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razzismo

La trasmissione del 5 aprile 2013

Data di trasmissione
Durata 1h 8m 48s
Durata 10m 42s
Durata 5m 12s

Anche questa settimana rom a roma si occupa principalmente della vicenda relativa ai presunti conti correnti milionari. La notizia del loro sequestro e blocco ha avuto grande rilevanza, la decisione del giudice di sbloccare i conti, non ravvisandosi particolari ipotesi di reato, è caduta nel silenzio.

Il linguaggio usato per raccontare un'indagine di un anno che ha prodotto paura negli indagati e avvisi di sfratto, rigettati dal TAR, è sempre lo stesso, fascista e xenofobo, così come le pratiche utilizzate per punire un presunto reato commesso da un individuo colpendo tutta la sua famiglia.

Il sequestro dei beni per appartenenza etnica in Italia ha il precedente delle leggi razziali, gli stereotipi sono sempre gli stessi. gli esecutori hanno cambiato divisa.

In podcast, disponibile la trasmissione, l'intervento di uno dei coordinatori della coperativa Ermes, e la presentazione dell'iniziativa al teatro Valle di domenica 7 aprile 2013.

 

Firenze: ad un anno dall'uccisione di Modou e Mor

Data di trasmissione
Durata 4m 28s

 Il 13 dicembre 2011 in Piazza Dalmazia a Firenze furono assassinati Modou Samb e Mor Diop da un militante di casapound; furono feriti in modo grave Sougou Mor, Mbengue Cheike e Moustapha Dieng. Quest’ultimo non potrà più essere autosufficiente a causa delle ferite subite. Oggi pomeriggio un corteo della Firenze antifascista

rom a roma

Data di trasmissione
Durata 1h 6m 1s

i discorsi razzisti di Umberto Bossi contro i rom  e le considerazioni dei giornalisti contro il razzismo,

la strana vicenda per cui i partiti omologhi della lega in europa vengono definiti dalla stampa italiana di estema destra xenofobi mentre in Italia la lega non ha questa definizione.

rassegna stampa sulla vicenda del campo di accoglienza di Al Karama a Latina

Le famiglie di coloro che hanno denunciato i taglieggiamenti mandate via dai taglieggiatori ed in seguito costrette dall'autorità giudiziaria al reimpatrio assistito scortato dalla digos.quando si dice la politia dell'accoglienza.

Si scoprono inoltre sempre dalla rassegna stampa che ci sono interessi di ''soggetti borderline con l'illegalità''

in parole povere intereesi camorristici sull'ampliamento della discarica limitrofa al campo di al karama.

 

Ma l'Africa è un'altra cosa

Data di trasmissione
Durata 1h 18m 27s

Ma l’Africa è un’altra cosa

 

Seconda trasmissione del gruppo redazionale sulle intersezioni delle oppressioni di genere, classe, etnia, orientamenti sessuali.

 

Ascolta la prima trasmissione “L’imbroglio etnico” http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/limbroglio-etnico

 

In questa seconda trasmissione parliamo del colonialismo italiano. A differenza del mito che ancora oggi viene propagandato, quello degli “italiani brava gente”, il colonialismo italiano è stato caratterizzato da massacri, deportazioni, stermini e leggi raziali.

 

E’ uno dei periodi storici in cui più chiaramente i concetti di razza e genere vengono costruiti, con l’utilizzo congiunto della scienza e della propaganda massmediatica, a fini repressivi e imperialisti.

 

Parliamo quindi di colonialismo per analizzare e decostruire i dispositivi oppressivi del razzismo e del sessismo che in quel momento storico sono stati costruiti “naturalizzando” le inferiorità e quindi giustificando le gerarchie e le oppressioni.

