24 settembre manifestazione nazione in solidarietà con la resistenza curda
Un aggiornamento sullo stato della turchia dopo il cosidetto golpe e sulle dichiarazioni di Ocalan visitato dal fratello dopo un anno di totale isolamento.
Un aggiornamento sullo stato della turchia dopo il cosidetto golpe e sulle dichiarazioni di Ocalan visitato dal fratello dopo un anno di totale isolamento.
Lunga intervista con un compagno curdo, andata in onda durante l'ultima puntata di Silenzio Assordante.
Il prossimo 24 settembre è stata indetta una manifestazione nazionale a Roma in solidarietà con la resistenza curda attaccata in Rojava e nel Kurdistan curdo. Tutto ciò mentre l'Unione Europea continua a versare soldi alla Turchia per la gestione dei profughi frutto di una guerra, quella siriana, causata dalla stessa UE e dalla stessa Turchia. Corrispondenza e commenti.
Qui l'appello per una mobilitazione nazionale a sostegno del popolo curdo e della rivoluzione democratica in Rojava: http://www.uikionlus.com/appello-per-una-mobilitazione-nazionale-a-roma-il-24-settembre
Riflessioni e considerazioni sulla crisi in Medio Oriente con Alberto Negri, analista geopolitico e giornalista de "Il Sole 24 Ore".
[estratto da Vengo anch'io, 4 settembre 2016]
Nella foto: una mappa del cantone di Cizre. Cliccate sulla foto per ingrandire.
Dal presidio davanti al carcere Le Vallette ci facciamo raccontare l'udienza del riesame e la giornata di solidarietà in corso a Torino.
Corrispondenza con una compagna, riguardo l'iniziativa avvenuta questa mattina a Roma nella sede della Turkish Airlines e dell'ufficio di informazioni e cultura dell'ambasciata turca, in piazza della Repubblica.
I/le compagni/e hanno occupato l'ufficio con striscione, volantini e megafono in solidarietà con la resistenza curda.
L'iniziativa voleva anche sottolineare la vicinanza con i compagni e le compagne colpite dalla repressione a Torino, per aver occupato la sede della Turkish Airlines nell'aeroporto di Torino-Caselle, che hanno scelto di violare le misure restrittive, non andando a firmare in commissariato.
Qui il testo del comunicato.
Riproponiamo le corrispondenze di un compagno da Kobane [via Radio Onda d'Urto]
I carri armati della Turchia, ottenuto il beneplacito di Usa e Russia, sono entrati in Rojava, il territorio nel Nord della Siria strappato agli jihadisti di Daesh dalla resistenza popolare di Ypg e Ypj, le milizie a maggioranza curda (ma non solo curde, vista la presenza di milizie arabe e di altre componenti, riunite nelle Forse Democratiche Siriane capaci di dare vita, nel dramma della guerra siriana, a un progetto politico rivoluzionario come quello del confederalismo democratico.
L’obiettivo ufficioso dell’operazione turca “Scudo dell’Eufrate” lanciata mercoledì 24 agosto nel giro di poche ore è diventato quello ufficiale: impedire l’unificazione delle due aree liberate dalla resistenza curda, ricacciando YPG e YPJ a est del fiume Eufrate, come richiesto anche dal vicepresidente Usa Joe Biden, volato a Istanbul per siglare la rinnovata intesa con la Turchia, sulla testa dei curdi: “Abbiamo detto chiaramente alle Forze siriane democratiche e al Pyd (curdi siriani) che dopo l’operazione di Manbij devono tornare al di là del fiume (a est dell’Eufrate, ndr) e, se non lo faranno, non avranno il supporto degli Stati Uniti”, ha detto Biden incontrando a Istanbul il premier turco, Binali Yildirim.
Da Kobane, nella Siria liberata da compagne e compagni curdi (e non solo), abbiamo raggiunto l’inviato di Radio Onda d’Urto (clicca qui per l’archivio con tutti gli audio) e Infoaut, che nel corso dell’ultimo fine settimana di agosto ci ha mandato diversi aggiornamenti audio sia per quanto riguarda la situazione sul terreno che alcune prime analisi di carattere politico.
Le proponiamo di seguito, divise per argomento:
Audio da Kobane sul contesto internazionale dell’attacco da parte della Turchia
Audio da Kobane sulle strategie mediatiche in atto in merito all’attacco della Turchia
Audio da Kobane sulla situazione tra Jarablus e Manbji, la zona più calda (prima parte)
Audio da Kobane sulla situazione tra Jarablus e Manbji, la zona più calda (seconda parte)
Questa mattina, alle ore 04:00 circa, un convoglio di circa 20 carri armati tuchi, accompagnato da miliziani del Free Syrian Army, è entrato in Siria, presso Jarablus, a circa 60 chilometri di distanza da Mabji, centro liberato la scorsa settimana dalle forze guidate dalle YPG.
L'intento evidente è quello di evitare la liberazione della cità da parte delle YPG e unificare quindi i tre cantoni del Rojava.
La corrispondenza con un compagno della Carovana per il Rojava di Torino.
Martedi 26 presidio a ss apostoli a Roma alle ore 17 per chiedere la liberazione di Ocalan, rinchiuso dal 1999 nel carcere-isola di Imrali.
Sentiamo l'avvocato Simonetta Crisci sulla repressione in Turchia dopo il "fallito" golpe e un compagno dela val di susa che racconta delle misure repressive date a 10 compagni e compagne dopo l'occupazione dell'anno scorso della Turkish airlines proprio per denunciare la repressione del governo di Erdogan contro il kurdistan turco.
Un aggiornamento sulla situazione nel Kurdistan curdo e sulla decisione del parlamento turco di togliere l'impunità parlamentare ai deputati dell'Hdp.
Abbiamo intervistato Faysal Sariyildiz, deputato HDP della provincia di Sirnak.
Nella foto: Tayyip Erdogan