Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

Repressione

Padroni e mercanti d'armi contro i portuali del CALP

Data di trasmissione
Durata 10m 21s

La Digos ha perquisito le case di alcuni compagni del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova (CALP) su ordine della Procura. Vengono contestate ai lavoratori oltre che l’impegno in “Genova Antifascista”, con le lotte contro lo sdoganamento dei fascisti in città, la lotta contro il traffico d’armi all’interno del porto e dunque le mobilitazioni, i presidi e gli scioperi indetti contro le navi della flotta Bahri con cui si trasportano armi pesanti ed esplosivi per rifornire il regime Saudita nella guerra in Yemen. Parliamo diquesto vile attacco padronale con un compagno del CALP.

Patriarcato, repressione e dittatura in Turchia

Data di trasmissione
Durata 20m 32s

La Turchia è uscita dalla Convenzione di Istanbul, il primo trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e la violenza domestica. Il presidente turco Erdogan ha annunciato il ritiro sabato 20 marzo, scatenando le proteste nel paese di migliaia di donne turche che sono scese in piazza in diverse città. Secondo i conservatori il provvedimento minerebbe l’unità familiare, incoraggiando il divorzio e dando spazio alla comunità Lgbtqi+ per essere maggiormente accettata nella società. Dunque la Turchia si ritira dalla Convenzione di Istanbul, reprime il dissenso interno con carcere e torture - è notizia di pochi giorni fa che Ozturk Turkdogan, presidente della Ihd, l’organizzazione per i diritti umani più importante della Mezzaluna, è stato arrestato dalla polizia - ; mette al bando i partiti di opposizione e ne incarcera gli appartenenti – pochi giorni fa la polizia turca ha arrestato una decina di persone, fra le quali tre funzionari di primo piano del Partito Democratico dei Popoli, culmine di un procedimento in atto da anni con l’obiettivo di cancellare il terzo partito per importanza in ambito parlamentare- ; massacra  i curdi,  ha ricevuto 6 miliardi dall’UE per torturare e segregare migranti per conto nostro. Di tutto questo parliamo questa mattina con il giornalista Murat Cinar.

Il femminicidio di Sarah Everard e le proteste contro la violenza patriarcale in UK

Data di trasmissione
Durata 50m 34s

Con Sabrina Provenzani - giornalista inviata in UK - parliamo del femminicidio di Sarah Everard, rapita e uccisa mentre tornava a casa da un poliziotto, che ha dato vita a numerose proteste di donne in tutto il paese contro la violenza patriarcale alcune delle quali violentemente represse. Il parlamento inglese proprio ora peraltro discute una legge che darà alla polizia ancor più potere nel reprimere il dissenso.

Processo alla solidarietà

Data di trasmissione
Durata 38m 18s

La scorsa settimana si è aperto il processo d’appello per un gruppo di eritrei accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (un "favoreggiamento" legato alla solidarietà diretta prestata: aver comprato biglietti del treno o del bus, aver offerto cibo o ospistalità) la cui prima udienza è stata convocata per il 10 marzo prossimo. Si tratta di una storia che ha una lunga genesi iniziata a Ponte Mammolo nel 2015 . Con avvocate e solidali, che hanno seguito tutto il procedimento di primo grado, entriamo nello specifico della genesi del processo e delle contestazioni riferite facendo il punto su quanto è stato e su quello che sarà.

 

A Roma continuano le mobilitazioni contro il carcere e in solidarietà con le persone detenute

Data di trasmissione
Durata 17m 27s

Con una compagna dell'assemblea "Parenti, amici e solidali delle persone detenute" inauguriamo un mese di approfondimenti per arrivare a un anno dall'inzio delle rivolte scoppiate nelle galere per ottenere la libertà e salvarsi dal contagio.
Questo primo collegamento ci racconta i prossimi appuntamenti di lotta in città.
 

Turchia: repressione di Erdogan su universitar* e comunità LGBTQI

Data di trasmissione
Durata 14m 28s

Decine di giovani sono stati fermati dalla polizia turca in diverse manifestazioni a Istanbul, nell'ambito delle proteste in corso da un mese contro la nomina a rettore della prestigiosa Università del Bosforo di un docente vicino al presidente. La retata è stata preceduta da quattro arresti di studenti del movimento LGBTQI avvenuti nel fine settimana scorso: due studenti della Boğaziçi finiti in carcere e altri due agli arresti domiciliari per "insulto ai valori religiosi" per un’opera d’arte che raffigura simboli arcobaleno LGBTQI accanto all’immagine di un sacro sito islamico.  Ne parliamo con il giornalista Murat Cinar.