 

Ne parliamo oggi perché questi dispositivi di controllo sono ancora attivi, sia su un piano “interno”, con le nuove leggi raziali (decreto “antistupri” e pacchetto sicurezza, immigrazione clandestina, detenzione arbitraria nei CIE), sia dal punto di vista geopolitico (accordi con le ex colonie per la gestione dei flussi migratori, “estensione” delle frontiere e della sovranità italiana con il controllo sui mari e sui territori da cui provengono i/le migranti).

 

Biblio-sitografia

 

Nicoletta Poidimani “Difendere la razza”, ed. Sensibili alle Foglie, 2009

 

Giulietta Stefani “Colonie per maschi. Italiani in Africa Orientale: una storia di genere”, ed. Ombre Corte, 2007

 

Angelo Del Boca “Italiani brava gente?”, ed. Neri Pozza, 2005

 

Gabriella Ghermandi “Regina di fiori e di perle”, ed Donzelli, 2007

 

Due articoli sulla rappresentazione delle donne nere nelle fotografie coloniali:

 

Elisabetta Bini http://www.sissco.it/fileadmin/user_upload/Dossiers/Foto_e_storia/Lavor…

 

Sonia Sabelli http://sonia.noblogs.org/files/2011/03/sabelli_eredita-colonialismo.pdf

 

Alcune immagini pubblicitarie che risalgono al ventennio fascista

http://sonia.noblogs.org/?p=1296

 

Alcune cartoline del periodo coloniale italiano:

http://www.bdp.it/dia/index.php?dbnpath=%2Fisis3%2Fdati%2Fdia%2Fimmag&q…

 

Numerosi articoli e riflessioni sul blog di Vincenza Perilli http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com

 

Documentario “Good Morning Abissinia” di Chiara Ronchini e Lucia Sgueglia (40’ – 2005): http://vimeo.com/30424434

 

Segnaliamo anche l’inchiesta televisiva “Fascist Legacy” di Ken Kirby e Michael Palumbo, prodotta dalla Bbc, sui crimini di guerra italiani in Africa e nei Balcani. Il filmato fu acquistato dalla Rai ma mai trasmesso.

Con Nadia e le altre, contro la violenza maschile e contro tutti i Cie!

Data di trasmissione

Nadia è una ragazza di 19 anni che è detenuta da due mesi nel Cie di Ponte Galeria, il lager alle porte di Roma in cui lo stato italiano rinchiude le persone immigrate senza il permesso di soggiorno.
Ma Nadia in realtà non è "propriamente" un'immigrata: è un'italiana che vive sotto il ricatto del permesso di soggiorno. Lo stato la considera una straniera, da rinchiudere ed espellere, perché è nata in Italia da genitori marocchini.
Una doppia violenza, che si aggiunge a quella patriarcale subita all'interno delle mura domestiche.
Nadia e sua sorella, infatti, avevano denunciato il padre per violenza. E dal carcere il padre le ha “espunte” entrambe, per vendetta, dal rinnovo del permesso di soggiorno.
Inizialmente affidata a una casa-famiglia, Nadia è fuggita per costruirsi autonomamente la vita che desiderava, ma si è ritrovata senza documenti ed è stata rinchiusa nel Cie.
Dopo aver subito la violenza maschile, ora Nadia subisce anche quella dello stato che le nega la libertà personale e rischia di essere deportata in Marocco, il paese di origine dei suoi genitori, in cui in realtà lei non è mai stata.
 
Non solo Nadia, ma tutte le donne rinchiuse nel Cie di Ponte Galeria sono vittime di una doppia violenza, patriarcale e statale, proprio come lei.
La maggioranza delle detenute sono infatti vittime di tratta, che hanno trovato nella prostituzione forzata l’unica via di accesso a un percorso migratorio. Mentre le altre spesso sono rinchiuse nel Cie perché – come Nadia, Adama, Faith e le altre di cui non sapremo mai nulla – sono state così “ingenue" da chiamare la polizia per denunciare uno stupro o un tentato stupro: si aspettavano di essere sostenute e invece hanno trovato solo gabbie e recinti, ulteriori violenze e la prospettiva di una deportazione forzata.
 
