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Roma

Tuodì: i lavoratori si autorganizzano contro lo sfruttamento

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Durata 9m 9s

Da oltre un mese a Roma, un gruppo di lavoratori ha iniziato una lotta contro l’ordinario sfruttamento selvaggio che va avanti da anni nell’azienda Tuodì, nota catena di supermercati.

Nel magazzino di Tor Cervara lavorano quasi duecento lavoratori asiatici, italiani, est europei e africani, sottoposti ad un regime padronale fatto di buste paga truccate, malattie e ferie non pagate, scatti di livello mai avvenuti, orari sfiancanti, straordinari per notturni e festivi non pervenuti e contratto nazionale disatteso. Truffe continue a opera di cooperative gestite da personaggi ambigui e pericolosi, tra cui un militante di Casapound.

Nel frattempo la catena di supermercati ha dicharato una crisi che rischia di colpire, come al solito, anche i commessi e gli altri lavoratori.

Di queste lotte ci parla Alberto del SI Cobas.

Mezedes: Coordinamento delle lotte unite e il G20 di Amburgo

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Durata 19m 54s
Durata 21m 48s
Durata 14m 16s
Durata 20m 29s

In vista dell'assemblea-dibattito che si terrà il 7 luglio presso la sala Il cielo sopra l'Esquilino, in via Galilei 53, per la costruzione di una piattaforma rivendicativa aperta e trasversale delle vertenze e delle iniziative di lotta presente nella città, parliamo con i compagni di Alitalia (1° audio), Wind-3 (2° audio), Aci informatica (3°audio).

Per altre info: http://www.autorganizzati.org/

Nel 4° audio, un collegamento con una compagna per parlare delle iniziative del controvertice del G20, iniziate oggi ad Amburgo.

 

Ospedale Spallanzani

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Un lavoratore dello Spallanzani interviene in radio per informarci sulla situazione dell'ospedale e sulle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici in vista  dell80esimo anniversario al quale interverranno personaggi del mondo della politica e della cultura.

Roma, a rischio l'Ifest

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Durata 9m 52s

L'Ifest, il festival di musica e cultura indipendente giunto ormai alla quarta edizione e che si dovrebbe tenere fra il 28 giugno ed il 2 luglio al parco del ponte nomentano, è a rischio. L'amministrazione comunale e quella municipale infatti hanno negato l'autorizzazione per utilizzare il parco, nonostante la richiesta sia stata recapitata diversi mesi fa, adducendo oscuri motivi burocratici.

Di seguito il comunicato dell'Ifest, in ogni caso, autorizzazione o meno, il festival si farà.

 

iFEST 2017: NON CALI IL SIPARIO SULLA CULTURA INDIPENDENTE

Alla presidente del III Municipio di Roma Roberta Capoccioni e all'assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo,

quando quattro anni fa abbiamo dato vita alla prima edizione dell'iFEST nessuno di noi si aspettava di arrivare alla quarta. Troppo grande il sogno, troppo ardua l'impresa in cui ci eravamo testardamente cacciati per sapere come sarebbe andata a finire. Ci ricordiamo ancora chi arrivava e ci diceva "ma come avete fatto"? La risposta è semplice: con la passione e centinaia di ore di impegno, con l'aiuto di tante e tanti, amici, artisti, cittadini del quartiere che hanno creduto assieme a noi che organizzare un festival culturale che garantisse al contempo un'offerta culturale variegata e valida, e il diritto a tutti di fruirne, fosse possibile. Ah, ovviamente tutto ciò senza un euro di finanziamento pubblico.

Un festival promosso dalle realtà sociali del III Municipio, ma in grado di parlare a tutta la città. Uno spazio dove costruire una socialità bella, fatta dello stare assieme, di ascoltare musica, guardare uno spettacolo, riflettere assieme in una discussione, facendo rivivere spazi semi abbandonati come il Parco Simon Bolivar prima, e il Parco di Ponte Nomentano dopo. Erri De Luca, Stato Sociale, Colle Der Fomento, Kaos, Il Muro del Canto, Foja, 99 Posse, Punkreas. Officina della Camomilla, Adriano Bono e Reggae Circus, Dalton, Zerocalcare, Ardecore, sono solo alcuni degli artisti ospitati in questi anni.

Dalla scorsa edizione abbiamo cominciato a discutere con l'amministrazione municipale di questa quarta edizione, in questi mesi abbiamo costruito il cartellone degli artisti che parteciperanno e cominciato a lavorare al festival. Abbiamo anche chiesto i permessi per l'utilizzo dell'area. Richieste che per ora non hanno ricevuto risposta. Noi ci siamo messi in gioco, a disposizione per un percorso di dialogo. Dall'altra parte abbiamo ricevuto risposte evasive e opposizioni di natura burocratica.

