Roma risponde all'appello internazionale in sostegno alla popolazione di Afrin sotto i bombardamenti turchi da 51 giorni con una piazza oggi alle 17 a Piazza della Madonna di Loreto. Sentiamo nelle corrispondenze una compagna della Rete Kurdistan e un compagno italiano da Afrin.
Oltre al ruolo della Turchia del neo-sultano Erdogan, analizziamo il ruolo di Israele e di come lo Stato ebraico sia trattato dalla stampa italiana. Nella stampa, nonché nelle radio/televisioni, il filo-sionismo è trasversale, se escludiamo il manifesto. Come parlare allora realisticamente del ruolo di Israele nello scacchiere mediorientale.
Dalla notte del 19 gennaio l’esercito turco, con strumentazione militare dei paesi europei tra cui l’Italia, che fornisce i famigerati elicotteri Augusta Westland fa strage di civili nei villaggi del cantone di Afrin, una regione nel nord delle Siria dove curdi, cristiani, arabi, turkmeni, yazidi e profughi, convivono pacificamente praticando la cooperazione sociale e l’autogoverno. Da ieri sera Erdogan è a Roma per incontrare il Papa, Gentiloni e Mattarella. Riportiamo una corrispondenza da una compagna oggi in piazza insieme a Uiki, alla Rete Kurdistan, a tante realtà solidali, a Castel Santangelo per disturbare più possibile la presenza di Erdogan, difesa da uno schieramento enorme di forze dell'ordine che ha bloccato parte di Roma.
Facciamo un punto settimanale sulla situazione negli Stati Uniti d'America: women's march, la seconda manifestazione oceanica delle donne contro Trump; lo sciopero nelle carceri statunitensi continua e infine la guerra a parole di Trump e Erdogan.
Sono iniziati i processi contro i due co-presidenti del Partito Democratico dei Popoli (Hdp). In carcere da oramai 13 mesi sono accusati di terrorismo e di vicinanza al Pkk.
Entrambi i giorni è stato vietato alle delegazioni internazionali di parlamentari e osservatori dei diritti umani di presenziare ai processi. Insomma, continua la dura repressione del sultano Erdogan.
Intanto, inoltre, sono iniziati - martedì 5 dicembre - al palazzo di giustizia di Istanbul i primi processi agli accademici turchi accusati di “propaganda terroristica” a favore del Pkk per aver sottoscritto nel gennaio 2016 un appello che chiedeva la fine delle ostilità tra esercito e ribelli nel sud-est del Paese a maggioranza curda. A firmare la dichiarazione furono 1.128 docenti di 89 atenei, che adesso rischiano condanne fino a 7 anni e mezzo di carcere. Alla sbarra decine di docenti di almeno 7 università, ma il numero degli imputati potrebbe aumentare con nuovi rinvii a giudizio nelle prossime settimane.
La giurista Simonetta Crisci (Centro Ararat) ci aggiorna sulle diverse situazioni processuali e sul ruolo della Turchia nel Medio Oriente, a margine di una recente conferenza mondiale a Bruxelles.
I lavoratori e le lavoratrici del settore tessile in Turchia, che lavorano da anni per fare profitti per marchi come Inditex (Zara), Next e Mango protestano scrivendo sui capi d'abbigliamento questo messaggio: "Il capo che stai per acquistare è stato realizzato da me, ma non sono stato pagato per questo".
"Entro il luglio del 2016, il nostro capo ha rifiutato di pagare una gran parte dei salari che avevamo guadagnato facendo vestiti di ogni marca. I creditori sono venuti alla nostra fabbrica e hanno sequestrato tutte le macchine e gli oggetti di valore. Nel frattempo, il nostro capo è scomparso, prendendo il nostro salario con lui. Dobbiamo ancora ricevere i nostri salari o qualsiasi forma di tassa di fine rapporto".
Ne abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista turco che vive da anni in Italia.
Nella prima corrispondenza, affrontiamo con Barbara Spinelli (Giuristi Democratici) alcuni nodi che attanagliano la vita politica e giudiziaria della Turchia al tempo di Erdogan.
Ieri ad Ankara, nella manifestazione indetta per
#NuriyeGülmenandSemihÖzakça, ci sono stati arresti e violenze da parte della polizia turca (qui alcune testimonianze).
Inoltre, oggi si apre l'udienza contro 17 giornalisti di Cumhuriet, uno storico quotidiano turco schierato su posizioni critiche nei confronti di Erdogan. Nel secondo audio leggiamo l'articolo di Can Dundar pubblicato oggi su "la Repubblica".
Oggi in studio abbiamo intervistato il regista curdo Haşim Aydemir per parlare del suo film 14 Luglio che sarà presentato in anteprima alla Città dell'Altra Economia il 21 e il 22 Giugno. Il film tratta il periodo storico conseguente al regime turco del 1980 con la persecuzione e l'attacco alle comunità curde. In particolare si tratta del carcere di Diyarbakir. Da Rete Kurdistan riportiamo l'introduzione e il programma.
Dedicato a quelli che amano la vita tanto da essere disposti a sacrificare le loro stesse vite” una storia vera,un dolore indimenticabile nel cuore ai curdi. Sulla verità dal carcere di DiyarbakirIl 12 settembre 1980 lo Stato turco ha compiuto un golpe militare per soffocare la lotta dei curdi per i diritti umani e la libertà – La loro esistenza, identità, lingua e cultura veniva negata e bandita. Decine di migliaia di curdi e rivoluzionari in Turchia sono stati mandati in carcere. Per annientare i loro sogni e desideri, sono stati torturati nel modo più orrendo all’interno del carcere n. 5 di Diyarbakir, la città più grande del Kurdistan – in modo così feroce da ricordare Auschwitz. Un gruppo di curdi combattenti per la libertà iniziò una resistenza senza precedenti contro gli oppressori e per i loro diritti umani e la libertà. Una parte importante della resistenza è stato lo sciopero della fame a oltranza iniziato il 14 luglio 1982 …
21 e 22 giugno
ore : 18:00- aperitivo cura di centro socio culturale AraratIl 12 settembre 1980 lo Stato turco ha compiuto un golpe militare per soffocare la lotta dei curdi per i diritti umani e la libertà – La loro esistenza, identità, lingua e cultura veniva negata e bandita. Decine di migliaia di curdi e rivoluzionari in Turchia sono stati mandati in carcere. Per annientare i loro sogni e desideri, sono stati torturati nel modo più orrendo all’interno del carcere n. 5 di Diyarbakir, la città più grande del Kurdistan – in modo così feroce da ricordare Auschwitz. Un gruppo di curdi combattenti per la libertà iniziò una resistenza senza precedenti contro gli oppressori e per i loro diritti umani e la libertà. Una parte importante della resistenza è stato lo sciopero della fame a oltranza iniziato il 14 luglio 1982 …
Ore 19:00- proiezione a seguire incontro con il regista . Biglietto 7 euro – potete acquistare e prenotare da centro socio culturale Ararat….
Con il giornalista de Il sole 24h Alberto Negri e con un compagno al telefono analizziamo gli attentati al Parlamento iraniano e al mausoleo di Khomeini. Usa e Arabia Saudita stanno nuovamente attaccando l'Iran? L'Europa e soprattutto l'Italia continuano ad essere grandi esportatori di armi per conflitti che destabilizzano ancora di più il Medio Oriente. Ma queste politiche si ripercuotono pesantemente in Europa.