In questi ultimi tempi il dibattito politico italiano si è concentrato spesso sulla possibilità di attribuire i diritti di cittadinanza ai figli e alle figlie dell'immigrazione. Paradossalmente, ne ha parlato anche il presidente Napolitano, tristemente noto per aver dato il nome alla legge che ha istituito gli ex Cpt, oggi Cie (la legge Turco-Napolitano del 1998). Ma negli interventi che abbiamo ascoltato i diritti sembrano riservati solo a chi si comporta come un "bravo cittadino integrato", che aderisce acriticamente ai valori dell’italianità, senza mettere in discussione il potere esercitato dallo stato capitalista. Tutti gli altri sono considerati clandestini da sfruttare, rinchiudere e deportare.
 
Anche i casi di violenza domestica e di femminicidio che hanno coinvolto le comunità migranti sono stati spesso al centro dell'attenzione mediatica, proprio allo scopo di rinforzare la retorica dello scontro di civiltà, che serve a giustificare le politiche islamofobe, xenofobe e securitarie. Gli uomini immigrati sono rappresentati come stupratori che minacciano il corpo delle donne italiane, mentre le donne immigrate (specie se musulmane) come vittime di padri violenti e famiglie retrograde. Ma il movimento femminista ha saputo smascherare la strumentalizzazione e l'etnicizzazione dello stupro, affermando con decisione che il patriarcato è universale e che la violenza domestica non ha confini e non dipende dal passaporto.
 
Nadia è una giovane donna che ha avviato un percorso di autodeterminazione, ribellandosi sia alla violenza maschile che a quella dello stato.
Nadia – così come tutte le altre donne recluse che subiscono la violenza statale e patriarcale – non deve passare un minuto di più nel lager di Ponte Galeria!
Mentre scriviamo ci arriva proprio da Nadia la notizia che oggi pomeriggio uscirà dal Cie.
Condividiamo la sua gioia per l'imminente liberazione ma continuiamo a lottare al fianco di tutte le altre donne recluse nei lager di stato.
 
Nadia libera!
Libere tutte! Liberi tutti!
Chiudere tutti i Cie! Abbattere le frontiere!
 
Silenzio Assordante (Radio Onda Rossa)


 

Connessioni tra violenza razzista e violenza sessista

Data di trasmissione
Durata 18m 20s

La violenza razzista e qualla contro le donne hanno molti punti in comune. Identificarli ci serve a rafforzare le analisi e la capacità di lotta.

Una riflessione a partire dalla devastazione di un campo roma a Torino, in difesa della verginità di una ragazza italiana, per arrivare al duplice omicidio di due senegalesi a Firenze.

 

Manifestazioni contro omicidio senegalesi

Data di trasmissione
Durata 4m 57s
Durata 3m 20s

 A Roma ieri si sono svolte due manifestazioni spontanee contro l'uccisione da parte di un militante di casapound di due senegalesi a Firenze. 

 

Una prima corrispondenza ci racconta di quella spontanea dei senegalesi dal Pigneto a Piazza Vittorio. La seconda di quella dei compagni e delle compagne sotto la sede di Casapound a Piazza Vittorio.

Firenze: fascista di casa pound uccide due senegalesi

Data di trasmissione
Durata 7m 14s
Durata 3m 24s

 

Due corrispondenze:
con Matar Ndiaye della comunità senegalese della Toscana.
con Nicoletta una compagna di Firenze 


Un odioso crimine razzista che si consuma in pieno centro a Firenze, intorno alle 12.30 in piazza Dalmazia.
Un fascista di casa pound entra nel mercato rionale e spara mirando ai venditori senegalesi, uccidendone due e ferendone uno gravemente. L'uomo ferito viene portato d'urgenza,  in gravissime condizioni, al vicino ospedale di Careggi. L'aggressore e' poi risalito sull'auto ed e' scappato, per ricomparire a due ore dopo al Mercato Centrale, vicino piazza Duomo. Qui ha aperto il fuoco contro altri due venditori senegalesi, ferendoli. È quindi intervenuta la Polizia ed è nato un conflitto a fuoco, nel corso del quale l’uomo è morto.
 