Crediamo che l'iFEST non sia un evento come tanti altri, ma un importante esperimento da tutelare. Per farlo a questo punto serve una chiara volontà politica, perché l'iFEST rappresenta prima di tutto dei bisogni sociali che dovrebbero interessare a chi governa questa città: far partecipare i cittadini, dare spazio alle realtà associative e territoriali, riempire le periferie di cultura, proporre un'alternativa valida, fatta di musica, colori e parole, ad una città che si sta trasformando solo in un enorme birrificio a cielo aperto.

Noi rimaniamo a disposizione, ma siamo determinati ad andare avanti per la nostra strada e a tenere l'evento in ogni caso.

 

Gli Autonomi (vol. IV)

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Durata 1h 16m 43s

Il primo di una serie di redazionali in cui presentiamo il libro Gli Autonomi (vol. IV), storia dell'autonomia operaia romana.

Nella prima puntata: da dove nasce la definizione di autonomia operaia, differenze con gli altri movimenti sull'operaismo. Ne parliamo con uno dei due autori, Giorgio Ferrari. 

80 anni di Spallanzani

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Durata 7m 31s

Stamattina, in occasione delle celebrazioni per l'ottantesimo anniversario della fondazione dell'ospedale Spallanzani a Roma, la sindaca di Roma, il presidente della giunta regionale del Lazio e la ministra della salute si recheranno a portare il loro saluto nella sede dell'istituto.

Ad attenderli, lavoratori e lavoratrici che vogliono metterli al corrente delle condizioni di lavoro nel nosocomio.

Roma, una città in emergenza abitativa alle prese con amministratori socialmente pericolosi

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Durata 15m 56s

A Roma, sulla base degli ultimi dati, l'emergenza abitativa è un problema destinato a peggiorare. Ciò nonostante, continua a mancare un assessore alle politiche abitative e l'estate si preannuncia più calda che mai sul fronte degli sgomberi e della repressione dei movimenti sociali. Ne parliamo con Bruno, del Coordinamento cittadino di lotta per la casa.

 

Qui una piccola analisi dei dati a disposizione operata dall'Unione inquilini:

 

Analizziamo i dati ufficiali.
Con DGC 56/2017, la giunta capitolina ha approvato il “piano” di gestione dei dipartimenti e degli uffici comunali, tra i quali ovviamente anche il Dipartimento Politiche Abitative.
Il testo non si segnala per chiarezza di linguaggio, ma è un documento di grande interesse perché ci permette di conoscere cosa ha fatto il dipartimento casa in questi ultimi due anni e quello che prevede di fare nei prossimi due anni.
I dati sono tanti e non è quindi facile esporli in sintesi, ma intanto proviamo a fare le prime valutazioni…
Capitolo assegnazioni:

• Nel 2015, il Comune di Roma ha assegnato 237 appartamenti: 111 a chi era in graduatoria con punti 10 ai sensi del bando del 2000; 126 alle persone inserite nella graduatoria del bando 2012.
Nello stesso periodo, le domande di casa popolare pervenute e inserite in graduatoria sono state 2.300: ergo, considerando che 110 erano relative a un bando chiuso dal 2009 e quindi a domande pervenute oltre 6-7 anni fa, nel 2015 per il numero di alloggi popolari assegnati dal comune (126) risulta 18 volte inferiore al numero di domande pervenute (2.300).

• Nel 2016, questo rapporto case assegnate/domande pervenute è leggermente meno spropositato, ma comunque totalmente incongruo: 2.600 nuove domande ammesse in graduatoria, a fronte di 330 alloggi assegnati; nel 2017, si prevede lo stesso numero di domande ma un calo di alloggi da assegnare (300 anziché 330) e così anche nel 2018.

• Parallelamente, si prevede di esaurire la vecchia graduatoria del 2000 procedendo a 100 assegnazioni l’anno fino al 2019.

Nel 2016 sono stati quindi assegnate 430 case popolari e si prevede di assegnarne 400 all’anno fino al 2019.
Da dove vengono queste case?
Interamente dal patrimonio “di risulta”: 440 alloggi nel 2016, 400 l’anno fino al 2019.

Al netto delle chiacchiere e delle ridicole promesse elettorali fatte dalla Raggi un anno fa, il comune non prevede di fare nessun investimento per dare risposta a chi vive in disagio abitativo.

Zero nuovi alloggi da recuperare o da auto-recuperare utilizzando il patrimonio esistente, zero acquisizioni da altri enti o da grandi proprietari, le pochissime case popolari che assegneranno (una ogni otto domande pervenute) saranno ricavate sgomberando le persone ritenute “occupanti senza titolo” (quasi sempre, famiglie a reddito bassissimo, che sono state costrette ad occupare nel lungo periodo in cui a Roma non era tecnicamente possibile neanche chiedere una casa popolare ancorché ottenerla- dal 2008 al 2013 non è esistito un “bando di assegnazione”) o recuperando le case liberate da anziani deceduti.
La rivoluzione 5stelle consiste nel togliere (poco) ai poveri o ai morti, per dare poco ad altri poveri.