Milano: perquisite le abitazioni di compagni e compagne

Data di trasmissione
Durata 10m 12s

Il 27 gennaio la Digos di Milano ha disturbato la pacata tranquillità di una manciata di compagni bussando con insistenza alle loro porte. Tra le vie del quartiere di Corvetto si sono intrufolati in tre appartamenti con la giustificazione di essere alla ricerca di esplosivi e armi - secondo l'articolo 41 Tulps. Mentre in Ticinese, alla ricerca di un compagno - che non hanno ancora trovato - , hanno disturbato la vita di un po' di appartamenti di compagni e non solo.
Le perquisizioni si sono concluse nell'arco di un'ora e hanno avuto esito negativo tranne una. Gli sbirri si sono portati via degli indumenti che dicono essere rilevanti per delle indagini relative al danneggiamento di un ufficio postale in zona Ortica.

Roma – Rebibbia: al G12 dilagano i contagi, lo stato risponde con manganelli e gas contro i detenuti in protesta

Data di trasmissione
Durata 14m 13s
Durata 14m 7s
Durata 11m 50s
Durata 6m 27s

riceviamo e pubblichiamo

Sono giorni sempre più difficili per chi è in carcere e per noi che abbiamo i nostri cari lì dentro. Non mancano le proteste perché la situazione è al collasso. Anche a Rebibbia il Covid è arrivato come una tempesta e ci sono molti contagi.

Al g12 la situazione è la seguente: i contagi da Covid sono saliti vorticosamente al punto che l’intera sezione è stata posta in isolamento con conseguente divieto di colloqui visivi con i nostri cari fino a data da destinarsi. Numerose sono state le telefonate dai detenuti e le mail che abbiamo ricevuto nelle quali raccontano di uso di manganelli e di gas fumogeni nelle celle per contenere da parte della Celere una protesta più che pacifica e più che giustificata come diversamente è stato detto invece dalla Direzione di Rebibbia,  da parte della sezione, che ha espresso la volontà di capire che cosa stesse succedendo e la richiesta più che giustificata di aumentare le misure di sicurezza che quotidianamente vengono a mancare per ovvi e risaputi motivi di capienza delle celle stesse. I detenuti della sezione sono stati rinchiusi nelle loro celle h 24 in un misto tra soggetti sani e soggetti contagiati. Senza possibilità di essere protetti perché non sanno dove collocarli visto anche il sovraffollamento che caratterizza il carcere di Rebibbia. Ci teniamo a raccontare la verità perché ogni volta le voci dei detenuti non escono, le proteste sembrano sempre senza ragione e il comportamento delle guardie eternamente giustificato. Ci sono persone che oltre al Covid,erano già in gravi condizioni di salute e che sarebbero dovute uscire da mesi per non rischiare ulteriormente la vita con una pandemia che sta uccidendo in tutto il mondo.In tutto questo i magistrati sembrano non tenere conto della pandemia che sta dilagando in carcere con continui rigetti sulle richieste di sfollamento e di differimento delle pene sostenendo che la situazione è sotto controllo e che il covid non c’è.

Il Covid c’è eccome ma non ne parlano!!!!Il Covid è entrato a Rebibbia e sta dilagando e ha già ucciso. Ne vogliamo parlare noi e dare voce ai nostri cari da qui fuori. Dare voce alla paura… la loro e la nostra. Dare voce al DIRITTO ALLA SALUTE che non va negato “a” e “da” nessuno!

Parenti e amici dei detenuti

 

Di seguito, le informazioni e il link del video di cui abbiamo parlato a inizio trasmissione

FUMO. Storie di rivolta ai tempi del corona

Già dall'inizio di marzo, quando le serrande calarono su tutto il paese e gli ospedali si riempirono di contagiati, è stato evidente come certe categorie di persone fossero sacrificabili sull'altare della patria. Tra loro, i detenuti delle carceri italiane.

In questo VIDEO potete trovare un ritratto impressionistico dei fatti che, a inizio marzo 2020, sconvolsero i penitenziari di tutto il paese. Ma sopratutto le TESTIMONIANZE dirette dei pestaggi e delle ritorsioni che ne sono seguite. Parole che ci ricordano quanto sia fondamentale continuare a lottare per la libertà.

https://www.youtube.com/watch?v=OSGhkQcU70s

 

Infine, gli indirizzi per scrivere alle cinque persone detenute che hanno presentato un esposto alla Procura di
Ancona, denunciando quanto realmente accaduto a marzo nel carcere di Modena e di Ascoli in seguito alle rivolte, in relazione ai pestaggi, agli spari e a alla morte di Salvatore Piscitelli.

Claudio Cipriani
C.C. Parma, Strada Burla 57, 43122 Parma

Ferruccio Bianco
C.C. Reggio Emilia, Via Luigi Settembrini 8, 42123 Reggio Emilia

Francesco D’angelo
C.C. Ferrara, Via Arginone 327, 44122 Ferrara

Mattia Palloni
C.C. Ancona Montacuto, Via Montecavallo 73, 60100 Ancona

Belmonte Cavazza,

C.C. Piacenza, Strada delle Novate 65, 29122 Piacenza.