Martedì 10 maggio, al tribunale di Torino, verrà letta la sentenza di un processo a carico di due compagni, Gabriele e Padino. Le richieste di condanna espresse da Paladino e Rinaudo sono tra le più alte richieste nei confronti dei NOTAV fino ad oggi: 9 anni di carcere (6 anni con rito abbreviato).
L'appuntamento è per domani alle 9 di mattina al presidio NOTAV di Susa (To) per lavori di sistemazione in vista della stagione estiva. Alle 12.30 seguirà un pranzo sociale discutendo l'esito della sentenza.
In caso di pioggia il presidio si sposterà a Venaus.
Abbiamo sentito Simonetta, redattrice del portale d'informazione NOTAV tgmaddalena.it.
Una chiacchierata sulle trasformazioni di Torino, dalla ristrutturazione urbana post-fordista alla repressione delle lotte sociali (università, spazi sociali, lotta per la casa, Val Susa-NoTav).
Durata: 9'36'' [estratto dall'intervista ai Bull Brigade, ascoltabile qui]
Dopo la data romana del tour che li vede impegnati nel presentare l'ultimo album "Vita Libertà" (ascoltabile qui), i Bull Brigade sono venuti a trovarci nei nostri studi.
Ne è uscita una bella chiacchierata sulle trasformazioni e i processi urbani della loro città (Torino), sulla repressione statale in corso in Piemonte, senza trascurare i dettagli della loro ultima fatica discografica e i loro futuri progetti.
Come ci ricorda il cantante Eugenio, i Bull Brigade videro la luce negli studi di Radio Black Out.
Da ascoltare per intero dato che vengono presentati e commentati molti dei pezzi del loro album.
Con la speranza di averli presto nuovamente in concerto a Roma, magari a sostegno di Radio Onda Rossa, Oi!
Ancora misure cautelari a Torino nei confronti di studenti universitari: questa mattina a Eddi è stato notificato il divieto di dimora nel comune di Torino, in cui vive e studia da anni. Il provvedimento costituisce un aggravamento dell'obbligo di firma a cui era già sottoposta da alcune settimane in relazione all'operazione di polizia che ha recentemente colpito 7 studenti per una serie di contestazioni contro fascisti e razzisti avvenuti nell'ateneo torinese nell'ultimo anno. L'aggravamento è stato richiesto dal pubblico ministero, e approvato dal GIP, per un episodio di contestazione avvenuto al Rettorato dell'Università di Torino lo scorso 21 marzo.
La procura di Torino continua l'ondata repressiva contro i movimenti sociali. Dopo l'azione repressiva contro il movimento No Tav, all’alba di oggi perquisizioni e arresti a Torino contro il movimento universitario.
Sei arresti domiciliari con massime restrizioni e una compagna con obbligo di firma.
Sono diversi i capi d’imputazione contestati agli attivisti, tutti riguardanti il rifiuto della presenza dei fascisti del FUAN e dei Giovani Padani nell'università torinese.
La corrispondenza con un compagno di Torino, qui il comunicato di Infoaut.
Nella Torino che ha visto nei mesi scorsi abbattimenti di baraccopoli, occupazioni e sgomberi di strutture occupate per far fronte all'emergenza abitativa, la procura ha avviato un'inchiesta sullo sgombero dell'insediamento di Lungo Stura Lazio.
Insieme ad una compagna torinese ripercorriamo le vicende degli ultimi mesi e le politiche portate avanti dall'amministrazione comunale e dal quanto mai variegato universo delle associazioni nei confronti delle e degli abitanti dei campi, in una città che si prepara ad entrare in campagna elettorale.
A Torino sgomberata nel fine settimana la sede dell'ex ASL che era stata occupata da alcuni abitanti della baraccopoli di lungo Stura, precedentemente sgomberati da un'altra occupazione. Con una compagna di Torino cerchiamo di capire le politiche dell'amministrazione cittadina, le risposte all'emergenza abitativa e la sempiterna lotta all'illegalità
Dopo essere stati sgomberati dall'ex caserma di via Asti, gli abitanti della baraccopoli di Lungo Stura Lazio a Torino hanno trovato una nuova casa, una vecchia struttura abbandonata della ASL in via Borgoticino, alla periferia della città.
Con una compagna di Gattonero gattorosso, ripercorriamo il percorso che ha portato a questa ultima occupazione e le prospettive della lotta per la casa dal punto di vista delle e dei rom torinesi
Due anni dopo l’inizio del progetto “La città possibile” – costato circa 5 milioni di euro e portato avanti da Comune di Torino, Prefettura, associazioni e cooperative complici – l’obiettivo è ormai chiaro a tutti: sgomberare il campo rom non autorizzato più grande d’Europa, quello di Lungo Stura Lazio, dove nel 2013 vivevano oltre 1.000 persone. Tramite il progetto le famiglie sono state prima divise tramite una selezione arbitraria: alcune rimpatriate “volontariamente” in Romania con la promessa disattesa di poche decine di euro al mese, altre stipate e sorvegliate in appartamenti e social housing dagli affitti esosi. Per la maggior parte degli abitanti del campo – esclusi dal progetto perchè considerati “non meritevoli” – un’unica prospettiva: lo sgombero forzato. Nella sola giornata del 26 febbraio 2015 ruspe e agenti mandati da Comune e Questura hanno violentemente distrutto le baracche e buttato in mezzo alla strada 100 persone. Oggi i pochi inseriti nel progetto vengono sfrattati, come nel caso delle 13 famiglie del social housing di corso Vigevano, gestito da AIZO e di proprietà del Ras delle soffitte Giorgio Molino, che finiranno in mezzo alla strada entro il 30 novembre. Le ultime 100 persone che invece ancora vivono nel campo di Lungo Stura vengono minacciate di sgombero entro il 30 ottobre. Nel frattempo, polizia e vigili continuano le loro azioni repressive all’interno del campo: distruzione “individuale” delle baracchine, deportazioni, arresti. Storie di ordinaria violenza, come nel caso di Aramis, un giovane arrestato la settimana scorsa con l’accusa di aver malmenato tre vigili. In realtà la storia è opposta: sono gli agenti ad averlo brutalmente aggredito dopo avergli distrutto la baracca, arrivando anche a sventolare una pistola e utilizzare spray urticante nei confronti dei presenti. Per questo gli abitanti del campo e le famiglie dei social housing hanno deciso di mobilitarsi organizzando una manifestazione sotto il Comune lunedì 12 ottobre Ne abbiamo parlato con Cecilia di Gatto Nero Gatto Rosso