Ancora sulla morte di Omar Nayef Zayed
Corrispondenza sull'iniziativa di ricordo e lotta per l'uccisione del compagno palestinese Omar Nayef Zayed, ucciso venerdì 26 febbraio in Bulgaria del 4 marzo a Porto Fluviale.
Corrispondenza sull'iniziativa di ricordo e lotta per l'uccisione del compagno palestinese Omar Nayef Zayed, ucciso venerdì 26 febbraio in Bulgaria del 4 marzo a Porto Fluviale.
Nella puntata di oggi abbiamo parlato dell'iniziativa che ci sarà venerdi alle 18 a via del porto fluviale a roma sull'uccisione da parte del mossad del compagno Omar Nayef Zayed. L'omicidio è avvenuto dentro l'ambasciata palestinese a Sofia, in Bulgaria dove Omar si era rifugiato quando il governo bulgaro aveva concesso la sua estradizione al governo israeliano. Arrestato nell'86 per un presunto omicidio di un colono, Omar era riuscito a scappare dalle carceri sioniste per rifugiarsi in Bulgaria dove appunto pochi giorni fa è stato ucciso con un colpo alla testa.
Nella seconda parte collegamento con una compagna della campagna BDS sulle prossime iniziative all'università La Sapienza.
I compagni dell'Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP) intervengono sull'uccisione di Omar Nayef Zayed.
[tratto da Vengo Anch'io, durata: 21 minuti]
Ospite Barbara, dell'associazione Sunshine for Palestine che si è occupata di impiantare fotovoltaico a Gaza per l'energia elettrica e per l'acqua.
Dopo il presidio di giovedì davanti all'ambasciata di Bulgaria a Roma, parliamo con un compagno della situazione di Omar Nayef Zayed, pigioniero politico palestine, condannato all'ergastolo e da venti anni rifugiato in Bulgaria, per il quale Israele ha chiesto l'estradizione.
Attualmente si trova all'intero degli uffici della rappresentanza palestinese a Sofia.
Qual è il ruolo e quali le responsabilità dell'autorità palestinese che non permette ad Omar di ricevere visite, né dai parenti né da un avvocato?
Durata: 15':56''
Giovedì 21 Gennaio 2016 presidio davanti l'ambasciata della Bulgaria in via Rubens a Roma contro la richiesta di estradizione di un militante palestinese da parte di Israele .
La puntata si apre con due corrispondenze:
- nella prima, una redattrice di Misna (http://www.misna.org/) ci spiega cosa è successo all'agenzia di stampa internazionale dei missionari. La testata, ormai di fatto chiusa con i redattori licenziati, ha svolto un ruolo prezioso nel fornire notizie di prima mano dai diversi "Sud del mondo". Durata: 9 minuti ca;
- nella seconda corrispondenza Luca Kocci, giornalista di Adista e collaboratore de "il manifesto", ci spiega cosa sta succedendo al periodico di "informazione e cultura d'ispirazione cristiana" Il Regno. Qui, a differenza dell'agenzia Misna, i dehoniani che editano la rivista hanno ritirato i licenziamenti nonostante, come ci spiega Kocci, l'accordo è piuttosto articolato. Durata: 9 minuti ca.
Sull'argomento cfr. l'articolo uscito su Adista: http://www.adista.it/articolo/55819
Infine, a chiudere la rassegna stampa vaticana, l'importante accordo tra Vaticano e Palestina, l'inchiesta sui cattolici al tempo di papa Francesco e le polemiche seguite alla bestemmia andata in diretta su Rai1 la notte di Capodanno.
A chiudere, come sempre, le clericalate del mese.
Domenica 29 ore 17 piazza Equilino, ne parliamo con un compagno palestinese.
Una conversazione con un compagno dei giovani palestinesi, organizzatori della manifestazione trasnazionale del 28 novembre prossimo a Piazzale Esquilino qui a Roma, a fianco della lotta dei palestinesi nei territori occupati e a Gaza.
Questo l'appello della giornata:
Noi, Giovani palestinesi in esilio, chiediamo a tutti i palestinesi e le persone solidali con la nostra causa di difendere la nostra terra e sostenere la resistenza e la determinazione del nostro popolo in Palestina. Da settimane la moschea di Al Aqsa è vittima di assalti brutali mentre i coloni e l’esercito sionista compiono omicidi arbitrari e arresti di massa in tutta la Palestina. In risposta alla violenza sionista, dobbiamo ribadire che la resistenza è una strategia necessaria e obbligatoria per sopravvivere alla perpetrazione del progetto di pulizia etnica ai danni dei palestinesi.
La repressione militare sionista e le inaccettabili violazioni dei coloni, insieme ad una leadership palestinese collusa che agisce ormai come garante dell’occupazione e non più come guida del progetto di liberazione, tentano di garantire la liquidazione totale della resistenza palestinese e l'accelerazione della pulizia etnica. In questa lotta sbilanciata tra un'ideologia razzista e istituzionalizzata, e l'eroica resistenza del popolo palestinese, Israele gode ancora del sostegno dei suoi alleati internazionali, che noi riteniamo parimente responsabili di questi crimini.
Noi giovani palestinesi dobbiamo assumerci la piena responsabilità e il diritto di difendere il nostro popolo e la nostra terra e mobilitarci ovunque ci troviamo. La lotta in corso in tutta la Palestina è nostra: è una lotta per far prevalere la giustizia su un progetto coloniale, è una lotta contro il colonialismo in tutte le sue forme e manifestazioni. Questa è la rivolta di una nuova generazione di palestinesi, uniti ovunque essa siano, intorno a principi di dignità, di ritorno e di liberazione di tutta la Palestina!
Condividiamo la voce della resistenza palestinese. Denunciamo i crimini sionisti e la complicità dei loro alleati. Rompiamo l’isolamento dei palestinesi sotto occupazione.
Ci appelliamo a tutti i palestinesi in esilio, i movimenti di solidarietà e tutte le persone che credono nella giustizia, a proseguire gli sforzi di mobilitazione ed ad unirsi a noi nel sostegno alla resistenza palestinese che culminerà con una mobilitazione internazionale il 29 Novembre 2015 e continuerà fino a che la Palestina non sarà libera.
Scegliendo la “giornata internazionale di solidarietà con la Palestina indetta dall’ONU intendiamo ribadire che la solidarietà è genuina solo se rispetta la totalità dei principi nazioali palestinesi, il ruolo di tutte le comunità palestinesi ovunque esse siano nella lotta di liberazione e la legittimità della resistenza palestinese.
Stop all'occupazione e alla colonizzazione sionista di tutta la Palestina
Sostegno incondizionato alla resistenza palestinese
Libertà per i prigionieri palestinesi
Ritorno dei profughi palestinesi
No al silenzio complice della Comunità Internazionale
Sì al BDS - Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele