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silenzio assordante

Il mercato Balôn di Torino: prove di guerra ai poveri

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Dopo la delibera comunale del comune di Torino che vorrebbe far spostare i banchi "meno graditi" in un'altra zona della città, il mercato Balôn resiste con la stessa composizione, grazie a picchetti notturni e alla solidarietà di chi abita quei quartieri. Ne parliamo insieme ad una compagna in collegamento telefonico.

Le lotte dei sans-papiers a Parigi

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A Parigi, come in tutta la Francia, continuano le lotte dei sans-papiers, che chiedono documenti, lavoro, case e una vita dignitosa. In collegamento telefonico con alcuni di loro parliamo delle condizioni di vita, delle prospettive di lotta e delle ultime mobilitazioni nella città di Parigi.

Strategic Landscape 2050: introduzione ai nuovi scenari di guerra

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Nel 2003 usciva Urban Operations in the Year 2020, in cui si ponevano le basi ideologiche per il governo di oggi. Di recente, uno studio dell'Accademia militare americana intitolato  Strategic Landscape, 2050: Preparing the U.S. Military for New Era Dynamics, delinea quelle che saranno le future sfide militari e politiche in un mondo sempre più disastrato e difficile da abitare. Dai problemi di natura demografica, passando per i disastri ambientali e i conseguenti flussi migratori, dalla tecnologia militare all'economia politica, questo studio ci restituisce una fotografia del presente e delle strategie governative in atto. Prevedere il futuro per poterlo indirizzare e calcolare è uno degli obiettivi dei governi di oggi, analizzare le loro strategie può essere utile a chi vuole contrastarli.

Vi proponiamo il primo di una serie di approfondimenti a partire dallo studio di questo testo, buon ascolto!

San Ferdinando - Case subito per chi vive nelle tendopoli e lavora nelle campagne

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Il comune di San Ferdinando è stato teatro dell'ennesima passerella istituzionale sulla pelle di chi lavora nelle campagne.
Al centro della riunione di ieri, partecipata dai sindaci della piana di Gioia Tauro, sindacato USB, SOS Rosarno, Alex Zanotelli e Mimmo Lucano, c'è una delle rivendicazioni costanti della lotta: la casa.

Nessuno degli organizzatori ha ritenuto importante la partecipazione delle persone direttamente interessate, ovvero chi è costretto a sopravvivere tra tende e baracche mentre lavora nelle campagne.
Alcuni compagni che lottano e vivono nelle tendopoli sono andati a far sentire la loro voce: le case ci sono, sono pronte e devono essere destinate, come da bando, a chi lavora nelle campagne.

Mentre nel comune si impegnavano a confondere le acque con una fantomatica mappatura delle case vuote in Calabria, la polizia è impegnata da giorni nell'ennesima schedatura di massa di chi vive in tendopoli, con l'intento di dividere tra container e sprar chi da anni lotta per un tetto, i documenti e i contratti.

"Occasioni" - Per tornare a parlare di rivoluzione, tra lotte quotidiane e spinte utopiche

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Partendo dalla lettura di un testo pubblicato su Macerie abbiamo ritenuto interessante parlarne dai microfoni.
Riflessioni, spunti per un dibattito sempre aperto e necessario.

Che idea abbiamo della realtà che ci circonda? Quale conoscenza abbiamo dei problemi delle persone oppresse e sfruttate che vivono attorno a noi? In quale misura riteniamo che le lotte possano anche essere uno strumento per tentar di far fronte a questi problemi? E poi, al di là della semplice retorica, in che termini ci sentiamo oltre che compagni anche parte di quella classe sociale con cui vorremmo ribellarci?
Il presente ci pone delle sfide, e queste sono alcune delle domande cui urge rispondere, per provare a scalfire «quell’ombra di irreversibilità che il capitalismo ha gettato sulle nostre vite».
Il testo che vi proponiamo, scritto da alcuni dei curatori di questo blog, tenta di addentrarsi in quest’ordine di problemi.
Constatando la difficoltà per molti compagni, passata una certa età, di continuare a lottare, anche a causa dei problemi legati alla propria vita quotidiana, ci si è domandati se proprio questi problemi non possano diventare occasioni di lotta.
Dopo aver cominciato a guardare la realtà con questa lente, quali terreni di scontro si aprono all’orizzonte? Come portare avanti delle lotte parziali che avanzano delle rivendicazioni, nel tentativo di produrre delle rotture nella normalità abbastanza ampie e durature da potervi respirare dentro? Per arrivare infine a domandarsi, con quell’audacia immaginativa spesso schiacciata dall’esistente: come, a partire da tutto ciò, tornare a parlare di Rivoluzione?

Castelnuovo di Porto . I CARA nella gestione e nel controllo delle persone immigrate

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In corrispondenza con un compagno discutiamo riguardo la chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto.
Dopo l'attenzione mediatica di questi giorni poniamo a tutti alcune domande:
possiamo considerare come un "modello" un sistema in cui le persone costrette a viverci non hanno alcuna voce in capitolo sulle proprie esistenze?
Cosa significa "integrazione" nella realtà che ci circonda?
Quali sono le rivendicazioni delle persone immigrate?
Possiamo affannarci a proporre "soluzioni" al posto delle persone direttamente interessate?
Partiamo dalla storia dei CARA, campi di concentramento enormi in cui si sono sviluppate numerose lotte, e finiamo a inquadrare le operazioni in corso a Castelnuovo di Porto e il ruolo della cooperativa Auxilium nella gestione dei campi di smistamento e espulsione.

