I lavoratori e le lavoratrici del settore tessile in Turchia, che lavorano da anni per fare profitti per marchi come Inditex (Zara), Next e Mango protestano scrivendo sui capi d'abbigliamento questo messaggio: "Il capo che stai per acquistare è stato realizzato da me, ma non sono stato pagato per questo".
"Entro il luglio del 2016, il nostro capo ha rifiutato di pagare una gran parte dei salari che avevamo guadagnato facendo vestiti di ogni marca. I creditori sono venuti alla nostra fabbrica e hanno sequestrato tutte le macchine e gli oggetti di valore. Nel frattempo, il nostro capo è scomparso, prendendo il nostro salario con lui. Dobbiamo ancora ricevere i nostri salari o qualsiasi forma di tassa di fine rapporto".
Ne abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista turco che vive da anni in Italia.
Nella prima corrispondenza, affrontiamo con Barbara Spinelli (Giuristi Democratici) alcuni nodi che attanagliano la vita politica e giudiziaria della Turchia al tempo di Erdogan.
Ieri ad Ankara, nella manifestazione indetta per
#NuriyeGülmenandSemihÖzakça, ci sono stati arresti e violenze da parte della polizia turca (qui alcune testimonianze).
Inoltre, oggi si apre l'udienza contro 17 giornalisti di Cumhuriet, uno storico quotidiano turco schierato su posizioni critiche nei confronti di Erdogan. Nel secondo audio leggiamo l'articolo di Can Dundar pubblicato oggi su "la Repubblica".
Oggi in studio abbiamo intervistato il regista curdo Haşim Aydemir per parlare del suo film 14 Luglio che sarà presentato in anteprima alla Città dell'Altra Economia il 21 e il 22 Giugno. Il film tratta il periodo storico conseguente al regime turco del 1980 con la persecuzione e l'attacco alle comunità curde. In particolare si tratta del carcere di Diyarbakir. Da Rete Kurdistan riportiamo l'introduzione e il programma.
Dedicato a quelli che amano la vita tanto da essere disposti a sacrificare le loro stesse vite” una storia vera,un dolore indimenticabile nel cuore ai curdi. Sulla verità dal carcere di DiyarbakirIl 12 settembre 1980 lo Stato turco ha compiuto un golpe militare per soffocare la lotta dei curdi per i diritti umani e la libertà – La loro esistenza, identità, lingua e cultura veniva negata e bandita. Decine di migliaia di curdi e rivoluzionari in Turchia sono stati mandati in carcere. Per annientare i loro sogni e desideri, sono stati torturati nel modo più orrendo all’interno del carcere n. 5 di Diyarbakir, la città più grande del Kurdistan – in modo così feroce da ricordare Auschwitz. Un gruppo di curdi combattenti per la libertà iniziò una resistenza senza precedenti contro gli oppressori e per i loro diritti umani e la libertà. Una parte importante della resistenza è stato lo sciopero della fame a oltranza iniziato il 14 luglio 1982 …
21 e 22 giugno
ore : 18:00- aperitivo cura di centro socio culturale AraratIl 12 settembre 1980 lo Stato turco ha compiuto un golpe militare per soffocare la lotta dei curdi per i diritti umani e la libertà – La loro esistenza, identità, lingua e cultura veniva negata e bandita. Decine di migliaia di curdi e rivoluzionari in Turchia sono stati mandati in carcere. Per annientare i loro sogni e desideri, sono stati torturati nel modo più orrendo all’interno del carcere n. 5 di Diyarbakir, la città più grande del Kurdistan – in modo così feroce da ricordare Auschwitz. Un gruppo di curdi combattenti per la libertà iniziò una resistenza senza precedenti contro gli oppressori e per i loro diritti umani e la libertà. Una parte importante della resistenza è stato lo sciopero della fame a oltranza iniziato il 14 luglio 1982 …
Ore 19:00- proiezione a seguire incontro con il regista . Biglietto 7 euro – potete acquistare e prenotare da centro socio culturale Ararat….
Con il giornalista de Il sole 24h Alberto Negri e con un compagno al telefono analizziamo gli attentati al Parlamento iraniano e al mausoleo di Khomeini. Usa e Arabia Saudita stanno nuovamente attaccando l'Iran? L'Europa e soprattutto l'Italia continuano ad essere grandi esportatori di armi per conflitti che destabilizzano ancora di più il Medio Oriente. Ma queste politiche si ripercuotono pesantemente in Europa.
Con un compagno della comunità curda romana, rilanciamo il presidio di oggi alle h 15, in solidarietà con il popolo curdo, mentre continuano gli attacchi nel cantone di Afrin da parte dell'esercito turco contro le postazioni YPG.
Abbiamo contattato una compagna della Rete Kurdistan per diffondere l'appuntamento di domani 27 Aprile, giornata in cui si terrà un presidio dalle 15 al Pantheon in solidarietà con il popolo curdo dopo il bombardamento dell'aviazione turca avvenuta alle 2: 30 della mattinata di martedì 25 Aprile.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare al presidio e diffondere la verità su ciò che sta succedendo in Siria e in Turchia per abbattere le narrazioni tossiche e, in questo caso, il silenzio dei media mainstream.
Non ancora definitivi i dati sul referendum in Turchia, ma il si è in vantaggio poco sopra il 50%. Non quindi la vittoria schiacciante che pensava Erdogan, soprattutto nelle grandi città infatti il no vince. Si aprono ora degli scenari preoccupanti ed interessanti in Turchia. Sentiamo due corrispondenze.
In diretta dal presidio curdo in piazza Venezia/p.za Madonna di Loreto a Roma. Continua lo sciopero della fame in corso in tutta Europa in solidarietà con i/le detenuti/e politici in Turchia.
Il prossimo 16 aprile si voterà in Turchia per ratificare o meno il referendum sul presidenzialismo. La vittoria del si sarebbe un trionfo per Erdogan. Continua anche la repressione sui prigionieri e le prigioniere curde nelle carceri turche che dal 7 febbraio sono in sciopero della fame. Infine la Russia che ne farà della Turchia? Questi gli argomenti trattati con un giornalista turco.
La situazione in Turchia é drammaticamente proccupante per tutti, ma sopratutto per chi si é opposto direttamente o indirettamente alle politiche del governo di Erdogan e alla sua svolta autoritaria. Durante lo stato di emergenza proclamato a luglio sono stati emanati una serie di decreti legge che hanno avuto lo scopo di depurare le istituzioni pubbliche da oppositori; anche Il mondo accademico è stato profondamente colpito dalle epurazioni. L’Università di Ankara e in particolare la facoltà di Scienze Politiche sono state tra le istituzioni più interessate dai provvedimenti, con 72 persone allontanate (tra cui importanti studiosi e intellettuali notoriamente di sinistra), decine di corsi annullati, dipartimenti completamente paralizzati, centinaia di tesi di laurea mai discusse.
Se ne parlerà in una lezione aperta con docenti della Sapienza di Roma e una dottoranda arrivata per la prima volta ad Istanbul come studentessaErasmus ma appassionatasi alla cultura e alla storia del Paese.
Attualmente si occupa di storia politica della Turchia contemporanea, dove torna spesso.
Rispondiamo all'appello dei docenti e degli studenti turchi, costruiamo spazi di solidarietà e lotta.
Appuntamento in Aula A (Scienze Politiche, Sapienza - p.le Aldo Moro, 5) alle ore 12.