Circa 250 senegalesi hanno organizzato un corteo per le vie di Firenze, partito piazza Dalmazia e poi diretto in centro. Si sono registrati attimi di tensione. In tanti hanno gridato 'Italia Razzista' in alcuni casi è stato anche bloccato il traffico.
 
domani alle 18.00 presidio delle associazioni antirazziste

sabato alle 15.00 da piazza dalmazia corteo indetto dalla comunità senegalese

Le ragazze di Asmara

Data di trasmissione
Durata 1h 4m 18s

 

Nella puntata di lunedì 5 dicembre 2011, abbiamo ospitato negli studi di Radio OndaRossa Sabrina Marchetti, autrice del libro Le ragazze di Asmara. Lavoro domestico e migrazione postcoloniale, appena pubblicato nella collana sessismoerazzismo dell'editore Ediesse, e Chiara Ronchini, co-regista insieme a Lucia Sgueglia del documentario Good morning Abissinia (Italia, 2005, 40’).

 

Il documentario, girato nel 2004 nelle strade intorno alla stazione Termini, da sempre luogo di incontro della comunità etiope ed eritrea di Roma, narra un viaggio dalla speranza alla disillusione, in cui l’Italia, vista da Asmara e da Addis Abeba quasi come una sorella, si trasforma in una terra "matrigna".

 

Nel libro, il viaggio da Asmara a Roma è raccontato attraverso le voci delle donne eritree arrivate in Italia negli anni sessanta e settanta per lavorare come domestiche nelle famiglie romane, intervistate da Sabrina Marchetti nell'ambito di una ricerca sulle migrazioni e sul lavoro femminile. Le «ragazze di Asmara» sono state le prime straniere impegnate in un lavoro che caratterizza tuttora la migrazione femminile nel nostro paese ma, a differenza delle donne di altre nazionalità (filippine, capoverdiane, peruviane), sono arrivate qui perché noi eravamo là: dunque la loro identità si costruisce a partire dall’esistenza di un passato legame coloniale fra l’Italia e il proprio paese di origine.

 

In entrambi i casi, nel libro e nel documentario, l'autonarrazione diventa una strategia di resistenza e di rovesciamento delle gerarchie di potere tra colonizzati e colonizzatori: quella che ci viene offerta è una lezione di storia dal basso, dal punto di vista delle soggettività che sono sempre state ridotte al silenzio. Inoltre, i lavori delle nostre ospiti ci permettono di tracciare un filo che unisce in maniera indissolubile il nostro passato coloniale alle migrazioni contemporanee.

 

Le ragazze di Asmara sarà presentato venerdì 9 dicembre alle 19.00 a "Kespazio! per una ricerca queer e postcoloniale", il nuovo caffé letterario della Casa internazionale delle donne, nell'ambito di un incontro dal titolo Asmara-Roma andata e ritorno. Viaggi, architetture e storie rimosse, nel corso del quale sarà proiettato, oltre al documentario di Chiara Ronchini e Lucia Sgueglia, anche il film Ainom, di Mario Garofalo e Lorenzo Ceva Valla (Italia, 2011, 94’).

 

La colonna sonora di questa puntata di Attica Blues è una raccolta di gemme portate dalla schiavitù: musica nera che spazia da una sponda all'altra dell'Atlantico Nero, a partire da 400 Years di Bob Marley fino a Fight Apartheid di Peter Tosh.

 

Questa è l'ultima puntata di Attica Blues che va in onda il lunedì sera perché dalla prossima settimana avremo un nuovo orario. A partire da giovedì 15 dicembre, saremo in diretta su radio OndaRossa ogni giovedì pomeriggio dalle 16 alle 17.