, sul brutale stupro di un poliziotto ai danni di un ragazzo (dal colore scuro della pelle, chissà perché?!) fermato nella banlieue pariginia (qui altri contributi).
Ieri il Presidente francese Hollande è andato a trovare il ragazzo all'ospedale.
Sulla stampa francese si glissa sull'accaduto (Le Monde nemmeno ha trattato la notizia).
Qual è lo stato della repressione in Francia? Come si muove la giustizia dei tribunali borghesi in un periodo di stato d'eccezione giuridico?
Intanto continuano i tumulti − nelle banlieue − e piccoli focolai di rivolta continuano a manifestarsi nella metropoli francese. Ma, anche su questo, la stampa tace. Proprio durante la diretta è in corso una manifestazione a Parigi.