Con due solidali in diretta, parliamo dell'attuale situazione nella tendopoli e di come le persone che vi abitano hanno rifiutato interventi manipolatori dello Stato e dei sui complici, atti a dividere le persone per avere maggior facilità di procedere allo sgombero e alla deportazione.
Questa mattina Digos e celerini si sono all’occupazione di corso Giulio Cesare 45 e in alcuni appartamenti privati per effettuarecinque arrestie notificaredue divieti di dimora. Le carte tribunalizie, con l’ipotesi accusatoria del consueto Pm Rinaudo e la firma siglante del giudice Agostino Pasquariello, motivano le misure cautelari conl’opposizione a una retata nel 6 aprile scorso ai giardini Ex-Gfte imputano ai compagni i reati di resistenza aggravata, concorso per un fatto compiuto in più di dieci persone, violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento
Ne parliamo con un compagno di Torino.
Per scrivere ai compagni e alla compagna in carcere:
Lorenzo Salvato
Antonio Rizzo
Camille Casteran
Giuseppe De Salvatore
Francesco Javier Tosina Esteban
CC Lorusso e CotugnoVia Maria Adelaide Aglietta, 35, 10149 Torino TO
A partire dal caso dei daspo a Naoli contro donne trans e dell'omicidio di Vincenzo, attivista gay campano, una riflessione con una compagna di Napoli e Loredana Rossi dell'associazione trans Napoli su decoro, repressione, eteronormatività, famiglia e controllo.
In corrispondenza con una compagna di Torino ci aggiorniamo sulle proteste, le deportazioni e la situazione del Centro per il rimpatrio di persone immigrate.
Dopo aver ascoltato la testimonianza diretta sulla situazione nei centri d'accoglienza a Potenza, un compagno di AnzaCresa ci racconta due giornate di lotta in seguito all'espulsione di 10 persone dal circuito dell'accoglienza, come conseguenza a una protesta sorta a causa del sovraffollamento.
Intervista agli autori del libro: "Costruire Evasioni - sguardi e saperi contro il diritto penale del nemico", sulle nuove tendenze della repressione già in atto. Dai fogli di via, al Daspo urbano, alla finalità di terrorismo, fino ai reati associativi e "devastazione e saccheggio". Il quadro che emerge impone una attivazione dei movimenti adeguata. (Per contattare gli autori: prisonbreakproject.noblogs.org)
Un compagno ci racconta le recenti mobilitazioni portate avanti da chi è costretto, tra lavoro volontario obbligatorio e il ricatto dei documenti, a vivere nei centri di accoglienza in condizioni abominevoli.
Di seguito il comunicato diffuso dopo il corteo del 15 maggio scorso mentre per questo pomeriggio è prevista un'assemblea per continuare la lotta:
Lunedì 15 maggio, eravamo almeno 300 tra richiedenti asilo e solidali in corteo nelle strade di Modena, gridando “Documenti e libertà” e “Basta allo sfruttamento”, con striscioni e la nostra bandiera: “Dignità e documenti per i/le migranti”. Abbiamo percorso il centro-città per prendere parola e denunciare la condizione in cui siamo obbligati a vivere, e per ricordare a tutti e a tutte che non siamo invisibili, che esistiamo e che rivendichiamo i nostri diritti lottando.
Di fronte a tale mobilitazione, le istituzioni non hanno potuto ignorarci. Mentre le persone presenti continuavano a prendere parola, a cantare e a gridare sotto alla Prefettura, una delegazione ha incontrato la prefetta, chi ci ha promesso che tutte le persone richiedenti asilo hanno adesso la possibilità di ottenere la carta d'identità.
Rispetto ai tempi di attesa prima e dopo l'audizione della Commissione d'asilo, la prefetta afferma che le istituzioni e il governo si preoccupano quanto noi di accelerare i tempi di attesa, e che la legge Minniti va in quella direzione. Ma quello che non ha detto è che questa diminuzione dei tempi di attesa non mire a regolarizzarci, ma a renderci clandestini prima e più facilmente. Durante il corteo e davanti alla prefetta abbiamo quindi ribadito la nostra opposizione a questa nuova legge che ci rende ancora più precari.e, per esempio cancellando la possibilità di fare appello alla decisione della Commissione, e che riaprirà le prigioni per le persone senza documenti (CPR), di uno sarà proprio a Modena! Il nostro interesse non è il loro: le istituzioni vogliono rendere più efficace la produzione e l'espulsione dei clandestini, noi vogliamo i documenti e la libertà di movimento e installazione per tutti e tutte!
Abbiamo anche proclamato che il volontariato deve essere realmente volontario, denunciando i ricatti ai quali siamo sottomessi da parte di operatori e operatrici: ci viene detto che lavorare gratis serve ad avere i documenti, ma non è vero. Per integrarci, ci servono i documenti! In più abbiamo denunciato che spesso il pocket money è spesso dato in maniera non corretta, e che gli accompagnamenti sanitari non sono sempre fatti: la prefetta ha detto che farà dei controlli rispetto a ciò, vedremo se la situazione cambierà oppure no.
Il raduno, che era ancora numero e pronto a dimostrare la sua determinazione, dalla Prefettura è partito in corteo verso la Questura, per avere delle risposte sulla questione dei permessi di soggiorno temporanei. Abbiamo incontrato il capo della Questura in presenza dei responsabili di vari offici, che hanno assicurato che la lista di prenotazione per rinnovare il permesso di soggiorno temporaneo è sbloccata e che quindi oggi è possibile fissare l'appuntamento in Questura.
Abbiamo chiesto di poter fare questo genere di pratiche senza l'operatore/operatrice se si rifiuta di accompagnarci, nonostante in teoria sarebbe il loro lavoro. Abbiamo anche denunciato che riceviamo spesso dei documenti già scaduti. Entro 7 giorni dovranno risponderci su queste questioni.
Sono state fatte delle promesse, delle altre rivendicazioni non sono state ascoltate: in ogni caso non ci fermeremo, la mobilitazione è solo all'inizio! Ci nascondo la legge e i nostri diritti per raccontarci delle bugie. Nei abbiamo abbastanza di queste condizioni di vita umilianti, ne abbiamo abbastanza di farci trattare come se non avessimo diritti. Viviamo qui, restiamo qui, continueremo a lottare qui!
Per questo chiediamo di partecipare a un nuovo incontro pubblico domenica 21 Maggio in Piazza Matteotti a Modena alle ore 16:00.
La lotta continua