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Francia

Fermare l'estradizione di Gino

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Oggi il Tribunale francese ha accolto la richiesta degli avvocati di Gino di richiedere un approfondimento informativo sulle condizioni detentive e sullo svolgimento di un eventuale processo in Ungheria, in special modo per avere garanzia che la disamina dei fatti e non le sue opinioni politiche siano oggetto di giudizio. e sulle condizioni in carcere l'Ungheria può tergiversare o omettere, sarà quasi impossibile per loro dare prova di un'imparzialità a processo, stando anche alle molteplici dichiarazioni dei portavoce di Orban riguardo a questi fatti. L'Ungheria dovrà fornire queste informazioni supplementari entro 15 giorni e qualora non fossero inviate Gino non verrà estradato. Nel frattempo lui continua ad essere detenuto a Fresnes. Gino in aula ha potuto parlare brevemente con la sua famiglia e sembra stare bene. La notizia è momentaneamente positiva ma è più importante che mai mantenere la mobilitazione!

La prossima udienza è fissata per il 12 febbraio 2025.

#FreeAllAntifas #FreeGino

Ne parliamo con un compagno di Milano presente al sit-in di oggi, presso il Consolato ungherese, 15 gennaio 2025

Tanta repressione ma finalmente una buona notizia

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Apriamo la trasmissione con un approfondimento sull'islamofobia nella scuola francese e il concetto di laicità nella repubblique, grimaldello delle politiche razziste delle istituzioni francesi. Il ragionamento parte da un'iniziativa di opposizione alla legge che nel 2004 ha vietato i simboli religiosi nella scuola francese che si è risolta in uno strumento di repressione contro le persone, e in particolare le donne, islamiche o supposte tali sulla base del paese di provenienza o origine. Durante l'iniziativa a Parigi è stato proiettato il documentario "Les 20  ans d'une loi d'esclusion" di Dhia Ben Naser la cui diffusione è stata pesantemente limitata dalle autorità francesi.

A seguire Enrica Rigo della legal Clinic di Roma tre dà la notizia dell'annullamento della revoca dell'asilo politico per Seif Bensouibat.

In conclusione presentiamo due iniziative:

- Andrea Capocci de Il Manifesto parla dell'incontro "La scuola democratica. Convensazione con Marina Boscaino, Andrea Capocci e Christian Raimo, domani mercoledì 13 novembre alle ore 18 presso Allarga.menti, polo civico e culturale, via Numidia 2. E' l'occasione per commentare la sospensione a Christian Raimo.

- Cattive Maestre giovedì 14 novembre alle ore 17 nell'aula Verra della facoltà di lettere dell'Università di Roma 3 presentano "Dietro la cattedra, sotto il banco. Il corpo a scuola".

Tutti (gli Stati) contro Big Tech?

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Puntata all'insegna dei provvedimenti statali nei confronti di colossi della tecnologia.

Partiamo con gli Usa, dove l'Antitrust ha riconosciuto Google come monopolista. Ma è presto per cantare vittoria.

Spostiamoci in Francia, dove Durov - proprietario di Telegram - è stato arrestato (poi rilasciato su cauzione con divieto di lasciare la Francia), rimandando parte del redazionale sull'argomento ma dando aggiornamenti e notizie ulteriori; difficilmente è solo una coincidenza anche l'apertura di un'indagine da parte Ue sul fatto che Telegram avrebbe minimizzato sul numero di utenti in modo da sfuggire alle richieste del Dsa.
Cogliamo l'occasione per parlare di Telegram e della sua presunta "sicurezza". Anzi, visto che ci siamo, raccogliamo un po' di notiziole su backdoor dentro a software di messaggistica.

Infine andiamo in Brasile, dove X è da poco stato bloccato per aver rifiutato di nominare un rappresentante legale. Molti utenti si sono spostati su Bluesky, sistema simile a Twitter ma sedicente decentralizzato. Parliamo quindi di questa moda della decentralizzazione e mettiamola nel contesto.

Sul caso Durov: la Francia stringe su Telegram

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Lo stato Francese ha fermato Pavel Durov, proprietario e fondatore di Telegram.

Parliamo quindi di cosa è Telegram, la sua storia, le idee che gli stanno dietro, i suoi legami con l'estrema destra.

Pur non potendo ancora sapere le intenzioni reali della magistratura francese, proviamo a contestualizzare questo episodio nel generale inasprimento delle politiche repressive in Francia, che apertamente considera l'attenzione alla privacy come un problema e un segno di avere qualcosa da nascondere.

FRANCIA: MOBILITAZIONE IN DIFESA DELL’ACQUA

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E’ in corso in Francia la settimana di mobilitazione in difesa dell’acqua, contro i megabacini e i loro terminali portuali agro-industriali, per esigere il fermo dei cantieri ed una moratoria contro tutti i progetti di bacini. Il “villaggio dell’acqua”, dove si stanno svolgendo assemblee, feste, dibattiti e seminari di formazione con la presenza di alcune migliaia di persone che aumenteranno nel fine settimana, si trova vicino alla città di Melle; nella stessa zona si era svolta la grande manifestazione di Sainte Soline del marzo 2023 contro il megabacino, durante la quale vi furono durissimi scontri con la polizia che ferì, anche molto gravemente, molti manifestanti.

La nostra corrispondenza con un compagno della redazione

Francia: un commento dopo le elezioni

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Con una compagna francese proviamo a capire e a commentare quanto sta accadendo in Francia a seguito delle elezioni europee e della decisione di Macron di sciogliere le camere convocando elezioni anticipate al 30 giugno.

Non idonei alla metropolitana

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Il comune di Roma intende mettere telecamere "intelligenti" nella metropolitana. Un generico appello alla sicurezza, la previsioni di sistemi meravigliosi atti a riconoscere "chi in passato ha avuto comportamenti non idonei", e olé. Un sistema del genere non è nemmeno legale, ma il fatto che è stato nominato tradisce la concreta volontà di farlo ugualmente.

Se vi viene in mente che il colonialismo sia finito 70 anni fa, pensateci meglio: la Francia blocca l'uso di TikTok in Nuova Caledonia, una sua colonia, per rallentare le proteste contro una misura unilaterale del governo francese che cerca di bloccare l'indipendenza dell'isola. Il blocco utilizza il copione di scuse ormai affinate contro TikTok, scuse che non funzionano mai quando invece si parla dei social media a guida statunitense.

Teniamo d'occhio quanto avviene in Israele, con la collaborazione di Google con tutto l'apparato statale israeliano; il blockout, un boicottaggio a mezzo social network delle celebrità che non prendono posizione contro il genocidio in corso.

Infine, torniamo in casa nostra parlando di copyright, aggiornando sugli ultimi decreti dell'AGCOM, ormai sempre più attiva contro lo scambio di prodotti culturali.

Le dita nella presa si prende una (non tanto) piccola pausa: ci si risente Domenica 23 Giugno!