Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

Palestina

Università Federico II, Napoli: solidarietà alla Palestina

Data di trasmissione

Continua la solidarietà per la Palestina, in particolare qui sentiamo la voce di uno studente della Federico II di Napoli che ci parla direttamente dall'incontro pubblico con il rettore, ci aggiorna sull'occupazione di questi giorni del rettorato e della grande partecipazioni da parte degli\delle studenti. Una solidarietà sempre più forte e concreta che individua anche le Università come complici delle guerre.

DI seguito il loro comunicato:

Siamo |* student* in occupazione al Rettorato della Federico II. Sono quattro giorni che blocchiamo l'ufficio del rettore dell'università più importante del Sud Italia, mantenendo un'azione di lotta contro gli accordi che la nostra università e il nostro rettore intrattengono con Israele, attraverso attività di ricerca e cooperazione scientifica e tecnologica internazionale strumentalizzata dallo Stato assassino e sionista per finalità militari e per perseguire il genocidio del popolo palestinese. Sono quattro giorni che il rettore non vuole ricevere |* student* dell'università che dovrebbe invece rappresentare e ascoltare, chiuso nel suo silenzio complice del massacro palestinese e nei suoi palazzi del potere, fa orecchie da mercante davanti a chi tutti i giorni fa vivere e vive i luoghi del sapere. Poiché la più alta carica universitaria ha deciso di non prendere parola neanche una volta in merito all'occupazione e alle sue rivendicazioni, poiché non si è mai presentato di fronte a* ver* protagonist* di questa universita, abbiamo deciso di andarlo a cercare per la città....e lo abbiamo trovato. leri una delegazione di student* ha seguito il rettore in fuga ad una sua iniziativa, che comodamente teneva a due passi dalla sede Centrale, per pretendere una dichiarazione istituzionale che ratificasse un incontro pubblico con il Rettore e la calendarizzazione di un senato accademico pubblico in cui si discutano gli accordi che la Federico Il intrattiene con aziende belliche (come la Leonardo) e in generale con Israele. Quando diciamo solo la lotta paga non stiamo evocando uno slogan vuoto.

Instagram: https://www.instagram.com/retestudentescapalestinanapoli/

Palermo: solidarietà ad Antudo e Luigi

Data di trasmissione

A seguito delle misure cautelari nei confronti di compagni e compagne per un'azione contro Leonardo S.p.a.  sentiamo la voce di chi ci racconta come sta andando la campagna di solidarietà. Sono momenti chiaramente difficili e non piacevoli da vivere, ma che comunque grazie anche alla lucidità e generosità dei compagni/e, ci restituiscono con forza da che parte stiamo della storia.
Leggiamo anche la lettera che Luigi ha mandato dal carcere.

Comunicato  di Antudo “Portale di informazione sulle lotte per la liberazione dei territori siciliani”.

Ieri sera, il tribunale di Palermo ha respinto il riesame delle misure cautelari disposte per tre appartenenti ad Antudo: Luigi resta in carcere con l’accusa di atto terroristico, con disposizione di trasferimento al carcere speciale di Alessandria. Ad un anno e mezzo dai fatti che hanno visto la sede di Palermo della Leonardo SPA, leader mondiale dell’ingegneria e tecnologia militare, raggiunta da un’iniziativa di protesta in solidarietà al popolo curdo, di cui il portale antudo.info aveva diffuso il video, lo sproporzionato impianto accusatorio mira a relegare Luigi nell’ambito della pericolosità sociale e del terrorismo anche in assenza di prove concrete o di flagranza di reato.

E accade così che mentre con gli elicotteri e i droni prodotti da Leonardo vengono impiegati dal governo Turco contro il popolo curdo, da Israele per i bombardamenti su Gaza, dagli eserciti di mezzo mondo per alimentare i venti di sterminio e conquista, sul territorio italiano chi si è mobilitato contro la guerra si trovi adesso in carcere in via cautelare.

