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Repressione

Firenze: solidarietà a compagni/e antifa sottoprocesso

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Atamaniuna nuova udienza del processo contro antifascisti al tribunale di Firenze. I fatti relativi alle accuse rivolte contro i compagni e le compagne si riferiscono al dicembre 2014 quando alle Piagge un presidio convocato da Firenze Antifascista impedì il concentramento chiamato da Forza Nuova. I fascisti furono scortati dalla polizia qualche chilometro più lontano, a Peretola, dove inveirono e minacciarono tutti i passanti e i residenti che si mostravano in disaccordo con la loro presenza. Appresa la notizia il presidio antifascista tentò di muoversi in corteo e fu caricato dalla polizia.

Una corrispondenza dal presidio a fianco dei compagni e delle compagne sotto processo.

 

L'Antifascismo è lotta e solidarietà! Tutti al fianco delle compagne e dei compagni processat* per i fatti delle Piagge! --

 

 

 

Gravissima situazione nel CPR di Palazzo San Gervasio, proseguono le resistenze dei reclusi

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Durata 8m 48s

Con un compagno di Potenza parliamo della grave situazione nel Centro d'espulsione a Palazzo San Gervasio. Ripercorriamo le resistenze alle pesanti violenze e raccontiamo il presidio solidale avvenuto il 25 aprile fuori dalle mura del lager.

Vi lasciamo all'ascolto della corrispondenza mentre qui sotto trovate un breve testo diffuso dal collettivo Anzacresa per completare il quadro della situazione.

Il 25 Aprile, in continuità con quanto fatto lo scorso anno nella stessa data, abbiamo deciso di non accodarci al clima di festeggiamento istituzionale e para-istituzionale, convinti che la battaglia di liberazione da oppressioni, discriminazioni e autoritarismi vada costantemente alimentata e perpetuata. Necessità ancor più sentita in questi giorni in cui si criminalizza la solidarietà verso chi varca le frontiere o valica dei confini (come accaduto a Briancon).

Ci chiediamo con quale coraggio si racconti e si festeggi la liberazione dall’oppressione nazi-fascista e dell’orrore dei campi di sterminio quando sul solo territorio italiano, ad oggi, sono presenti ben 6 strutture di detenzione per immigrati senza documenti. Dei veri e propri lager per stranieri in attesa di essere espulsi dal territorio italiano.

Le condizioni in cui vengono tenute recluse queste persone sono davvero al limite: pestaggi continui da parte delle forze di polizia, intimidazioni, minacce, assenza di acqua calda.

Abbiamo scelto dunque di lanciare un presidio, cercando di raggruppare tutte le persone interessate a portare solidarietà ai reclusi, al fine di recarci fisicamente sotto le mura del C.P.R. (Centro di Permanenza per i Rimpatri) di Palazzo San Gervasio e provare a parlare direttamente con loro, ad urlare i nostri slogan portando loro un po’ di calore umano, a fargli sentire che non sono soli.

Sentendo i nostri cori e le nostre urla alcune persone sono salite sui tetti delle baracche che fungono da abitazione e sono riuscite a vederci, a salutarci e a raccontarci la tragica situazione che si vive all’interno.

Ci parlano di scioperi della fame, di grave depressione e di alcuni atti di autolesionismo e persino di un tentato suicidio.

Davanti ad un orrore così forte e sistematico, totalmente legalizzato e regolamentato dalle norme sulla cosiddetta “accoglienza” e sull’immigrazione, c’è però chi ha pensato che la notizia non fosse l’esistenza stessa di quel lager né le parole di chi ci vive dentro ma, la presenza di un gruppo di solidali accorsi a protestare. Non si stupiscano gli organi di stampa se le loro telecamere e i loro microfoni non risultano graditi, dal momento in cui è dalle loro stesse emittenti che quotidianamente vengono sversati fiumi di parole di criminalizzazione contro le persone che finiscono nei C.P.R.

Giornali che non hanno perso un attimo di tempo per “vendicarsi” diramando la notizia del sequestro di uno striscione con la scritta “Fuoco ai C.P.R.” effettuato dai carabinieri, la responsabilità del quale è stata addossata a 3 compagne, nei confronti delle quali esprimiamo massima solidarietà, anche per l’indecente trattamento mediatico subito!

Confine alpino del Monginevro: la campagna in solidarietà con Eleonora, Theo e Bastien

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Durata 26m 26s

In corrispondenza con una compagna del rifugio autogestito "Chez Jesus" parliamo ancora della giornata del 22 aprile, della situazione in frontiera e della campagna "Defend solidarity - smash the borders" in solidarietà con la compagna e i compagni in carcere.
Al termine della manifestazione Eleonora, Theo e Bastien sono stati arrestati e portati nel carcere di Marsiglia con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in banda organizzata.

IL 22 APRILE SU QUEI SENTIERI C’ERAVAMO TUTTE E TUTTI!

CI ACCUSANO DI SOLIDARIETA’

SIAMO ORGOGLIOSAMENTE COLPEVOLI!

Indirizzi per scrivere ai detenuti:

Theo Buckmaster, n° d’ecrou 188398

Bastien Stauffer, n° d’ecrou 188399

Eleonora Laterza, n° d’ecrou 188381

Centre pénitentiaire de Marseille-Baumettes, 239 Chemin de Morgiou, 13009 Marseille.

Roma: impedita conferenza stampa a Piazza Indipendenza

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Durata 2m 10s
Durata 2m 23s
Durata 4m 5s

Corrispondenze con i compagni e le compagne del Si Cobas e del Movimento per il Diritto all'Abitare sull'impedimento, da parte della polizia, della conferenza stampa in merito al processo a carico degli attivisti e degli occupanti sul vergognoso sgombero di Via Curtatone lo scorso agosto.

Egitto: continuano torture e condanne a morte

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Durata 1h 14m 14s

Con un compagno che conosce bene l'Egitto, avendoci anche vissuto, affrontiamo la spinosa questione dell'Egitto contemporaneo, dove la dittatura militare di Al Sisi continua a torturare e condannare a morte. 

Indaghiamo anche le mire espansionistiche dell'Egitto nell'area, cercando di capire cosa si agita tra il Mar Rosso e la penisola del Golfo.

Per gli aggiornamenti sull'Egitto vi consigliamo di seguire il blog Hurriya.

Qui la lettera di un condannato a morte in Egitto, di cui abbiamo letto uno stralcio.