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Lavoro

Dopo la tragedia nelle campagne del foggiano la parola a chi lotta

Data di trasmissione
Durata 17m 46s

Con un compagno del "Comitato lavoratori e lavoratrici delle campagne" e uno della Rete Campagne in lotta ricostruiamo il contesto in cui è avvenuto l'incidente stradale che ha portato alla morte di 4 lavoratori e al ferimento di altrettanti.
È una tragedia annunciata e purtroppo non è l'unica. Sono numerose le morti di chi lavora in campagna mentre si percorrono lunghi tratti di strada per tornare nei ghetti e nelle tendopoli isolate. Campi dove si sopravvive in condizioni difficili.

Sono le rivendicazioni delle lotte a indicarci i responsabili e il modo per evitare queste stragi.
Dopo la corrispondenza vi abbiamo proposto l'ascolto di questo contributo su caporalato e sfruttamento nelle campagne, andato in onda 3 settimane fa sulle frequenze di Radio Onda Rossa.

Di seguito il breve comunicato di Campagne in lotta:

LOTTIAMO PER LA GARANZIA DEL TRASPORTO: BASTA MORTI SULLE STRADE!

I lavoratori e le lavoratrici delle campagne lottano da anni per rivendicare la garanzia dei trasporti, che costituiscono una delle principali cause delle morti sulle strade di questa provincia.

Ieri, 4 agosto, si consuma l’ennesima tragedia nella provincia di Foggia: 4 persone hanno perso la vita e altre 5 sono rimaste gravemente ferite in un incidente tra un furgone pieno di persone di ritorno da lavoro e un camion di pomodori. Si tratta di uno dei più gravi incidenti a cui abbiamo assistito in questi anni. Ma sono centinaia le persone che hanno perso la vita mentre andavano o tornavano da lavoro in bici o su altri mezzi di fortuna.

Nonostante sia previsto nei contratti collettivi nazionali e debba essere a carico delle aziende agricole, la mancanza del trasporto costituisce una costante sottrazione di salario e determina il perpetuarsi di incidenti come quello avvenuto ieri.

Di fronte alle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici delle campagne, c’è stato solo il silenzio dei veri responsabili di tutto ciò: le associazioni di categoria, la grande distribuzione organizzata, la regione stessa che ora piangono lacrime di coccodrillo.

Siamo vicini ai lavoratori ricoverati, alle famiglie e agli amici. Continuiamo a lottare per la garanzia del trasporto, perché nessuno/a muoia più sulle strade né di lavoro!

ANPAL Servizi: contratto non rinnovato a due lavoratrici precarie

Data di trasmissione

Al telefono con noi una delle lavoratrici di Anpal servizi a cui non sarà rinnovato il contratto.

Questo il comunicato di solidarietà diffuso da Non Una Di Meno:

È di due giorni fa la notizia che a due lavoratrici di Anpal servizi (Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro) non sarà prorogato il contratto.
Anpal servizi tiene nella morsa della precarietà centinaia di lavoratori, gli stessi che dovrebbero aiutare i disoccupati a trovare un impiego. E fa pagare alle donne il prezzo più salato delle sue scelte. Su 10 contratti in scadenza solo quelli di 2 lavoratrici non verranno rinnovati:

Il primo è di una lavoratrice in maternità: dopo 24 mesi di contratto a tempo determinato, dal 31 luglio sarà disoccupata. Il mancato rinnovo ha i tratti della farsa: l’azienda ha deciso di motivare i rinnovi con la “sostituzione delle lavoratrici in congedo di maternità e dei lavoratori/trici in aspettativa” - come si legge nel comunicato del nascente coordinamento nazionale precari Anpal servizi.

La neomamma di fatto è stata esclusa con un vero e proprio atto discriminatorio e quindi illegittimo: utilizzare strumentalmente la “causalità” del rinnovo dei contratti a tempo determinato – reintrodotta dal Decreto Dignità e di fatto strumento di contrasto all’abuso dell’utilizzo di questo contratto - per espellere una precaria dal mondo del lavoro.

Per la seconda lavoratrice, invece, la motivazione addotta al mancato rinnovo sarebbe l'aver superato le 4 proroghe ammesse dal Decreto dignità, a cui però non seguirà la stabilizzazione ma la cessazione del rapporto di lavoro.

L’Anpal Servizi - società in house di Anpal, agenzia tecnica del Ministero del lavoro e braccio operativo del sistema delle politiche attive- elude il Decreto dignità e invece di stabilizzare, lascia per strada due lavoratrici. Il diritto alla maternità e il diritto al lavoro vengono piegati in un sol colpo ai dettami della produttività e della precarietà. Ancora una volta sono le donne che vengono costrette a rimanere a casa e a scegliere tra la voglia e la decisione di essere madre e l’autonomia economica.

Non una di Meno combatte contro la violenza economica e il ricatto del lavoro precario, per l'autonomia e la dignità nel lavoro e nel non lavoro.

Per questo esprimiamo solidarietà alle lavoratrici Anpal servizi e siamo al loro finaco in questa battaglia. Auspichiamo una risoluzione immediata per le due lavoratrici, che non può che essere la loro stabilizzazione.

Un torto fatto ad una è un torto fatto a tutte!
#nonunadimeno

Movimento di lotta – Disoccupati "7 novembre" (Napoli); Deliveroo, le consegne a domicilio in bici (Torino)

Data di trasmissione
Durata 1h 55m 1s

  

- Corrispondenza con un compagno del movimento di lotta dei disoccupati di Napoli (7 novembre). La lotta dei disoccupati napoletani con conflitto e determinazione va avanti e sostiene le mobilitazioni di lavoratori e lavoratrici.

