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Repressione

No Tav: sabato manifestazione al cantiere contro la repressione della Procura torinese

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Durata 14m 2s

Corrispondenza con un attivista No Tav per parlare della manifestazione di Sabato 20 Ottobre al cantiere di Chiomonte per violare i fogli di via e gli avvisi orali comminati nei giorni scorsi a decine di attivisti ed attiviste. E' la prima uscita pubblica del movimento dopo le pesanti condanne dei giorni scorsi per i fatti del 25 giugno 2015: 33 anni di reclusione a 16 imputati.

15 Ottobre 2011: 7 anni dopo il processo è ancora in corso

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Insieme ad un compagno imputato per il processo legato alla manifestazione nazionale del 15 Ottobre 2011 facciamo un aggiornamento sull'aspetto processuale che coinvolge diversi compagni con accuse pesanti come quelle di devastazione e saccheggio e tentato omicidio.

Dopo l'arresto nel ghetto di Borgo Mezzanone un quadro sulla repressione contro chi lavora nelle campagne del foggiano

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Durata 30m 48s

In collegamento con una compagna della Rete Campagne in Lotta discutiamo a partire dall'arresto di un abitante del ghetto di Borgo Mezzanone.
Dalla cronaca dei media alle dichiarazioni feroci dello Stato, dalla realtà dei fatti alla lotta, parliamo della quotidiana repressione contro chi lavora e vive nelle campagne del foggiano.

Foggia: migrante ammanettato alla volante a Borgo Mezzanone

Data di trasmissione
Durata 20m 58s

Corrispondenza con un compagno di Campagne in Lotta per parlare dell'ammanettamento di un migrante alla ruota di una voltante della polizia a Borgo Mezzanone, vicino Foggia. Un video dell'arresto, risalente al 5 ottobre, fa luce su un caso finito sulle cronache nazionali con accuse pesanti al migrante, che Salvini ha annunciato di voler espellere immediatamente

Belgio: quando la polizia spara, lo Stato mente e i media rilanciano

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Durata 18m 35s

Corrispondenza con un compagno dal Belgio (Bruxelles).

Riprendiamo da Hurrya:

Il 23 settembre si è tenuto un presidio sotto le mura di recinzione del lager per migranti (CIE) di Bruxelles. Centinaia di persone hanno così commemorato i vent’anni dell’assassinio di Semira Adamu, una migrante soffocata dalla polizia durante il suo sesto tentativo di espulsione. Le persone recluse hanno risposto come potevano dalle grate delle loro celle alle grida, musica e battiture dei/delle solidali. La manifestazione sotto al lager fa parte di una serie di azioni organizzate in queste settimane e che proseguiranno anche la prossima settimana con un sit-in a Jumet (Charleroi) dove sarà costruita un’altra prigione per migranti.

Nei giorni scorsi, tuttavia, nel quartiere in cui si trova anche il parc Maximilien la polizia ha sparato a un uomo belga di origini egiziane che dormiva per strada. In molti, anche in Italia, hanno rilanciato la notizia diffusa dalla polizia che l’uomo avrebbe attaccato le guardie con un coltello. Le cose, tuttavia, non stanno affatto così. Qui di seguito la traduzione di un comunicato scritto da compagni e compagne e diffuso per le strade di Bruxelles: “Lunedì 17 settembre alle 9, nella via chaussée d’Anvers, vicino alla torre WTC (non lontano dalla stazione del Nord N.d.T). Un uomo che dormiva sul marciapiede, cade sotto i colpi da fuoco della polizia. 3 pallottole. Il “perimetro di sicurezza” circondato da teloni istallato in tutta fretta dopo il fatto rappresenta bene la non trasparenza del caso. Dal momento in cui il fatto è reso pubblico, la procura diffonde delle informazioni che mettono l’uomo, senza fissa dimora, nella posizione dell’ “aggressore” colpevole. La stampa rilancia il comunicato ufficiale, e titola già in prima pagina “un uomo pugnala un poliziotto al parc Maximilien”.

Due giorni dopo, un vicino che aveva filmato la scena dopo i tre colpi da fuoco della polizia spiega ai giornalisti di BX1 che “l’aggressore” era già immobilizzato quando i poliziotti gli hanno sparato: “Abbiamo visto tutta la scena e l’uomo era già immobilizzato quando i poliziotti gli hanno sparato addosso. Questi hanno prima usato lo spray lacrimogeno, poi gli hanno sparato. Erano dodici poliziotti attorno a lui, non due. L’uomo è stato ancora percosso dopo. Un altro uomo in borghese è arrivato dopo e gli ha fatto i primi soccorsi, ma non so se era un poliziotto”. A.E., 43 anni si trova tra la vita e la morte da lunedì, vittima delle leggi belghe, sempre più repressive contro migranti ma anche, contro tuttx i/le belgx quando hanno a che fare con il controllo sociale, il diritto al lavoro, l’accesso ai servizi, etc. Quanto accaduto è il frutto delle politiche razziste, di sfruttamento e d’oppressione condotte dallo Stato. La giustizia protegge la sua polizia. E le/i policitx, continuano ancora e sempre i loro discorsi di odio e di esclusione.

La situazione ricorda tristemente il dramma del 17 maggio passato, quando una guardia ha aperto il fuoco sul conducente di una camionetta che trasportava delle famiglie di migranti e la pallottola si conficcò nella testa di una bambina di 2 anni, Mawda. Anche su questo episodio la giustizia si tiene in un’opacità inquietante. Noi rifiutiamo la propaganda di Stato che criminalizza la vittima e riaffermiamo che svegliando brutalmente un uomo che dorme per strada e sparandogli addosso per ucciderlo, la polizia si è ancora una volta resa colpevole di una violenza di cui ha illegittimamente il monopolio. La violenza non viene affatto da un uomo che dorme per strada, ma da un governo che persevera nella sua impresa di criminalizzazione e di invisibilizzazione delle persone già marginalizzate, e il cui braccio armato può permettersi tutto senza preoccuparsi affatto”.

Fuoco alle galere!

Brescia: operazione repressiva contro gli antifascisti

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Durata 5m 55s

Operazione repressiva sabato 8 settembre a Brescia contro compagni antifascisti del bresciano.

Al momento (ore 16.45) quattro le persone colpite, con perquisizioni domiciliari. Due compagni sono stati portati in Questura a Brescia, dove è arrivato l'avvocato dei compagni.

I reati ipotizzati paiono essere danneggiamento e violenza privata.

L’operazione repressiva è collegata all’asserito “assalto” alla sede di Forza Nuova in via Milano (Brescia) di ieri sera, venerdì 7 settembre, resa nota attraverso i social dai neofascisti.

Ci aggiorna Andrea Cegna di Radio Onda d'Urto (segui per info).