Un clima di totale asservimento del governo italiano alle politiche di guerra in cui centrale è la necessità di trarre profitto dall’escalation bellica e dalle fabbriche di armi (Leonardo, partecipata statale, tra tutte ha un fatturato di quasi 15 miliardi di euro), che giustifica dispositivi giudiziari mirati a spegnere le proteste con ogni mezzo. Sembrerebbe assurdo, ma è la realta’ dei fatti: un genocidio avviene sotto ai nostri occhi in Palestina, con la complicità dei governi della Nato. Ma ciononostante, su vari livelli (delle scelte politiche, dell’informazione, della repressione sociale, della spesa pubblica) la macchina dello stato continua ad aumentare gli investimenti sulla guerra, a nascondere la verità, a ingabbiare le forme di dissenso, a vantare profitti e innovazione sul sangue di migliaia di morti.

La solita stampa affamata di visualizzazioni ad ogni costo continua a usare titoli sensazionalistici e creativi su Luigi. Noi però Luigi lo conosciamo bene e sappiamo quanta passione e generosità lo ha sempre animato: vigile del fuoco, istruttore sportivo, in prima fila nelle esperienze sociali e di solidarietà dal basso nei quartieri popolari del centro storico di Palermo; esperienze come la Palestra Popolare Palermo a cui fanno riferimento atleti pluripremiati, o l’ambulatorio Popolare Centro Storico, che da anni è un presidio sanitario autorganizzato che permette a tutte e tutti di accedere a cure gratuite.

Luigi lo abbiamo trovato sempre al fianco dei più deboli per difendere il diritto allo sport, alla salute, alla casa di tutti e tutte. E sempre in prima fila nelle mobilitazioni sociali contro la guerra, al fianco del popolo palestinese, contro la militarizzazione della Sicilia e per la difesa del territorio.

La criminalizzazione violenta e gli attacchi “ad personam” che subisce Luigi sono lo specchio della collusione tra gli apparati dello Stato e le imprese di morte come la Leonardo: una complicità che si salda attorno alla volontà di fiaccare ogni resistenza, ogni possibilità di riscatto, ogni speranza di ribaltare un mondo di ingiustizie, dai quartieri popolari palermitani alle guerre internazionali.

Contro questo ennesimo tentativo di mettere a tacere ogni voce di dissenso e ogni possibilità di contestazione è necessario mobilitare solidarietà e complicità attiva: per questo chiediamo a tutte e tutti di firmare e diffondere questo appello per la liberazione di Luigi e di tutte e tutti coloro vedono oggi la propria libertà limitata a causa del loro impegno contro la guerra. Aderire a questo appello di liberazione è un segnale indispensabile: a partire da questo grave atto repressivo, moltiplichiamo le forme di solidarietà e di mobilitazione, contro le spese militari e i finanziamenti dell’apparato bellico, libertà per chi lotta contro la guerra!

Raccolta fondi per le spese legali: IBAN IT12S3608105138244036544045 – Intestato a Tagliarini Alessandro – Causale: solidarietà

Palestina: mobilitazioni universitarie e appuntamenti

Data di trasmissione
Durata 17m 20s

corrispondenza con una studente di Bari che ci spiega le vittorie ottenute, tra cui il rifiuto a partecipare al bando Maeci da parte del senato accademico e l'appoggio alla risoluzione ONU del 25 marzo 2025. Un compagno restituisce dai microfoni i prossimi appuntamenti in merito alla mobilitazione per la palestina

Stop al Genocidio: Corteo a Genzano

Data di trasmissione
Durata 13m 6s

Corteo cittadino a Genzano domenica 14 aprile con concentramento a Piazza Frasconi alle ore 10.30: corrispondenza con un compagno del Comitato Castelli Romani per la Palestina.

STOP alla pulizia etnica del popolo palestinese

FINE della collaborazione politico-militare tra Italia e Israele

FINE del colonialismo di insediamento sionista

Con la resistenza palestinese fino alla vittoria!