- Corrispondenza con un lavoratore Deliveroo di Torino, multinazionale che si occupa di gestire le consegne a domicilio in bici. Il lavoratore ci racconta come funziona il lavoro dei riders e le forme di sfruttamento.

Alitalia: nuovo sciopero del comparto aereo il 19 Gennaio

Data di trasmissione
Durata 21m 51s

Corrispondenza con un compagno della CUB Trasporti che ci illustra le ragioni ello sciopero Alitalia del 19 Gennaio e i retroscena della vendita della compagnia di bandiera ai privati.

 

Il comunicato di convocazione dello sciopero:

 

CALENDA CONTINUA AD ERUTTARE VELENO: IL MINISTRO NON HA DIGERITO IL VOTO DEI LAVORATORI ALITALIA AL REFERENDUM DEL 24.4.2017.
UN MINISTRO DALLA PARTE SBAGLIATA! A FIANCO DI CHI HA SACCHEGGIATO ALITALIA E CHE VUOLE VENDERLA E SMEMBRARLA

 Ecco un’altra buona ragione per i lavoratori AZ di partecipare allo:


SCIOPERO VENERDÌ 19 GENNAIO 2018 – 24 H DELL’INTERO COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE-INDOTTO


Sono deplorevoli le continue esternazioni di Calenda contro i lavoratori Alitalia: è paradossale che un Ministro finga di non capire le ragioni e le valutazioni di migliaia di lavoratori/cittadini che, democraticamente (...votando!), hanno smascherato e respinto la stangata che Governo e le altre OO.SS avevano preparato con l’accordo del 14 aprile 2017 al Mise, in merito al futuro della ex-Compagnia di Bandiera italiana.
Se non fossero indegne certe affermazioni di Calenda, sarebbero risibili: i lavoratori non hanno respinto un piano di rilancio di Alitalia ma l’ennesimo saccheggio della categoria e del nostro Paese.

450 MLN DI EXTRACOSTI: SACCHEGGIATI I LAVORATORI E L’INTERO PAESE
Quanto è emerso sui circa 450 mln l’anno di extracosti che hanno schiantato Alitalia ha portato alla luce le RAZZIE E GLI ERRORI COMPIUTI NELLA GESTIONE DELLA EX-COMPAGNIA DI BANDIERA ITALIANA, DALL’AVVIO DELLA PRIVATIZZAZIONE: continuare ad ignorare tutto questo è iresponsabile e manifesta la complicità delle istituzioni!

CALENDA: I SUOI COMPITI E LE SUE RESPONSABILITÀ
Invece di attaccare la categoria, il Ministro Calenda si dovrebbe spendere per capire come sia stato possibile che le altre OO.SS. abbiano firmato l’intesa sui licenziamenti e sui tagli mentre la stessa compagnia dichiarava significativi extracosti (...tutti meno l’extracosto sul carburante che è rimasto ben nascosto anche in quell’occasione!), al netto dei quali il conto economico Alitalia sarebbe stato in attivo.
Invece di tentare di ridicolizzare la legittima e democratica espressione di voto dei lavoratori, il Ministro Calenda (...nominato in un Governo che si è costituito senza alcuna consultazione!) dovrebbe spiegare come abbia potuto ritenere il Piano AZ, bocciato dai lavoratori, un vero progetto industriale, nonostante il parere contrario degli esperti e l’evidente “emorragia” determinata dai suddetti extracosti.

IL MINISTRO CALENDA HA LA MISSIONE DI LIQUIDARE L’ALITALIA
Evidentemente Calenda, ieri come oggi, pretende solo di portare a termine lo smantellamento dell’Alitalia, regalando il ricco mercato del trasporto aereo italiano ai Paesi concorrenti. Il suo ridicolo attacco ai lavoratori è sferrato solo per tentare di convincere l’opinione pubblica che la colpa del fallimento di Cai e di Sai sia dei lavoratori, provando ad assolvere le fallimentari gestioni che si sono succedute, con il plauso dei Governi che si sono avvicendati (...compresi i 2 a cui ha partecipato a pieno titolo da Ministro nell’Esecutivo Renzi e Gentiloni!).
Certo è che non passerà sotto silenzio la responsabilità di Calenda di aver sponsorizzato la definizione di un Bando di vendita e smembramento di Alitalia che i Commissari stanno attuando, a partire dalla cancellazione del settore informatico e dalla imminente esternalizzazione delle attività amministrative, nonchè dalla sospensione in Cigs nella Compagnia di Bandiera dapprima di 1400 lavoratori f.t.e. fino a ottobre 2017, divenuti poi 1600 dipendenti f.t.e. fino ad aprile 2018 (..un taglio sottoscritto dagli altri sindacati che hanno tradito il voto referendario) e senza dimenticare le centinaia di precari lasciati a casa dopo 60 mesi di servizio (…altro accordo della miseria!) e che devono tornare a lavorare.

I LAVORATORI NON RESTERANNO IN SILENZIO. FERMIAMOLI!

Sda: aggiornamenti sulla vertenza di Carpiano (MI)

Data di trasmissione
Durata 10m 49s

Corrispondenza con un compagno del Si Cobas per aggiornamenti sulla vertenza SDA di Carpiano (MI). La parte padronale non sembra intenzionata a concedere nessuna delle condizioni poste dai lavoratori, con ingenti perdite per l'azienda, a testimonianza della natura tutta  politica della vertenza. Nella giornata di oggi dichiarazione del senatore Pd Stefano Esposito che invita la prefettura milanese al pugno duro contro il sindacato ed i suoi iscritti.