Daspo e sorveglianza speciale: lo stadio come laboratorio di repressione

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Al telefono con un compagno ripercorriamo le vicende che dagli anni '80 hanno portato gli stadi ad essere un laboratorio politico di repressione. Dal daspo nominale a quello collettivo fino ad arrivare alla sorveglianza speciale, sono diversi i dispositivi utilizzati dallo stato italiano per controllare e gestire quello che avviene dentro e fuori gli stadi. Strumenti che oggi vengono utilizzati anche in diversi contesti di lotta. 

Buon ascolto!  

La caduta del cielo: un messaggio dalla foresta amazzonica

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Dopo l'elezione di Bolsonaro in Brasile le comunità indigene stanno subendo un nuovo attacco. Nella puntata di oggi vi proponiamo una testimonianza che pensiamo arrivi nel momento giusto, quando nel giudizio sempre più consensuale degli specialisti siamo entrati nell'epoca dell'Antropocene, epoca geologica in cui gli effetti dell'attività umana hanno acquisito la dimensione di una forza fisica dominante e distruttiva sul pianeta. 

Dalla foresta amazzonica Davi Kopenawa, sciamano Yanomami e portavoce delle lotte indigene, ci racconta la cosmologia del suo popolo, le loro lotte di resistenza e una profezia sciamanica sul nostro futuro: la caduta del cielo, ovvero la catastrofe ambientale che si sta abbattendo sulla terra. Attraverso le sue parole e il suo sguardo una nuova prospettiva sull'agire politico nell'epoca della catastrofe. 

"Quando ero piú giovane, mi chiedevo spesso: “I Bianchi possiedono parole di verità? Possono diventare nostri amici?” Da allora, ho viaggiato spesso nelle loro terre per difendere la foresta e ho imparato a conoscere un po’ ciò che chiamano politica. Questo mi ha fatto diventare ancora piú diffidente! Questa politica, sono solo parole confuse. Sono le parole di quelli che vogliono la nostra morte per potersi impadronire delle nostre terre33. La gente che le proferisce ha cercato spesso di ingannarmi dicendomi: “Siamo amici! Segui il nostro cammino e ti daremo del denaro! Avrai una casa e potrai vivere in città, come noi!” Non le ho mai dato ascolto. Non voglio perdermi tra i Bianchi. Il mio spirito è veramente calmo solo quando vivo nella bellezza della foresta vicino alla mia gente. In città, sono sempre ansioso e impaziente. I Bianchi ci trattano da ignoranti solo perché siamo gente diversa da loro. Ma il loro pensiero è corto e oscuro. Non riesce a estendersi e a elevarsi perché vogliono ignorare la morte. Sono in preda alla vertigine perché non smettono di divorare la carne dei propri animali domestici che sono i generi di Hayakoari, l’essere tapiro che rende le persone altre. Bevono in continuazione la cachaça e la birra* che riscaldano e affumicano il loro petto. Ecco perché le loro parole diventano cosí cattive e ingarbugliate. Non vogliamo piú sentirle. Per noi, la politica è un’altra cosa. Sono le parole di Omama e quelle degli xapiri che ci ha lasciato. Sono le parole che ascoltiamo durante il tempo del sogno e le preferiamo perché sono davvero le nostre. I Bianchi, invece, non sognano lontano come noi. Dormono molto ma sognano solo se stessi. Il loro pensiero resta ostruito e sonnecchiano come tapiri e tartarughe. Ecco perché non riescono a capire le nostre parole." 

La caduta del cielo, Davi Kopenawa Yanomami, Bruce Albert
 

Nigeria e Italia: una lunga storia

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I rapporti tra l'Italia e la Nigeria hanno una lunga storia. L'ultima e recente maxi-inchiesta partita in Campania (portata avanti da Polizia e FBI) riguardo ad un presunto giro internazionale di traffico di organi e lavoratrici del sesso ha ridato linfa ad un dibattito mediatico spesso superficiale e colmo di retorica. Retorica che parte da una narrazione strumentale dei motivi che portano una persona a migrare fino ad arrivare alla questione della "tratta", in cui si criminalizzano e allo stesso tempo vittimizzano molte donne provenienti dalla Nigeria. La relazione tra Italia e Nigeria è in realtà più complessa e intreccia differenti problematiche. Intensi rapporti economici e diplomatici, il ruolo dell'ENI e di altre multinazionali, le inchieste scomparse, il traffico di esseri umani, lo smaltimento di rifiuti tossici e la complessità di una cultura molto differente dalla nostra sono solo alcuni degli elementi necessari a fornire un'analisi più attenta di questa lunga storia. 

Vi proponiamo un approfondimento in cui, senza la pretesa di essere esaustivi, si prova a far emergere un diverso punto di vista sulla storia dei legami ancora molto forti che esistono tra i due paesi e su come influiscono le disastrose politiche migratorie italiane sulla vita di tante persone migranti.  

Buon ascolto!     

Aggiornamento sulla situazione nella tendopoli di S. Ferdinando

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Nella tendopoli di San Ferdinando le condizioni di vita e di lavoro continuano ad essere inaccettabili. Mentre la presenza delle forze dell'ordine è assillante, l'operato di diverse sigle sindacali non fa che peggiorare la situazione di chi da tempo vive e lavora in quest'area. In collegamento telefonico ne parliamo insieme ad un lavoratore che abita nella tendopoli e ad una compagna di Campagne in Lotta.