Capitolo Buono Casa
Veniamo al buono casa, ai residence e alle misure di sostegno all’affitto.
Qui viene forse la parte più tragicomica e scandalosa…
• Secondo quanto riportato nel documento, nel 2015 Roma aveva 1.600 persone accolte in “assistenza alloggiativa” e 21 “residence” per i quali il comune pagava affitto a privati.
I residence nel 2016 scendono a 14 e le persone accolte restano 1600.
Nel 2017, si prevede che il numero scenda a 1272, poi a 1022 nel 2018 e infine a 562 nel 2019.
I buoni casa pagati nel 2015 sono stati 25, 100 quelli erogati nel 2016 e 120 l’anno nel 2017- 2018-2019.
Complessivamente, si prevede di erogare il buono casa a 460 persone (o si spera, come vedremo tra poco).
Ragioniamo sui dati.
Nel 2017, si prevede di togliere l’assistenza alloggiativa a 328 persone;
nel 2018, a 250;
nel 2019, a 460.
In totale, da qui al 2019 si prevede di revocare l’assistenza alloggiativa a 1038 persone.
Parallelamente, l’ipotesi ottimistica del Comune è di dare il buono casa a 460 persone in assistenza alloggiativa: calcolatrice alla mano, significa che il comune intende eseguire 578 sgomberi forzosi ai danni di persone attualmente ospiti nei residence.
Ed è un’ipotesi purtroppo difettosa in eccesso: infatti, la previsione di 120 buoni casa l’anno è TOTALMENTE irrealistica, considerando che da gennaio ad oggi, i buoni casa erogati anziché essere una cinquantina (come si evince dalla previsione di 60 entro il 30 giugno) saranno stati al massimo 5 o 6.
5 o 6, ripeto.
Realisticamente, il dipartimento erogherà da qui al 2019 al massimo altri 200/250 buoni casa cioè la metà circa di quanto previsto.
Le persone che si intende sgomberare senza offrire alcuna alternativa passano così, verosimilmente, da 578 ad almeno 800.
In sintesi: entro il 2019, il comune intende sgomberare con la forza 2 inquilini su 3 tra quelli attualmente ospiti dei CAAT o residence: 800 su 1270.
Il buono casa sta fallendo e il comune ha preso atto della cosa (o meglio, intende assecondarla non aiutando in alcun modo gli inquilini a trovare alloggi da affittare).

Capitolo contributo affitto:
• 0 (zero) contributi pagati nel 2015
• 622 quelli che si sostiene di aver pagato nel 2016. Falso. Si tratta di un falso in atti d’ufficio, perché NESSUN inquilino romano ha mai ricevuto quei soldi.
Che fine hanno fatto i soldi destinati al contributo affitto del 2016? A chi sono finiti e a quale titolo? Indagheremo, eventualmente facendo ricorso alla corte dei conti…
Nel 2017, si prevede di concedere 3.500 contributi affitto per poi eliminarli dal 2018 in poi (quindi, addio contributo).
Anche qui, è straordinario e spaventoso il rapporto domande pervenute/domande inevase o rigettate: infatti si prevede che 2.480 saranno quelli ammessi e 5421 i richiedenti esclusi (per vizi di forma nella presentazione della domanda, per lo più).

Capitolo sgomberi case popolari. Altro massacro sociale in vista.
Il Comune prevede di scandagliare a fondo i requisiti di accesso, eseguendo 806 verifiche nel 2017.
Si prevede di passare dagli attuali 40 prevvedimenti di sgombero emessi a 150 nel 2017.
140 gli sgomberi materialmente eseguiti nel 2016, 180 da eseguire nel 2017, 130 nel 2018 e nel 2019.
In pratica, i 608 sono avvisati: 440 di loro riceveranno visita dalla polizia municipale per lo sfratto entro il 2019.

In sintesi.
A Roma, quello della casa è un problema destinato a peggiorare anziché a vedere soluzione nei prossimi 3 anni.
Una marea di gente che farà domanda di casa popolare e pochissimi che potranno ottenerne una;
un altrettanto oceanico numero di persone in emergenza abitativa destinate ad essere sbattute in mezzo a una strada e senza alcuna alternativa;
Risorse usate male e del tutto inadeguate alle esigenze;
pochi fondi ai contributi affitto destinati a diventare zero da qui a due anni.
Complimenti Sindaca Raggi, in un modo o nell’altro lascerà un’”impronta” in questa città. Un impronta devastatrice, per la precisione.
Adesso capite perchè non c'è l'assessore alla casa a Roma?