Continuano gli attacchi razzisti a chi lavora nelle campagne del sud Italia. Ne parliamo in collegamento telefonico con una compagna della rete Campagne in lotta. Nello specifico, approfondimenti sulla situazione nella piana di Gioia Tauro e a Borgo Mezzanone nella provincia di Forggia.
In questa puntata parliamo di 3 casi piuttosto diversi, di interazione tra grandi aziende teconogiche e lavoratori:
nel primo caso Google licenzia (o accompagna alle dimissioni...) una sua ricercatrice, Timnit Gebru, perché un suo articolo sul bias algoritmico non rispettava gli standard aziendali (non era messo sufficientemente in risalto l'impegno positivo di google) e lei non l'ha voluto ritirare; la narrativa del "lavoro da sogno" che Google fa di sé stessa ne esce alquanto ridimensionata...
nel secondo Amazon assolda la Pinkerton, azienda famosa nella storia delle relazioni tra aziende e lavoratori, per indagini di intelligence sui suoi stessi lavoratori; commentiamo estendendo la discussione ai comportamenti che amazon ha tenuto nei confronti dei lavoratori soprattutto dall'inizio delll'emergenza covid.
nel terzo troviamo la Microsoft impegnata a studiare software per rendere più efficienti i lavoratori ("Productivity Score") o le riunioni in base ai comportamenti registrati, confrontati con l'"ideale" da una AI e aggregati in punteggi ipersemplificati.
Anche l’Italia deve confrontarsi con la potenza del movimento antirazzista, mettendo in tensione concetti e pratiche che i bianchi danno per assodati. Ne discutiamo con Angelica Pesarini ricercatrice afrodiscendente che su questo ha pubblicato un lungo articolo su Jacobin Italia.
La situazione dei palazzi ex Cirio di Mondragone, dove è scoppiato un focolaio di coronavirus, è la conseguenza del degrado che ha trasformato quegli edifici in ghetto. Ci vivono fino a 1200 persone, in condizioni igieniche precarie. Sono per lo più braccianti, che lavorano nei campi sottopagati e senza tutele. E i problemi sanitari che ne derivano non riguardano solo loro ma la tutela di tutta Mondragone. Sullo sfondo la presunta regolarizzazione della ministra Bellanova per i lavoratori e le lavoratrici stagionali.
Ne parliamo con Biagio, dello spazio Cales di Caserta.
black. nero, oscuro, ombroso, privo di luce. dalla disamina della parola "nero" - narra la leggenda - germogliò la presa di coscienza di malcom x, prima delinquentello del ghetto e infine riferimento politico e ideologico della comunità nera. già avemmo occasione di valorizzare questa citazione dentro un passato trip_virus.
la rivolta nera e antirazzista che infiamma le strade degli stati uniti (e altrove), è il pretesto per ascoltare, ner@, afroamerican@, african@, lasciarci trasportare, ammal(i)arsi, nella assenza di colore, nel colore più profondo.
la playlist
sonic youth - disconnection notice
chuck berry - guitar boogie
robert johnson - i'm steady rollin' man
gil scott heron - the revolution will not be televised
blakroc / rza / pharoahe monch - dollaz & sense
the roots - stay cool
supernatural - guess who's back
black_tripvirus
fela rasmone kuti - lai se (live version)
p.o.w.e.r. - racemixer
oxbow - down a stair backward
death grip - bb poison
barou drame - diagatoula
thievery corporation / femi kuti - vampires
busta rhymes /silkk the shocker & dub pistols - the one
the international noise conspiracy - under a communist moon
Nel giorno della celebrazione della liberazione della schiavitù (il Juneeteenth) mandiamo in onda, tradotta, una recente intervista ad Angela Davis. Partendo dalle campagne abolizioniste, dalla campagna defundthepolice e dalla rimozione delle statue confederate, Angela Davis offre un'analisi del razzismo sistemico degli Stati Uniti d'America e la sua connessione al capitalismo. "It's about revolution"
Apriamo con due episodi di censura: il primo riguarda la censura di servizi legati anche alle VPN sui treni ad alta velocità di Italo; il secondo riguarda il progetto Gutenberg, un sito dove è possibile - in maniera del tutto legale - scaricare libri privi di copyright.
Dall'esplosione delle rivolte negli USA, Signal - una app di messaggistica sicura - ha messo a disposizione uno strumento in più: la possibilità di oscurare i volti quando si fanno delle foto. Se la fotocamera è uno strumento utile per denunciare il razzismo della polizia, non possiamo dimenticare che il razzismo è un fenomeno ben più ampio. Un esempio che vogliamo ricordare è quello del razzismo codificato negli algoritmi, in cui le visioni oppressive dominanti vengono trasformate più o meno volontariamente in un programma che poi arriva a prendere delle decisioni operative. Parliamo quindi di una sentenza negli USA che dimostra che - contrariamente a qualche interpretazione passata - studiare gli algoritmi ricercando eventuali discriminazioni insite in essi è sempre consentito dalla legge.
Passiamo ad alcune novità sulla responsabilità delle piattaforme social riguardo ai contenuti che ospitano, guardando ad una sentenza australiana e alla difficile gestione del copyright delle immagini caricate su Instagram.
Chiudiamo tornando a parlare di COVID19 e statistiche: uno studio che ha ricevuto molto credito a livello internazionale si è dimostrato basato su dati inventati; gli Stati Uniti seguono invece un approccio "data driven", in cui i vari Stati guidano i dati con alcuni classici sotterfugi (tutta roba già vista in Europa comunque!).
Domenica 14 giugno le dita nella presa NON andrà in onda: al suo posto troverete una replica!
Con Bruno e Massimo parliamo degli aggiornamenti rispetto alle proteste negli Stati Uniti per l'assassinio di George Floyd lo scorso 25 maggio ad opera dell'agente di polizia Chauvin. Parliamo dell'attuale situazione nelle piazze, le politiche di Trump e la situazione di politica interna rispetto alle polizie locali e agli esponenti del Partito Democratico.
Una compagna ci racconta delle pratiche razziste messe in atto dall'ICE agenzia per il controllo delle frontiere e dell'immigrazione. Ci sono stati già vari casi negli Stati Uniti di persone con cittadinanza americana arrestate e detenute perchè sospettate di essere immigrate irregolarmente nonostante abbiano la cittadinanza americana.
Sadie Roberts-Joseph, un'attivista della comunità nera di Baton Rouge (Louisiana) è stata uccisa. Fortissimi i sospetti che l'omicidio sia opera di suprematisti bianchi.
Una compagna ci racconta chi era Sadie, il suo coinvolgimento nelle rivolte di Ferguson, e le violenze e gli omicidi dei gruppi suprematisti bianchi contro militanti di Black Lives Matter.