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Guerra del Tigray: le origini dell'attuale crisi

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Con Valentina Fusari, ricercatrice dell'Università di Pavia e docente di Popolazione, Sviluppo e Migrazioni, approfondiamo le origini dell'attuale guerra del Tigray: partendo dalla colonizzazione italiana e giungendo fino ai giorni nostri, si analizzano le ragioni e le ripercussioni dell’ultima crisi umanitaria. A seguire, voci e racconti di donne e uomini presenti in piazza domenica 14 febbraio alla manifestazione "Fermiamo la guerra nel Tigray" indetta dall'Associazione Donne del Tigray.

Fermiamo la guerra in Tigray! 14 febbraio manifestazione a Roma

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Domani, 14 febbraio, dalle 10 alle 13 manifestazione in piazza della Repubblica indetta dalla Associazione donne del Tigray. Nel comunicato leggiamo: "Da oltre due anni la Regione del Tigray è assediata dagli eserciti etiopi ed eritrei, che bloccano i viveri e rifornimenti alla popolazione tigrina. I bombardamenti sulla popolazione civile inerme, su aeroporti ed ospedali si susseguono ininterrottamente. Sono passati tre mesi da quando il Tigray è stato invaso. I militari commettono sempre più di frequente attacchi alle donne, stupri, violenze fisiche e psicologiche".

Parliamo della situazione del Tigray e in particolare della catastrofe umanitaria che prosegue nel silenzio dei media e della comunità internazionale con RadioAfrica e con una esponente della Associazione Donne del Tigray che invita tutte e tutti alla manifestazione di domani

Genova: al porto una nave saudita con materiale bellico

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Lo scorso 22 aprile, in piena pandemia, una nave della flotta saudita Bahri ha attracca a Genova con a bordo armi o equipaggiamento militare. La denuncia dei portuali genovesi, da anni in prima linea contro il traffico di armamenti nel loro scalo: «Sembra siano carri armati Ercules 882, prodotti negli Stati uniti. Potrebbero essere diretti in Arabia saudita, Kuwait o Marocco. O forse in Turchia: il prossimo scalo previsto è Iskenderun».

Il Collettivo autonomo lavoratori portuali (Calp) sottolinea come, in tempo di Covid-19, «molte categorie sono costrette a rischiare il contagio per non fermare la produzione e distribuzione di generi di prima necessità» in cui certo non rientrano gli armamenti.

Ne parliamo con Christian, lavoratore portuale di Genova.

Venti di guerra

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Dedichiamo questo spazio redazionale ad una discussione sugli scenari di guerra in Medio Oriente dopo l'omicidio di Qassem Suleimani da parte degli USA, chiedendoci perchè il movimento contro la guerra e contro le basi USA in Italia non scenda più in piazza da almeno 10 anni.

Ospitiamo diverse corrispondenze durante le quali sono stati lanciati i seguenti appuntamenti:

  • Lunedì 20 Ore 19:30 Ex Sala Consigliati, Piazza della Marranella a Torpignattara assemblea pubblica contro la guerra all'Iran
  • Sabato 25 giornata internazionale contro la guerra all'Iran

Genova – 7 Dicembre: corteo contro Leonardo / Finmeccanica

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In corrispondenza con un compagno di Genova presentiamo il corteo previsto per sabato 7 dicembre.
L'intervento si apre descrivendo l'Assemblea contro la guerra, per poi passare al ruolo di Leonardo nel mondo e nella stessa città che vedrà la mobilitazione.
In conclusione un breve aggiornamento riguardo la situazione nel porto dopo le giornate di blocchi contro il traffico di armi.

Da Genova: Stop ai traffici di armi, guerra alla guerra

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Corrispondenza con un compagno da Genova sulla mobilitazione di questa mattina contro l'attracco del cargo saudita carico di armi (Bahri Yanbu). Il compagno ci racconta della partecipazione positiva di lavoratori, sindacati, comitati di base e pacifisti alla mobilitazione e al sostegno dello sciopero che i lavoratori portuali hanno indetto per impedire lo sbarco e lo scarico della merce (strumentazione militare) al porto. Un altro appuntamento importante sarà giorno 28 maggio.