In collegamento telefonico con un lavoratore parliamo dello sciopero generale di oggi e del presidio indetto davanti alla sede dell'ufficio immigrazione a Bologna.
Rinnovo dei contratti, sicurezza sul lavoro, permesso di soggiorno, blocco degli affitti, tra le richieste dei lavoratori e le lavoratrici.
In questi giorni è tutto un gran parlare di rider ricchi e felici: di commercialisti che - causa covid - si reinventano rider guadagnando più di 2 mila euro netti al mese, di giovani gioiellieri che hanno scelto di continuare la propria attività aggiungendone un’altra, quella di rider notturno. Sembrerebbe bello fare i rider o almeno, questo è ciò di cui provano a convincerci le principali aziende del settore e articoletti (o marchette?) presenti sulla stampa mainstream nonostante la cronaca racconti un umore ben diverso tra i lavoratori: turni massacranti, paghe ridotte all’osso, alto rischio di infortuni e poca tolleranza verso rimostranze sulle condizioni di lavoro — oltre che discriminazione da Trenord, per quelli di Milano. Con Angelo di Deliverance Milano parliamo delle reali condizioni lavorative e delle rivendicazioni/lotte/vertenze aperte dai riders a fronte delle narrazioni padronali e liberiste sui riders felici.
Dal 26 novembre il settore agricolo indiano è in sciopero. Contadini/e e piccoli proprietari terrieri si sono riappropriati dello spazio pubblico per ottenere l’eliminazione delle nuove leggi approvate dal Governo indiano guidato da Narendra Modi nel mese di settembre che aboliscono il prezzo minimo garantito e aprono la strada agli investitori privati. Sciopero che sta avvenendo nel contesto della devastazione causata dalla pandemia di coronavirus che in India ha registrato più di 9,2 milioni di persone infettate, il secondo conteggio più alto del mondo. Dall’inizio della pandemia, secondo i dati ufficiali, sono morte quasi 135.000 persone. È probabile che i numeri siano molto più alti. A questo si aggiungono i milioni di persone che hanno perso il reddito e che ora devono affrontare una maggiore povertà e fame. Ne parliamo con Francesca De Benedetti giornalista di Domani.
Ci colleghiamo con i lavoratori della Whirlpool di Napoli che hanno bloccato il raccordo autostradale all'altezza dello stabilimento di via Argine. Una marcia partita dallo stabilimento per chiedere al governo una risposta rapida e definitiva. Una risoluzione che possa salvare i dipendenti della fabbrica e il relativo indotto in lotta da 18 mesi.
La seconda corrispondenza realizzata alle ore 19 ci aggiorna e dà appuntamento a venerdì quando si terrà un altro incontro con il governo
Questa mattina, 15 Luglio, si sono tenute scioperi e mobilitazioni a Foggia sotto la sede di Coldiretti e a Reggio Calabria sotto la prefettura organizzate dai lavoratori delle campagne per protestare contro la sanatoria fatta dal Governo, che non risolve la situazione rispetto a documenti, regolarizzazione del lavoro e di conseguenza relativa alla casa che vivono i migliaia di lavoratori che raccolgono frutta e pomodori nelle campagne italiane. Le forze dell'ordine sono intervenute in entrambe le mobilitazioni in maniera preventiva intimidendo i lavoratori o fermando le macchine di chi cercava di partecipare alla mobilitazione. Vi riportiamo due corrispondenze dalle due piazze.
Contro la privatizzazione e il lavoro precario, per la sicurezza di operatori e utenza, è stata indetta oggi una mobilitazione nazionale di lavoratori e lavoratrici delle Poste.
Corrispondenza da Genova sulla manifestazione 'passeggiata' del 18 maggio di circa 500 operai genovesi di Arcelor Mittal in sciopero contro la cassa integrazione forzata
Torniamo a parlare della lotta dei e delle dottorande alla University of California.
Nell'ultima corrispondenza sul tema ci eravamo lasciati con una lotta in allargamento ma che aveva subito una dura battuta d'arresto dall'emergenza COVID.
Per le lotte degli ultimi mesi il conto repressivo sta arrivando soprattutto nel campus di Santa Cruz, dove molte persone hanno avuto provvedimenti disciplinari interni all'università che prevedono tra le altre cose anche la perdita dell'alloggio e della borsa di studio. Del resto è ormai noto che i tentativi di controllo delle mobilitazioni sono stati permessi dall'interazione e dallo scambio di personale mezzi e informazioni tra l'università, la polizia del campus, la polizia della contea e i militari.
La mobilitazione per gli aumenti salariali delle e dei dottorandi, dopo essersi allargata a tutti i campus californiani, inizia a muovere i primi passi anche in altri campus degli stati uniti.
Continuiamo a seguire la vertenza degli assistenti universitari in California: lo sciopero si è allargato ad altri campus, ha ottenuto la riassunzione degli assistenti licenziati qualche settimana fa; in questa situazione complessivamente positiva, il diffondersi del coronavirus pone dei seri problemi non solo alla prosecuzione materiale dello sciopero e delle mobilitazioni, ma anche alle scelte da compiere e dunque alla compattezza del movimento COLA.