A Portland Trump invia le forze speciali federali
A Portland Trump invia le forze speciali federali, in molti casi in divisa camouflage non identificabile e auto senza simboli, per disperdere i manifestanti. Ne parliamo con un compagno dagli USA.
A Portland Trump invia le forze speciali federali, in molti casi in divisa camouflage non identificabile e auto senza simboli, per disperdere i manifestanti. Ne parliamo con un compagno dagli USA.
Corrispondenza con un compagno da Atene. Parliamo del nuovo progetto di legge che inasprisce la repressione e della situazione generale che sta attraversando la Grecia.
Buon Ascolto!
Mercoledì la polizia di Hong Kong ha fatto i suoi primi arresti legati alla nuova controversa legge sulla sicurezza nazionale, approvata martedì dalla Cina senza alcuna discussione pubblica, con l’obiettivo di dare al governo cinese maggior controllo su Hong Kong. La legge prevede che la polizia locale possa arrestare chiunque sia accusato di compiere «attività terroristiche» e atti di «sedizione, sovversione e secessione», formule che molti hanno interpretato come un tentativo di reprimere le proteste che vanno avanti da circa un anno a Hong Kong.
Ne parliamo con Dario, nostro corrispondente e studioso di economia cinese.
Aggiornamento dal presidio dei Mulini in Val di Susa sulla mobilitazione di questi giorni in occasione della ripresa dei lavori al cantiere di Chiomonte. Ne parliamo con Ermelinda, compagna del movimento No Tav.
Nella puntata di venerdì 22 maggio abbiamo lasciato i microfoni aperti a chi ci ascolta Onda Rossa per discutere intorno la paura.
Il 7 maggio è morto dopo 323 giorni di sciopero della fame Ibrahim Gokceck. Ad aprile per lo stesso motivo era morta la cantante Helin Bolek. Ne parliamo con una compagna del Comitato Solidale Grup Yurum.
Per maggiori info:
Torniamo a parlare della lotta dei e delle dottorande alla University of California.
Nell'ultima corrispondenza sul tema ci eravamo lasciati con una lotta in allargamento ma che aveva subito una dura battuta d'arresto dall'emergenza COVID.
Per le lotte degli ultimi mesi il conto repressivo sta arrivando soprattutto nel campus di Santa Cruz, dove molte persone hanno avuto provvedimenti disciplinari interni all'università che prevedono tra le altre cose anche la perdita dell'alloggio e della borsa di studio. Del resto è ormai noto che i tentativi di controllo delle mobilitazioni sono stati permessi dall'interazione e dallo scambio di personale mezzi e informazioni tra l'università, la polizia del campus, la polizia della contea e i militari.
La mobilitazione per gli aumenti salariali delle e dei dottorandi, dopo essersi allargata a tutti i campus californiani, inizia a muovere i primi passi anche in altri campus degli stati uniti.
Ancora una corrispondenza sulla situazione francese durante il Covid19. Oggi parliamo della repressione
In collegamento telefonico con un compagno da Bologna parliamo dell'operazione "Ritrovo" a carico di compagni e compagne impegnati/e nella lotta contro le carceri e i centri di detenzione amministrativa.
Di seguito il comunicato di solidarietà della Rete Evasioni: https://www.inventati.org/rete_evasioni/?p=3646
INSIEME NEL CUORE E NELLA LOTTA
Tra gli atti a sostegno dell’operazione repressiva del 13 marzo, la Procura di Bologna dichiara apertamente la necessità di togliere di mezzo le persone disposte a lottare e di farlo preventivamente, in considerazione dell’attuale momento storico in cui tensioni sociali potrebbero scatenarsi in tutto il paese.
Le accuse rivolte a 12 compagni/e sono istigazione a delinquere, danneggiamento, imbrattamento e incendio, nel quadro di un’associazione con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico. Anche quella Procura è convinta che bisogna vivere di miseria e di carcere, e così altre 7 compagne e compagni sono detenuti e altri/e 5 hanno l’obbligo di dimora e di firma.
Descrivere chi vive di solidarietà come “istigatore” non rappresenta solamente un pesante capo di imputazione dal punto di vista di anni di carcere da richiedere. La figura dell’istigatore fa emergere l’ennesimo tentativo manipolatorio dello Stato. La responsabilità di ciò che avviene all’interno di qualsiasi luogo di reclusione, così come nella società tutta, risiede esclusivamente nelle scelte politiche dei vari governi. Chiunque viva sulla propria pelle lo sfruttamento, l’impoverimento, l’esclusione, il pericolo della propria incolumità causata proprio da quelle stesse politiche, sa bene verso chi rivolgere la propria rabbia e non ha certo bisogno di suggerimenti terzi. Lo ha ben dimostrato l’immediata risposta delle persone detenute all’irresponsabile e cinico disinteresse dello Stato sulla gestione dell’emergenza Covid, con le spontanee rivolte di marzo dentro le carceri e le proteste ancora in corso. Così come lo hanno sempre dimostrato le rivolte avvenute all’interno dei centri di detenzione per immigrati.
Da due mesi ci sono rivolte nelle carceri di tutto il mondo perché le persone detenute non accettano di essere condannate al contagio del Covid nel contesto atroce di privazione della libertà.
C’erano Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma e Tommi davanti le mura di tutte le carceri?
Probabilmente sì. Tante Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi e tante/i noi.
La lotta per un mondo giusto, la lotta per la libertà, la lotta contro ogni forma di autorità, non è “istigazione” bensì solidarietà ed è, e sempre sarà, patrimonio di tutti e tutte noi.
In un mondo di muri, droni, guerre, segregazione razziale, violenza di genere e sfruttamento c’è chi sceglie da che parte stare.
SIAMO CON VOI
LIBERI TUTTI LIBERE TUTTE ORA
Rete Evasioni
In Cile, dopo una pausa dovuta all'emergenza Covid-19, riprenedono le proteste di piazza contro il governo Pinera. 33 arresti negli scontri lo scorso 27 aprile dopo che un gruppo di manifestanti si era riunito per protestare contro le misure economiche governative. La crisi economica, già evidente prima della pandemia, si è acuita con il lockdown, costringendo tante persone alla fame. Nel frattempo si organizza la solidarietà popolare dei collettivi e dei movimenti sociali.
Ne parliamo con Sofia, compagna cilena, da Santiago.