Ancora occupato il Rettorato della Federico II a Napoli

Data di trasmissione
Durata 9m 36s

Corrispondenza con uno studente del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli che ci aggiorna sulle prospettive di lotta dell'occupazione del Rettorato dell'Università Federico II e su quanto accaduto nella giornata di lunedì 8 aprile, quando la mobilitazione degli studenti al Teatro San Carlo, dove si celebravano con un concerto i 75 anni della NATO, è stata repressa da violente cariche della polizia.

Tende contro le guerre

Data di trasmissione
Durata 22m 59s

La prossima assemblea di TECLEG é fissata per Giovedì 11 Aprile, ore 18:30 alla Città dell’Altra Economia, nell’ex Mattatoio di Roma.

Come segno di solidarietà alla popolazione palestinese straziata dalla feroce offensiva di Israele, per condannare il genocidio in corso a Gaza e in contrasto al dilagare di guerre e conflitti asimmetrici, proponiamo di montare una tenda, e potenzialmente piccole tendopoli, nelle città, nei paesi e nei quartieri.
Ovunque si riesca a piantare i picchetti.
Le TEnde Contro LE Guerre [TECLEG] ospitano idee, persone e iniziative.
Restano attive senza vincoli, in relazione alle forze di chi le gestisce.

Chi anima le Tende Contro LE Guerre condivide una piattaforma in quattro punti:

• Cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina
• Ripristino e applicazione del Diritto Internazionale
• Liberazione contestuale dei prigionieri israeliani e palestinesi
• Embargo delle armi destinate a Israele

Le Tende Contro LE Guerre sono spazi di cultura, azione, pressione, denuncia e scambio. Presidi locali che risuonano in rete. Il tessuto sociale di cui sono composte le nostre tende è permeabile, favorisce le connessioni e ambisce a intrecciare il percorso di altre reti nazionali e internazionali.
Le tende saldano relazioni solidali con chi subisce la più grave ingiustizia umanitaria degli ultimi 80 anni. Con la stessa convinzione, nelle tende prende forma un’opposizione alle guerre che tormentano Europa e gli altri continenti.
Chi ha partecipato al percorso di TECLEG riconosce che:

• Oltre alle guerre fra eserciti si moltiplicano conflitti asimmetrici feroci.
Stati Nazione e vertici finanziari ci hanno preparato al conflitto armato globale mettendoci davanti al fatto compiuto.
L’Italia è già direttamente coinvolta nella guerra permanente.

• L’offensiva israeliana su Gaza è la più insopportabile delle ingiustizie e la più macroscopica fra le violazioni del diritto internazionale.
Per comprenderne origini e prospettive è essenziale inquadrare l’emergenza in Palestina nelle geometrie della guerra globale permanente.

• É indispensabile un luogo accogliente nel quale aprire un dibattito allargato sul clima di guerra e sugli elementi che lo determinano.
Per fare funzionare questo luogo bisogna abbattere alcuni steccati e trovare convergenze condivisibili da un’ampia fascia di organizzazioni, associazioni, movimenti e singole persone.

• É urgente organizzare azioni/interventi eclatanti e visibili per mantenere l’attenzione sul genocidio in corso a Gaza, sui continui attacchi in Cisgiordania, sui conflitti irrisolti in Medio Oriente, sulla guerra permanente e sulle ricadute economiche, sociali e climatiche che le guerre determinano.

La vostra fame di cibo. La nostra fame di giustizia.
Sotto le TEnde Contro LE Guerre ferve l’attività: assemblee, dibattiti, conferenze, proiezioni, collegamenti, workshop, letture, mostre d’arte e fotografiche, eventi teatrali e musicali. Un media-center per raccogliere e scambiare materiali. Dalle tende scaturiscono proposte per altre azioni, stimoli a produrre ulteriori interventi culturali e politici. Le tende sono un trampolino per le idee.

