Facciamo un punto settimanale sulla situazione negli Stati Uniti d'America: women's march, la seconda manifestazione oceanica delle donne contro Trump; lo sciopero nelle carceri statunitensi continua e infine la guerra a parole di Trump e Erdogan.
Corrispondenza con un compagno della CUB Trasporti che ci illustra le ragioni ello sciopero Alitalia del 19 Gennaio e i retroscena della vendita della compagnia di bandiera ai privati.
Il comunicato di convocazione dello sciopero:
CALENDA CONTINUA AD ERUTTARE VELENO: IL MINISTRO NON HA DIGERITO IL VOTO DEI LAVORATORI ALITALIA AL REFERENDUM DEL 24.4.2017. UN MINISTRO DALLA PARTE SBAGLIATA! A FIANCO DI CHI HA SACCHEGGIATO ALITALIA E CHE VUOLE VENDERLA E SMEMBRARLA
Ecco un’altra buona ragione per i lavoratori AZ di partecipare allo:
SCIOPERO VENERDÌ 19 GENNAIO 2018 – 24 H DELL’INTERO COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE-INDOTTO
Sono deplorevoli le continue esternazioni di Calenda contro i lavoratori Alitalia: è paradossale che un Ministro finga di non capire le ragioni e le valutazioni di migliaia di lavoratori/cittadini che, democraticamente (...votando!), hanno smascherato e respinto la stangata che Governo e le altre OO.SS avevano preparato con l’accordo del 14 aprile 2017 al Mise, in merito al futuro della ex-Compagnia di Bandiera italiana. Se non fossero indegne certe affermazioni di Calenda, sarebbero risibili: i lavoratori non hanno respinto un piano di rilancio di Alitalia ma l’ennesimo saccheggio della categoria e del nostro Paese.
450 MLN DI EXTRACOSTI: SACCHEGGIATI I LAVORATORI E L’INTERO PAESE Quanto è emerso sui circa 450 mln l’anno di extracosti che hanno schiantato Alitalia ha portato alla luce le RAZZIE E GLI ERRORI COMPIUTI NELLA GESTIONE DELLA EX-COMPAGNIA DI BANDIERA ITALIANA, DALL’AVVIO DELLA PRIVATIZZAZIONE: continuare ad ignorare tutto questo è iresponsabile e manifesta la complicità delle istituzioni!
CALENDA: I SUOI COMPITI E LE SUE RESPONSABILITÀ Invece di attaccare la categoria, il Ministro Calenda si dovrebbe spendere per capire come sia stato possibile che le altre OO.SS. abbiano firmato l’intesa sui licenziamenti e sui tagli mentre la stessa compagnia dichiarava significativi extracosti (...tutti meno l’extracosto sul carburante che è rimasto ben nascosto anche in quell’occasione!), al netto dei quali il conto economico Alitalia sarebbe stato in attivo. Invece di tentare di ridicolizzare la legittima e democratica espressione di voto dei lavoratori, il Ministro Calenda (...nominato in un Governo che si è costituito senza alcuna consultazione!) dovrebbe spiegare come abbia potuto ritenere il Piano AZ, bocciato dai lavoratori, un vero progetto industriale, nonostante il parere contrario degli esperti e l’evidente “emorragia” determinata dai suddetti extracosti.
IL MINISTRO CALENDA HA LA MISSIONE DI LIQUIDARE L’ALITALIA Evidentemente Calenda, ieri come oggi, pretende solo di portare a termine lo smantellamento dell’Alitalia, regalando il ricco mercato del trasporto aereo italiano ai Paesi concorrenti. Il suo ridicolo attacco ai lavoratori è sferrato solo per tentare di convincere l’opinione pubblica che la colpa del fallimento di Cai e di Sai sia dei lavoratori, provando ad assolvere le fallimentari gestioni che si sono succedute, con il plauso dei Governi che si sono avvicendati (...compresi i 2 a cui ha partecipato a pieno titolo da Ministro nell’Esecutivo Renzi e Gentiloni!). Certo è che non passerà sotto silenzio la responsabilità di Calenda di aver sponsorizzato la definizione di un Bando di vendita e smembramento di Alitalia che i Commissari stanno attuando, a partire dalla cancellazione del settore informatico e dalla imminente esternalizzazione delle attività amministrative, nonchè dalla sospensione in Cigs nella Compagnia di Bandiera dapprima di 1400 lavoratori f.t.e. fino a ottobre 2017, divenuti poi 1600 dipendenti f.t.e. fino ad aprile 2018 (..un taglio sottoscritto dagli altri sindacati che hanno tradito il voto referendario) e senza dimenticare le centinaia di precari lasciati a casa dopo 60 mesi di servizio (…altro accordo della miseria!) e che devono tornare a lavorare.
I LAVORATORI NON RESTERANNO IN SILENZIO. FERMIAMOLI!
Una compagna di Non Una Di Meno ci racconta com'è andata la manifestazione nazionale conra la violenza maschile del 25 novembre e lancia lo sciopero delle donne per l'8 marzo 2018
Sciopero generale indetto dai sindacati di base COBAS, USB, Unicobas ed ORSA. Lo sciopero si articolato con manifestazioni ed iniziative in molte città italiane, a Roma momenti di tensione con la polizia di fronte al Ministero dell'Istruzione
Puntata dedicata agli scioperi di venerdì 16 giugno; cominciamo con un lavoratore di Logistica Integrata, cooperativa che lavora in appalto per Tuodì: i lavoratori chiedono miglioramenti salariali, un più umano orario di lavoro e in generale migliori condizioni di lavoro. Dopo gli scioperi di giovedì e venerdì, i lavoratori che hanno scioperato, nel momento in cui si sono presentati al turno lavorativo, sono stati rimandati a casa dall’azienda.
Seconda corrispondenza con un compagno della CUB Trasporti con cui discutiamo dello sciopero molto riuscito che ha visto confluire varie sigle sindacali e settori lavorativi (logistica e trasporti); analizziamo anche la fase attuale, le minacce di ulteriore restrizione del diritto di sciopero e delle iniziative di queste settimane all’insegna della convergenza di diverse vertenze e sindacati.
Apriamo con un rapido riassunto dei roghi degli impianti dei rifiuti in regione nell'ultimo anno. Diamo poi rapidamente notizia del presidio della settimana scorsa alla sede della Regione Lazio. Passiamo poi al consueto totodiscarica che questa settimana vede un rinnovato interesse per la possibilità di invaso ad Aprilia con gestione Altissimi. Commentiamo in chiusura sullo sciopero dei lavoratori della TekNeko di Guidonia-Montecelio, sull'impianto di stoccaggio di rifiuti ospedalieri di Cassino, sull'ampliamento della discarica di Borgo Montello e sull'ingresso di EDF fra gli azionisti di Autostrade per l'Italia.