A chi é nelle condizioni di sostenerlo, proponiamo lo sciopero della fame a staffetta. Un gesto volontario di donne e uomini, autorità religiose delle diverse confessioni, accademici e accademiche, artiste e artisti, cooperanti umanitarie, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni e della società civile. Tutte persone disposte a condividere, anche solo a livello simbolico, la degradante condizione imposta ai due milioni di abitanti di Gaza dal governo di estrema destra al potere in Israele.
Non possiamo restare inermi davanti a questo orrore. Servono gesti eclatanti, per impedire che si compia un genocidio plateale e condiviso in diretta streaming. C’è urgenza di intervenire con corpi e menti per non permettere che le guerre diventino il nostro pane quotidiano.

da remoto: https://vc.autistici.org/incontro_TENDE-CLG
email per contatti: tendecontroleguerre@inventati.org

Perudub

Data di trasmissione

Ventiduesima puntata, della Stagione 23/24, di Militant Dub Area sul 87.9 di Radio Onda Rossa.

Dopo una settima di pausa torna MDA in diretta con la ciurma ridotta ma con le solite good vibes. Senza Barabbas, in missione per il Perù, Mariano e Samer hanno fatto un riassunto degli aggiornamenti più importanti sul genocidio che porta avanti lo Stato d'Israele contro il popolo palestinese.

Nella seconda metà della puntata Barabbas ci ha portato in Perù, attraverso un mesaggio mandato da Cusco, per raccontare alcune cose della scena sound system peruviana della quale ha fatto anche parte come selecta ed MC. E sempre con Barabbas come guida spirituale siamo rimasti in Perù per un Autostop a 7" nel quale abbiamo girato il paese sudamericano per conoscere di più la sua giovane scena dub.

Certo che non è mancata la selection finale per salutarci fino alla prossima settimana con tante good vibrations.

Buon ascolto!

 

La Playlist:

The Observers - Pass the pipe
Leroy Smart - The meaning of life
Jhonny Clarke - Marcus Garvey

Zion Train feat. Cora - Dissident Sound (Insintesi Remix)
Mystical Powa - Free Palestine
Razzle meets Sasquash - Dictator Vocal (Charlie Chaplin)

Autostop a 7"
Wildread - Paso en el Monte
Pangolín Sound System - Estado de Emergencia
Master Kush Dub System feat. El Yerbatero - Legaliza

Bunny Wailer - Rootsman skanking
Wailing Sounds - Lawless society
Car, Derajah & Winston McAnuff - Be careful
Pablo Gad - History
Roberto Sanchez & The Rockers Disciples - Some more politricks
Radio Fontani feat. Allo & Shanthi meet The Royal Horses + Version by Michael Exodus

Sotto la Farnesina e in tanti atenei mobilitazione contro il bando MAECI

Data di trasmissione

Oggi giornata di mobilitazione e di sciopero nelle Università a fianco del popolo palestinese, alla vigilia del bando MAECI per la collaborazione italo - israeliana di cui viene chieste il rigetto.

Una corrispondenza dal presidio sotto la Farnesina e l'altra con un docente di Lingua e letteratura araba di Ca' Foscari.

Il ruolo della prigionia nel progetto coloniale israeliano (versione integrale - parte III)

Data di trasmissione
Durata 1h 47m 22s

Che ruolo ha la repressione nel progetto coloniale israeliano? Quali obiettivi politici persegue Israele attraverso il giudizio davanti alla Corte militare per i soli palestinesi, la detenzione amministrativa, le condizioni di prigionia e quelle di una quotidianità vissuta in una galera a cielo aperto? Quali sono gli strumenti carcerali utilizzati dall'entità sionista per mantenere le sue politiche di apartheid, pulizia etnica e ora anche di genocidio?

Riportiamo la registrazione dell'iniziativa che si è svolta a lettere giovedì 4 aprile 2024. Nella parte finale sono stati tagliati alcuni interventi perchè erano male registrati. L'ultima voce è la traduzione di Addameer.

A cura di CO.RE - Comitato contro carcere e repressione

Ucciso nelle carceri israeliane Waleed Abu Daqqa

Data di trasmissione

Il romanziere e attivista palestinese imprigionato Walil Daqqa, che soffriva di cancro, è morto nel centro medico Shamir in Israele, secondo la Commissione palestinese dei detenuti ed ex detenuti.

Daqqa è stata arrestato da Israele nel 1986 per aver ucciso un soldato israeliano e da allora è rimasto in prigione, per 38 anni consecutivi. Da più parti era stata chiesta più volte la sua liberazione perché stava molto male. Nel 2023 c'era stata anche una richiesta di Amnesty International per la sua liberazione. 

Aggiornamenti

La famiglia del defunto prigioniero palestinese Walid Daqqa: "Le autorità di occupazione trattengono il suo corpo e ci impediscono di aprire una casa di condoglianze nella sua città natale di Baqa al-Gharbiyye".

-------------

Comunicato del Fronte Popolare

Piange il leader nazionale e Frontsman imprigionato, il grande intellettuale, pensatore e scrittore, Walid Daqqah “Abu Milad”.

Con la più grande tristezza, dolore e rabbia rivoluzionaria, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina piange, a nome del suo Segretario Generale e del suo vice, dell'Ufficio Politico, del Comitato Centrale, dei suoi compagni di prigionia e di tutti i compagni la patria e la diaspora, il suo compagno, il grande leader nazionale e del Fronte, il prigioniero, l'intellettuale, il pensatore rivoluzionario e lo scrittore Walid Nimr As'ad Daqqah “Abu Milad”, 62 anni, uno dei leader più importanti , teorici e pensatori del movimento dei prigionieri, martirizzato questa sera a causa di una politica di negligenza medica dopo aver sofferto una lunga malattia.

Il Fronte Popolare estende al compagno leader, Segretario Generale, Ahmed Saadat, ai compagni del settore carcerario e del movimento dei prigionieri, alla moglie in difficoltà Sanaa, a sua figlia Milad, a tutta la sua famiglia e a tutti i suoi compagni, le sue più sentite condoglianze per il martirio di questo compagno, leader e ispiratore, uno dei generali della fermezza, e degli illustri 

leader e scrittori nazionali e del Fronte che hanno inciso il loro nome in lettere d'oro per ciò che ha presentato in un'esperienza di lotta ricca e stimolante per molte generazioni di prigionieri in le prigioni dell'occupazione. Aveva anche un'esperienza intellettuale e letteraria ricca e distinta che non aveva eguali nella sua influenza sulla vita dei prigionieri, sui suoi significati, sulla sua rivoluzione e sulle sue imprese. Era uno dei simboli più importanti della letteratura carceraria. Piuttosto, ne è il decano e il primo scrittore, poiché ha contribuito con importanti studi intellettuali e letterari alla biblioteca palestinese, araba e internazionale. Parallelamente, il martire era unodei più importanti leader nazionali e prigionieri dell’interno occupato che si sono fatti avanti nella lotta contro le pratiche e le violazioni dell’occupazione e hanno partecipato a tutte le battaglie di lotta del movimento dei prigionieri.

Biografia del compagno comandante Walid Daqqah “Abu Milad”:
- Nato il 18 luglio 1961.
- Viene dalla città di Baqa al-Gharbiya, distretto di Haifa.
- Il comandante Walid è cresciuto in una famiglia palestinese composta da 6 fratelli e 3 sorelle.
- Il martire ha ricevuto la sua istruzione di base nelle scuole di Baqa al-Gharbiya e ha conseguito il diploma di scuola superiore nel 1979 presso la Yimma Agricultural Secondary School. Si iscrisse all'università e continuò i suoi studi scientifici e accademici.
- Durante i suoi studi, sono fiorite le sue opinioni, la consapevolezza dei problemi del suo popolo e la sua profonda appartenenza alla sua identità nazionale palestinese.
- Nel 2010, ha conseguito una laurea in studi interdisciplinari sulla democrazia e nel 2016 ha conseguito un master in studi regionali, "Percorso studi israeliani" presso l'Università Al-Quds, ma non è riuscito a completare la sua preparazione per la laurea di dottorato.
- Si unì alle fila del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina nel 1983 e si unì a una cellula militare affiliata al Fronte.